Il ragno e la formica

Si chiamava Gaspare e, come tutti i ragni, giorno e notte tesseva la sua tela per catturare gli insetti per mangiarli. I ragni, come si sa, sono ghiotti di insetti, ma non sanno come catturarli. Sono insetti anche loro e non è facile che abbiano sempre partita vinta. E’ per questo che hanno inventato lo stratagemma della tela. La tessono con grande velocità tra i ramoscelli di un cespuglio e i fili sono così sottili che non si vedono neanche.

Così moscerini, mosche e zanzare, svolazzando a qua e là alla ricerca di cibo… splaff! Non vedono la tela e ci cascano dentro. Il ragno in agguato corre veloce e avvolge il povero malcapitato con i fili della sua tela per poi mangiarselo con grande appetito! La natura è fatta così! Un animale per sopravvivere mangia un altro animale, più piccolo e più debole! A meno che non sia un erbivoro, come le pecore, le caprette, le mucche e tanti altri animali che si nutrono solo dell’erba dei prati e non uccidono nessuno!

Gaspare quel giorno era affamato come non mai! Appena sentiva il ronzio di una mosca o di una zanzara, era subito pronto a balzarle addosso quando fosse incappata nella sua tela! Ma quel giorno la fortuna non era dalla sua parte! Solo ronzii che andavano e venivano! Gaspare cominciò preoccuparsi! La fame aumentava e rischiava di restare digiuno!

Ma una formichina faceva ritorno alla sua tana con un seme di fiore in bocca e scendeva tranquilla lungo un ramoscello del cespuglio… e all’improvviso… splaff! Non vide la tela e ci rimase impigliata. Subito Gaspare corse ad afferrare la sua preda e ad impacchettarla con altri sottilissimi fili della sua tela.

La formichina cominciò a urlare e a piangere, ma nulla da fare! Gaspare continuava ad avvoltolarla con i suoi sottilissimi fili.

  • Non mangiarmi, ti prego, gridava disperata la formica! A te piacciono le mosche e i moscerini, non le formiche!
  • Ho una gran fame e non m’importa nulla. Replicò
  • Ma se hai tanta fame, io non sono il cibo per
  • Lo so bene, preferisco le mosche, ma in mancanza di meglio mangerò te!
  • Ma io non sono buona da mangiare! Disse la formichina, studiando una stratagemma per liberarsi. Se vuoi, posso offrirti del cibo migliore, più ricco e
  • Non ci credo! Io ho fame e mi ti mangio!
  • Fermo! Aspetta! Non sai che noi formiche abbiamo grandi riserve di cibo nei nostri formicai? Se vuoi, ti posso dare tanto di quel cibo che ti durerà per tutto l’anno! Così non dovrai più cacciare!
  • Davvero? Rispose Gaspare. Non ci
  • Devi crederci! Ti do la mia parla d’onore! Se mi liberi, con le mia compagne ti porterò tutto il cibo che vuoi!
  • Va bene! Ma io ti seguirò e, se non sarà come dici, mangerò te e tutte le tue

E i due insetti scesero a terra! La formichina chiamò le sue compagne, disse loro qualcosa e dopo un po’ uscirono tutte dal formicaio, ciascuna con un semino in bocca. La gioia di Gaspare fu grande e aumentò quando tutte le formichine portarono ciascuna il suo semino alla sua tana.

Gaspare era fuori di sé dalla gioia e ringraziò la formica e tutte le sue amiche. Guardò la sua tana piena di semini e già pensava che non avrebbe dovuto più cacciare! Che bella vita tranquilla avrebbe trascorso!

Ma, quando si accinse a mangiare il primo seme, si rese conto che non era il cibo per lui. I ragni non mangiano i semi, ma lui non lo sapeva! Provò più volte a masticare, ma quei semi erano per lui cattivissimi.

  • Che schifo! Urlò Gaspare disperato, sputacchiando qua e là. Che schifo! Mi hanno ingannato!

Sotto di lui sulla porta del formicaio le formiche lo prendevano in giro. Gaspare corse per afferrarne qualcuna, ma le formiche furono più svelte e scomparvero sottoterra!

E Gaspare capì! Il suo destino era solo quello di cacciare!

Non basta essere bravi cacciatori!

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