Le avventure di Edo e Sofia

La riunione nella grande radura

Anche il nostro amico Edo in quei cinque mesi diventò un vero e proprio galletto, molto bello e soprattutto muscoloso. Questo a dispetto degli umani che volevano gettarlo via perché inutile per il loro tornaconto personale, perché come gli altri compagni essendo maschietto non avrebbe fatto le uova. La vita selvatica e la libertà lo avevano fatto crescere sano e forte e in grado di badare a se stesso. Lui, come anche gli altri suoi numerosissimi compagni, ricordate? Tutti quelli che si erano messi in salvo insieme a lui, certo che lo ricordate.

Tutti loro, in quei lunghi mesi, erano stati seguiti e accuditi dal gallo più simpatico e forte del bosco, Kasit, e dalla sua dolcissima compagna Kora. I due avevano insegnato a tutti i pulcini come vivere all’aria aperta e liberi, come procurarsi cibo e acqua, li avevano portati a vivere con loro nella grandissima grotta che qualche anno prima il gallo Kasit aveva scovato. Una splendida grotta calda e accogliente, che condividevano con i pipistrelli, i quali uscivano tutti insieme di notte mentre loro dormivano.

infatti ipipistrelli, che sono animali notturni, al contrario di galli e galline che sono animali diurni come noi, escono di notte per procurarsi il cibo e fare tutto quello che fanno gli altri animali di giorno.

Insomma era nata una pacifica convivenza tra loro, tanto che la mattina presto Kasit e gli altri scambiavano sempre quattro chiacchiere con un magnifico pipistrello che si chiamava Chiro. Naturalmente tra i vari insegnamenti che Kasit diede ai pulcini, ormai diventati galletti, c’era anche la difesa da possibili pericoli nel bosco. Quest’ultimo insegnamento ovviamente doveva essere usato solo in caso di pericolo e mai per bisticciare tra loro, Kasit su questo era stato chiaro, non voleva veder litigare nessuno, ma aveva scordato un piccolo particolare. Infatti Edo, che non si era mai dimenticato della sua cara Sofia, era determinato a usare quelle tecniche per andare a liberare la sua amica e le altre dall’allevamento. Molto probabilmente perché Kasit un giorno gli aveva spiegato cosa succedeva là dentro, ed era giunto il momento per Edo di comunicare la sua idea a Kasit.

Per cui un giorno, mentre tornavano dalla solita lunga passeggiata nel bosco alla ricerca di cibo, Edo espose il suo piano per liberare la sua cara Sofia e tutte le altre galline dalla prigionia dell’allevamento intensivo. In un primo momento Kasit fu contrario, ma le motivazioni espresse da Edo fecero riemergere in lui il ricordo di quell’orribile posto e lo fecero infuriare. Per cui Kasit prese in mano la situazione e indisse subito una riunione con tutti i galletti e mandò a chiamare anche i galli di altri territori del bosco.

La riunione ebbe luogo in una grande radura dove generalmente si tenevano i balli e canti annuali dei fidanzamenti, balli dove ogni gallina mette in mostra le sue abilità di danzatrice e i galli la loro abilità nel canto, per provare ad incontrare la rispettiva anima gemella con cui passare il resto della vita. Ma veniamo a noi. Il nostro amico Edo salì sopra un grande sasso e vide una immensa folla di maestosi e coloratissimi galli e tante bellissime galline. Erano così tanti che era impossibile anche solo pensare di contarli! Vicino a ogni gallo c’era la sua famiglia, in cui si intravvedevano non solo i figli ma anche dei galli anziani che dovevano essere i nonni o addirittura i bisnonni del gallo dominante di quella stirpe.


Tutto ad un tratto il gallo Kasit prese la parola: “Cari amici e care amiche, vi ho fatto riunire in questo luogo, per raccontarvi la storia dei piccoli pulcini che io e la mia compagna Kora abbiamo deciso di adottare tempo fa…”

Raccontò le disavventure dei piccoli pulcini che scapparono dall’allevamento in cui li volevano gettare via come se fossero spazzatura, parlò anche della loro audace fuga verso il bosco e di come lui li avesse presi sotto la sua protezione. Inoltre dovette anche spiegare che cosa era un allevamento intensivo, perché quasi tutti quei galli selvatici e le loro mogli e famiglie non lo sapevano. Poi si soffermò sulla richiesta che gli aveva fatto Edo, quindi proseguì il discorso dicendo: “Come avrete capito dalla storia che vi ho raccontato, il coraggioso Edo riuscì a trarre in salvo tutti quanti i suoi amici e questo lo rese molto felice. Ma da allora lui è anche molto triste, perché non ha potuto salvare la sua amica Sofia e tutte le altre pulcine e galline che sono ancora rinchiuse là dentro. Quindi, cari amici, l’idea di Edo è quella di fare irruzione nell’allevamento e liberare tutte le galline e i pulcini. So che per voi sembra un’idea folle, l’ho pensato anche io, ma ho ricordato che anche io arrivo da quell’orribile allevamento, per cui credo fermamente che sia doveroso per noi salvarli. È giusto che ogni animale viva la propria vita e si goda la propria libertà, come facciamo tutti noi. Quindi vi chiedo se vorrete unirvi a noi, per questa grande rivoluzione che sono sicuro passerà alla storia. Per cui ora ditemi, chi di voi vuole prendervi parte?”

