Favola che fa capire la differenza tra la vita di un cinghiale selvatico e quella di un maiale nato rinchiuso in un allevamento intensivo con un numero al posto del nome. Il tutto esposto in maniera semplice e delicata, per risultare comprensibile ai bambini. Un saltellante e distratto cucciolo di cinghiale compirà l’azione più bella della sua vita.
C’era una volta, tanto tempo fa, in un bosco fitto fitto di vegetazione, una famigliola di cinghiali, che viveva felice in un’accogliente tana scavata sotto una grandissima quercia.
C’era mamma Lucilla, che si occupava di tenere la tana in ordine, e babbo Costantino che insegnava ai loro quattro cuccioletti tutti i trucchi per sopravvivere nel bosco. I loro piccoli cinghialetti avevano appena smesso di essere allattati da mamma Lucilla, ed erano quindi curiosissimi di assaggiare qualsiasi frutto che il grande bosco metteva loro a disposizione. Erano ancora piccoli e indifesi, ma molto intraprendenti e curiosi di sapere tutto.
Il più grassoccio di tutti si chiamava Poldo, poi c’erano Pedro e Pippo che erano ugualissimi, e infine il piccolo Paolino, che nonostante fosse il più gracile dei quattro fratellini, era agilissimo, spiccava dei balzi altissimi, tanto è vero che babbo Costantino lo chiamava scherzosamente Paolino salterino proprio per questo motivo. La famigliola era solita lasciare la tana all’imbrunire, soprattutto durante l’estate, per evitare il gran caldo. Andavano a dissetarsi al ruscello e a cercare da mangiare, in attesa che la grande quercia, come ogni autunno, lasciasse cadere a terra le sue gustose ghiande, di cui loro erano tanto ghiotti. Come ogni sera, uscirono in ordinata fila indiana, con in testa babbo Costantino e, in ordine di altezza, Poldo, Pedro, Pippo e Paolino salterino, che come sempre giocava saltando in alto per superare l’altezza dell’ombra di babbo Costantino, e in coda alla fila mamma Lucilla, che controllava che i quattro piccoli non si disperdessero nel bosco, per via della loro innata curiosità verso ogni cosa nuova.
La speciale famigliola si incamminava sempre verso un luogo diverso, perché i bravi genitori volevano insegnare tutti i trucchi e i luoghi dove trovare acqua e cibo ai loro cinghialetti.
Giunti in un luogo molto vicino al ruscello, tutti i cinghialetti, e anche mamma Lucilla e babbo Costantino, si misero a setacciare e scavare il terreno con il loro possente muso, in cerca di qualche succulento e fresco tubero. Così anche Poldo, Pedro e Pippo, mentre Paolino, al contrario del resto della famiglia, tutta indaffarata a mangiare, correva da una parte all’altra spiccando balzi altissimi. E così, zampettando qua e là, tutto impegnato a volteggiare, scattare, correre e saltare sempre più in alto, non si accorse di essersi allontanato troppo dai suoi fratelli e dai genitori; i quali, allo stesso tempo, tutti impegnati a mangiare, non si accorsero della sua mancanza. E così, saltando da una parte all’altra, con la testa fra le nuvole, il piccolo Paolino, anche per via dell’oscurità, non si accorse di aver spiccato un salto da una roccia altissima, capitombolando e atterrando fortunosamente sopra i rami di un albero e infine sopra un cumulo di paglia. Per fortuna non s’era fatto nulla. Dopo essersi ripreso dal grosso ruzzolone, si sollevò in piedi e cominciò a gridare chiamando i suoi genitori.
“Mamma, mammaaaaaa… Babboooo, babboooo, sono quiii”
Gridava ancora il nostro piccolo amico: “Pedrooo, Poldooo, Pippooo dove sieteee, sono Paolino, sono qui sottooo…”
Nessuno rispose. Ma appena Paolino smise di gridare, udì una voce provenire dalla fessura di un altissimo muro, che sussurrando disse: “Non gridare, potrebbero sentirti e venirti a prendere per chiuderti qua dentro, cerca di scappare subito se puoi”
Dopo aver sentito queste parole Paolino si spaventò tantissimo, ma non sapendo che cos’altro fare, e senza perdersi d’animo, chiese a quella voce: “Chi sei?”
E la voce rispose: “Sono 707, sono nato e vivo in questo allevamento ma vorrei tanto andarmene.” “Ma sei anche tu un cinghiale come me?”, chiese Paolino.
“No, sono un Maiale come tutti gli altri che ci sono qui”, rispose 707.
“Maialeee??? Non ti ho mai visto nel bosco”, disse sempre Paolino.
“Bosco?”, esclamò il Maiale da dietro il muro, sempre attraverso la piccola fessura. E continuò con voce curiosa: “Che cos’è un bosco?”
E Paolino rispose: “Il bosco è dove abito con la mamma, il babbo e i miei fratelli”, disse con voce sicura, e prosegui: “Ci abitano tantissimissime famiglie di Cinghiali, di Gufi, di Porcospini, di Tartarughe, Volpi, Donnole, Scoiattoli, Lucertole e ancora e ancora tanti altri animali. Il mio babbo li conosce proprio tutti. Siamo venuti qua per cercare cibo, in attesa che la grande quercia faccia cadere le sue ghiande”.
“Che bravo, conosci proprio tante cose, io non sono mai uscito da qui”, disse il Maiale con voce triste. “Vivo sempre qui dentro da quando sono nato, ancora non mi lasciano uscire”.
