Nel paesello di non so dove, fervono i preparativi per festeggiare il Natale.
Nella cappella della chiesa un gruppo di ragazzi e bambini prova i canti per la Chiara Stella e per le liturgie di Natale: Astro del Ciel, Tu scendi dalle stelle… Dio s’è fatto come noi… Venite fedeli, ecc… –
Il Natale era a pochi giorni e tutto doveva essere pronto… quel gruppetto di cantorini doveva andare a cantare non solo per le case alla sera, augurando il “Buon Natale alle famiglie sparse per le contrade del paese e che in quel canto avrebbero avuto il primo vero annuncio del Natale e forse anche l’unico che poteva richiamare i sentimenti assopiti dello spirito natalizio…
Intanto nella piccola piazza un gruppo di uomini alzava un magnifico abete fatto arrivare appositamente dall’Altopiano; altri provavano le luminarie da sistemare qua e là, altri ancora tiravano fuori e sbrogliano con fatica i vecchi addobbi per creare l’atmosfera natalizia in chiesa e nei locali del patronato.
Il vecchio parroco, don Chino, i giovani animatori, il gruppo dei volontari, le donne sempre presenti in queste circostanze e altri ancora… avevano un bel da fare per creare un poco di ambiente che aiutasse a sentire lo spirito del Natale a quanti avrebbero fatto anche solo un rapido passaggio per la chiesa in quei giorni…
Non potevano permettere che gli unici segni del Natale fossero quelli commerciali dei super-market, delle luci nella piazza del Comune, o il folclore fatuo e vuoto proposto dai programmi televisivi.
– Ma questo anno nulla di nuovo don Chino ?
Perché non proviamo a fare un presepio un po’ più originale e diverso dal solito?
Prese a dire uno dei giovani…
mentre si stava guardando attorno scrutando il gruppo di persone davanti alla chiesa, si rese conto che il don… non c’era proprio… sembrava di averlo intravvisto, ma evidentemente non era lui.
– Ma dove sta il don ?.. – chiese ancora rivolto agli altri –
– Abbiamo bisogno che ci dia qualche idea di come fare sto benedetto Presepio e come addobbare l’albero!
Intanto in un angolo della piazza, un altro gruppo era intento a preparare uno stupendo scenario per un presepe… serviva una montagna di materiale tra assi, travi, paglia, sassi, muschio, filo elettrico, pacchi di carta, spago, lampade, amplificatore, luci colorate, specchi, ecc…
La capanna doveva essere coperta di paglia; e con tutte le stalle che avevano chiuse… perfino la paglia diventava un problema.
Mentre tutti si davano da fare, arriva trafelato e un poco agitato don Chino, con un foglio in mano:
– Il giorno di Natale – dice a voce alta – viene da noi Gesù Cristo!
– Il giorno di Natale – strilla a voce alta il don – viene da noi Gesù Cristo!
– Per forza… a Natale… che scoperta è? Certo che nasce Gesù Cristo! – risponde una voce – Sennò che cosa staremmo a preparare qui?!
Ma vedendo come era emozionato il don, un altro continuò:
– Non serve agitarsi tanto don; quello che dobbiamo fare lo stiamo finendo; per la notte e la Messa di Natale tutto sarà in ordine.
Infatti un gruppetto stava mettendo ritto l’abete e si stava dando da fare con corde e trattori per calare la base della pianta nella buca che avevano scavato per accogliere la zolla con le radici dell’abete.
Avevano individuato un angolo della piazza in cui ci poteva stare bene, anche dopo le feste… nella speranza che non morisse, come quello dell’anno prima.
– No! No! – continuò il don… – Mi è arrivato una email del Papa: il giorno di Natale verrà da noi Gesù Cristo in persona!
I più fecero un sorrisetto, per la stupidata appena annunciata dal prete.
Altri, conoscendo l’ingenuità del don… pensarono che qualcuno gli avesse tirato un scherzo: lui credeva a tutto
– No! – continuava a gridare don Chino – il Papa ci manda a dire che a Natale sarà in mezzo a noi, per una visita veloce, Gesù Cristo. Bisogna che ci prepariamo… non solo con i canti, l’albero e il presepio o la Messa e la cioccolata a mezzanotte…
– Ma che cosa sta dicendo ? – intervenne uno del gruppo del presepio che cominciava a capire che il don stava parlando seriamente – .
– Qui dobbiamo rivedere tutto – continuò il don – Se Gesù viene veramente in mezzo a noi, come dice il Papa, dobbiamo cambiare programmi e cominciare a prepararci in maniera diversa all’incontro!