Come starete immaginando, tutti i presenti a quella storica riunione gridarono in coro un enorme: “SIIII…”

A dimostrazione di quanto amore unisca questi animali che tante persone pensano non avere sentimenti e credono che non possano provare dolore, tristezza, solitudine e tutto quello che anche noi umani proviamo. Sono soltanto una specie diversa dalla nostra, sono fisicamente diversi da noi, sono bellissimi, sono forti eppure fragili, purtroppo indifesi contro quegli umani cattivi che non comprendono che vorrebbero essere protetti e non trattati come macchine per produrre uova, oppure gettati via se non possono farle. Ad ogni modo, dopo aver affinato per bene il piano di attacco, tutti i nostri amici si diedero appuntamento per l’indomani mattina ai bordi del bosco.


La rivoluzione

Era l’alba del nuovo giorno, quello dopo la riunione tenuta nella grande radura dei canti e delle danze. I primi raggi di sole apparvero timidi all’orizzonte e tutti i galli cantarono insieme come tutti i giorni, ma in quello speciale giorno ogni gallo fu orgoglioso di intonare un verso particolare per infondere forza e coraggio a tutti gli abitanti del bosco. Edo non aveva dormito quasi per niente, nell’attesa del grande giorno; si era già preparato per la partenza e con immenso stupore vide uscire dalla grotta, insieme a lui, non solo i galletti che ormai erano diventati come tantissimi fratelli, ma anche il grandissimo stormo di pipistrelli con cui dividevano il rifugio, guidati dal saggio Chiro, quello con cui Edo e Kasit parlavano spesso (è così che era venuto a sapere del piano di liberazione). Come avevamo già detto, i pipistrelli di solito durante il giorno dormono, ma non in quel giorno speciale: quel giorno anch’essi decisero di aiutare i loro amici. Come luogo dell’appuntamento fu scelta l’ultima fila di grandi alberi, molto vicina ai campi che separavano il bosco dal grande allevamento. Kasit ed Edo si misero alla testa del grandissimo gruppo di galli e galline: avete sentito bene, anche tutte le galline vollero partecipare, e con esse anche Kora, la compagna di Kasit. Durante il percorso il corteo diventava sempre più numeroso e lungo, tanto che quando Edo si girava all’indietro non ne vedeva la fine. Dopo quasi un’ora di cammino, giunsero ai margini del bosco e si fermarono per aspettare che anche gli altri arrivassero.

Una volta che anche l’ultimo partecipante fu vicino al confine, Kasit gridò: “CISIAMO TUTTI?”

E tutti e tutte risposero in coro: “SIIIII…”

“ANDIAMOOOOOOOO!”

E così iniziarono tutti ad attraversare il campo insieme ai pipistrelli che volavano in massa, andando e tornando, velocemente, dal capannone dell’allevamento. Finché anche tutti i galli e le galline arrivarono furiosi davanti ai capannoni e trovarono gli enormi cancelli aperti, per cui non fu necessario nemmeno sfondare la recinzione. Entrarono in massa senza mai voltarsi indietro, e la strada bianca spariva davanti a loro mentre prendeva i tanti colori delle migliaia di galli e galline che vi camminavano, proprio come se la strada fosse diventata un fiume dai mille colori. Edo riconobbe subito il capannone da dove era scappato insieme agli altri, e invitò tutti i suoi fratelli a seguirlo; quando furono vicini, forse per il grande rumore che provocavano camminando, un umano aprì l’enorme portone per guardare cosa stesse succedendo. Ma appena mise la testa fuori e li vide si mise ad urlare, perché i primi galletti gli stavano già beccando i piedi.

Che spettacolo ragazzi, avreste dovuto vedere! I galletti fecero irruzione e beccarono i piedi a tutti gli umani presenti e nel frattempo entrarono anche tantissimi pipistrelli che cominciarono a volare sopra le teste degli umani, incutendo loro ancora più paura e facendoli scappare a gambe levate. Gli umani stavano trasportando un carrello con alcune cassette rosse piene di tantissimi pulcini, proprio come quelle dove nacquero Edo e tutti gli altri fratelli. Infatti appena lui riconobbe quelle cassette rosse, corse velocemente verso il grande portone che portava alla stanza dove vide per l’ultima volta Sofia, mentre nel frattempo alcune galline si premurarono di mettere subito in salvo quei piccoli pulcini chiusi nelle cassette.