“Non ti lasciano uscire?”, disse meravigliato il nostro Paolino.
“No”, rispose il Maiale. “Usciamo da qui una volta grandi e grossi. Ci danno tanto da mangiare e da bere. Io mangio tantissimo perché non vedo l’ora di uscire”.
“E quando uscite dove andate?”, disse Paolino.
“Non lo so”, rispose il Maiale. “Nessuno è mai tornato per dircelo”.
Allora Paolino disse: “Ma perché non decidete di scappare?”
“Non è possibile scappare da qua dentro”, disse il Maiale con voce singhiozzante, che lasciò capire al piccolo Paolino che stava piangendo.
“Niente è impossibile secondo me.”, esclamò Paolino. “Ho un’idea”.
Ma ad un certo punto si sentirono delle grida: “Paolinooo, Paolinoooo dove seiiiii?!?”
Erano Poldo, Pippo e Pedro che cercavano disperatamente il loro fratellino. Che immediatamente rispose loro, gridando a squarciagola: “Sono quaggiù, sono quaggiù. VENITEEE!”
Dopo aver intercettato la sua voce, i tre fratelli aggirarono la grande roccia da dove era caduto Paolino salterino, e discesero da un sentiero poco distante. Ma appena giunti sul posto, si resero subito conto che il loro fratellino si trovava al di là di una rete molto alta. Paolino li raggiunse subito, ma era dall’altra parte della recinzione, e disse: “Fratelli, dobbiamo aiutare i Maiali che sono rinchiusi in questo allevamento. Li tengono prigionieri e non hanno mai visto il bosco”.
I tre fratelli guardarono sorpresi Paolino, perché non avevano mai sentito in vita loro la parola Maiali. A quel punto Paolino disse: “Fate largo fratelli miei, ora salterò questa recinzione e andremo tutti insieme a cercare aiuto”.
E fu così che davanti allo sguardo attonito dei fratelli, Paolino salterino diede un’ulteriore prova di agilità saltando una recinzione alta almeno dieci volte più di lui. Quindi, appena raggiunti i suoi fratelli, da bravi e ubbidienti figli corsero immediatamente a chiedere aiuto ai loro genitori, anch’essi alla ricerca di Paolino. I genitori avrebbero saputo sicuramente cosa fare. Corsero così tanto che, appena arrivati, raccontarono quasi senza fiato il problema a babbo Costantino e mamma Lucilla. Una volta informati dell’accaduto, si recarono sempre di corsa nel luogo dove si trovava rinchiuso il Maiale. Giunti sul posto, i due genitori si resero subito conto di che luogo si trattasse. Era un luogo di cui avevano sempre sentito parlare, ma che non avevano mai visto. Sapevano che era molto pericoloso, perché gli animali a due gambe, chiamati uomini, allevavano i cinghiali catturati tanto tempo fa nel bosco per farli ingrassare e poi mangiarli.
Non c’era un attimo da perdere, babbo Costantino guardò negli occhi mamma Lucilla, e rivolto ai loro cinghialetti disse: “Fatevi da parte piccoli, babbo e mamma adesso butteranno giù questa recinzione.”
E così, dopo aver preso una bella rincorsa, i due genitori emisero un forte respiro dal naso, e mentre sfregavano a terra una delle zampe anteriori, contarono fino a tre: “Unoo, dueeeee, tre!”
E partirono a testa bassa a forte velocità verso la recinzione, che colpirono e sollevarono con le loro zanne con così tanta forza che volò per aria, creando una grande apertura. Poi sotto lo sguardo sorpreso dei loro quattro cinghialetti, si lanciarono ancora con forza bruta sulla grande porta dell’allevamento. La quale si stacco dai cardini e finì a terra emettendo un forte boato, tanto che i Maiali all’interno si spaventarono e si girarono a guardare cosa fosse accaduto. Non fecero nemmeno in tempo a parlare, che babbo Costantino urlò con voce fortissima: “TUTTI FUORIIII DA QUIIIIII, SCAPPIAMOOOOOOO”.
Gli amici Maiali, senza farselo ripetere due volte, iniziarono a correre verso il varco aperto da babbo Costantino e mamma Lucilla, che nel frattempo andarono a prendere i loro quattro cinghialetti, e si misero in testa alla grande mandria di Maiali in corsa, e li guidarono all’interno del grande bosco, lontani da quel tremendo luogo costruito dagli uomini.
Giunti in un posto sicuro, non molto distante dalla tana della nostra brava famigliola di Cinghiali, notarono in terra tantissime ghiande fresche, che, forse per via della grande mandria in corsa, erano cadute a terra in anticipo. Così tutti i Maiali insieme ai Cinghiali, iniziarono a mangiarle con il sorriso stampato sui loro simpatici musetti. E in quel momento, 707 si diresse verso Paolino salterino, lo prese sulle spalle e disse: “Se non fosse stato per questo coraggioso piccolo, che ci ha trovato, saremmo ancora rinchiusi nell’allevamento. Da oggi sarà il nostro piccolo grande eroe. Evviva Paolino…”
E fu così che da quel giorno stettero tutti insieme nel bosco, come natura comanda, e, in armonia con tutti gli altri abitanti, vissero tutti felici e contenti.
Pubblicato nel maggio 2016.
Autore delle favole: Pier Mauro Marras
Autrici dei disegni, le bimbe: Darina Marras, Oksana Marras, Alina Marras Revisione editoriale a cura di AgireOra Edizioni Impaginazione a cura di Roberta Fraccaro
Impaginazione in pdf a cura di Lorenza Cevoli.
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