Una volta davanti a quel portone, spinsero tutti insieme con gran forza e riuscirono ad aprirlo in meno che non si dica. Al suo interno trovarono altri due umani che stavano indossando i guanti da lavoro, e li beccarono chi nei piedi e chi, volando, anche nel sedere, facendo scappare anche questi ultimi inseguiti dai pipistrelli che gli sfioravano loro la testa e le orecchie per impaurirli. Videro subito che dalla parte opposta del grande stanzone, dove Edo riconobbe il nastro trasportatore che lo separò per sempre dalla sua Sofia, c’era una porta e senza pensarci un momento di più, con l’aiuto degli altri compagni, aprirono anche porta e attraversarono un piccolo corridoio. Corridoio che portava alla stanza dove venivano fatte crescere le pulcine in attesa che diventassero abbastanza adulte da poter deporre le uova. Edo questo non lo sapeva, ma sia la sua esperienza da selvatico, sia quello che si trovò davanti, glielo lasciarono percepire. L’enorme stanzone infatti era pieno di pulcine piccolissime e tante gallinelle di ogni età. Sentì subito un odore tremendo che non lo lasciava nemmeno respirare, e davanti a sé, in fondo alla stanza, vide una porta grandissima aperta con altri umani che portavano fuori alcune galline e le mettevano in un piccolo recinto.

Ricordate? Proprio lo stesso recinto dove fu messa Sofia per la prima volta all’aria aperta

Quindi senza perdere un istante, Edo e gli altri si scagliarono addosso a quegli umani, che allertati dal rumore delle ali e di tutti quei pipistrelli che entravano e uscivano dal capannone, cercarono riparo nell’altro capannone, dove si trovavano rinchiuse le galline condannate per sempre a fare uova dalla mattina alla sera.

E qui, ragazzi miei, dovreste ricordare l’intraprendenza e il coraggio della giovane Sofia quando capì che le sue uova venivano rubate. Se vi ricordate la fine di una delle precedenti avventure, avrete già capito cosa stava per succedere. All’interno di quel capannone, tutte le galline erano riuscite a venir fuori dalle gabbie ed erano nascoste ad attendere che gli umani aprissero il portone per poter scappare. Che coincidenza, nonostante Edo e Sofia non si vedessero da cinque mesi, era come se i loro pensieri si fossero magicamente incontrati e avessero stabilito insieme di porre fine a quella tremenda prigionia. Ognuno guidato e spinto dalla voglia di rivedere l’altro.

Ad ogni modo, gli umani entrarono in quell’orribile e maleodorante capannone convinti di trovarvi rifugio e invece, non appena chiusero la porta alle loro spalle, le centinaia di galline, insieme a Sofia, saltarono loro addosso per dar loro una bella lezione. Le più forti svolazzavano dall’alto delle gabbie saltandogli in testa, mentre le più anziane e deboli beccarono loro i piedi e le caviglie costringendoli a riaprire il portone per scappare. Quando aprirono il portone, furono letteralmente sommersi da galli e galline che, tutti insieme, li fecero scappare a gambe levate.

Fu in quel preciso istante che Edo e Sofia si ritrovarono nuovamente fianco a fianco, senza rendersene nemmeno conto. Lui si trovava da una parte del grande portone del capannone dove era rinchiusa Sofia, mentre lei ne era appena uscita inseguendo quegli umani. Quindi Edo corse dentro il capannone gridando a squarciagola: “SOFIAAA. DOVESEIII?…”

Sofia naturalmente non sapeva che appena uscita avrebbe ritrovato il suo caro Edo, ma quando sentì quella voce, intuì immediatamente che poteva trattarsi soltanto di lui, allora rispose immediatamente: “SONO QUIII.”

Edo si rese subito conto che la risposta di Sofia proveniva dal di fuori del capannone e quando si voltò per uscire, davanti a lui i suoi fratelli fecero in modo di aprire un varco, facendo spostare gentilmente tutte le gallinelle che erano appena uscite, per farli incontrare. I due finalmente si rividero dopo tanto tempo e bastò una rapida occhiata per riconoscersi. Dopo qualche attimo di esitazione, andarono l’una incontro all’altro in silenzio, finché ognuno di loro pronunciò dolcemente il nome dell’altro: “Edo  sei tornato a salvarmi?”

“Sì cara Sofia, lo avevo promesso…”

E, dopo un istante, i due si abbracciarono e piansero dall’immensa gioia. E non furono i soli, tutti i presenti si commossero, chi perché aveva conquistato la libertà e chi perché fu felice di aver preso parte a quella indimenticabile rivoluzione. E chi, come la povera Carlotta, sorrise per la prima volta dopo quella lunga e tremenda prigionia. Gli umani finalmente erano stati sconfitti, non restava altro da fare che andarsene e ritornare nel bellissimo bosco tutti insieme. Edo presentò immediatamente la bellissima Sofia a Kasit e Kora e, dopo aver tratto in salvo fino all’ultimo prigioniero di quell’orrendo allevamento, si misero in cammino verso il bosco.

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