– Come sarebbe a dire: cambiare programmi? Cosa dobbiamo fare? – intervenne una terza persona del gruppo che ancora non aveva capito niente.
– Per esempio. – continuò don Chino – Che cosa vorrebbe trovare Gesù Cristo qui da noi? Che cosa gli farebbe piacere? Il presepio ? Vorrebbe dire Messa al posto mio?
Subito don Chino decide di convocare per un incontro straordinario il Consiglio Pastorale (C.P.), per decidere il da farsi.
Le luminarie, il presepio, la Messa della notte, l’albero, i regali, gli addobbi in chiesa, i canti… e tante altre iniziative non avevano più importanza;
cosa poteva interessare a Gesù: il presepio, le luci, la Messa, i poveri, un incontro con tutta la comunità…? E chi lo sa ?
Il giorno seguente, dopo cena, il Consiglio Pastorale era riunito al completo, come non mai, (di solito su 20 membri di diritto, ne mancavano sempre 5 o 6…); questa volta non solo erano tutti presenti e vestiti a festa… ma qualcuno si era portato appresso anche un amico o un vicino di casa… tanto che il Consiglio aveva dovuto tenersi nella grande sala polivalente.
Il tema all’O.d.G. era praticamente unico e obbligato:
“Come prepararsi e accogliere Gesù Cristo, che sarà in mezzo a noi il giorno di Natale.”
Dopo una breve e rapida presentazione del perché di quella seduta straordinaria e della Bella Notizia arrivata da Roma, don Chino apre la possibilità agli interventi e alle proposte.
I primi intervenuti, che avevano sentito parlare in forma confusa della email del Papa, volevano capire se si trattava di uno scherzo e come poteva essere vera una notizia del genere.
Il Presidente (il don…) cercò di dare solidità e razionalità alla notizia: è una Lettera autenticata del Vaticano, del Papa in persona, che ci assicura della visita di Gesù a Natale.
– “Come si fa a dubitare della parola del Papa? – disse – Non è un politico sotto le elezione disposto a promettere tutto, anche il taglio delle tasse pur di convincerci e avere il nostro voto.
Non so come il Papa sia riuscito a sapere che Gesù viene da noi; se viene da noi solo o se passa anche in altre comunità cristiane.
Nessuno tuttavia – continuava a dire il parroco – ci obbliga a crederci e neppure a prepararci: il Papa ci dà solo questa Bella Notizia, che potremmo anche ignorare… ma, credo, sia un bene per noi, non solo prenderla per buona, ma cercare di capire e fare ciò che è meglio per noi e per la nostra comunità.”
“Non è pensabile – continuava a dire il don….- che qualcuno un domani abbia da dirci:
“Sapevano che veniva Gesù Cristo e loro hanno fatto come se la cosa non ci riguardasse. Saremmo sciocchi, se ci preoccupassimo di alberi, di luminarie, di panettoni… e non vedessimo la realtà più importante: Gesù Cristo”.
L’opinione della maggioranza, comunque, era del parere che la notizia andava approfondita per evitare scherzi e non finire di diventare oggetto di burla per il resto della storia d’Italia e della Chiesa.
Il don doveva approfondire presso il Vaticano sulla fondatezza e la serietà della notizia.
Ma intanto che cosa si poteva e si doveva fare in attesa dell’incontro con Gesù Cristo a Natale? Nulla ? Aspettare ? Pregare ?
Anche se mancavano alcuni giorni al Natale, bisognava comunque mettersi nell’ordine di idee che se fosse stato tutto vero, non potevano perdere tempo e pensare di improvvisare tutto l’ultimo momento.
Quindi, si ritornava alla domanda iniziale:
Dato per scontato che la notizia sia vera e autentica cosa si fa?
E oltretutto se anche il don… avesse approfondito con gli amici che aveva in Vaticano… probabilmente il Papa avrebbe risposto sempre la medesima cosa e nella medesima maniera: che prova poteva fornire? Che aveva parlato con Dio? O che gli era apparso Gesù Cristo o la Madonna…? Bisognava comunque credergli! E allora che cosa sarebbe cambiato per loro? O gli si crede e ci si mette in moto per preparare l’incontro con Gesù…
oppure si può pensare che sia stata tutta una burla e allora ci si ride su e si continua con la solita preparazione natalizia.
Qualcuno comunque in Consiglio Pastorale dando per scontata la Buona Notizia, aveva cominciato a fare delle proposte:
– Che cosa farebbe piacere a Gesù?
Trovare una comunità cristiana accogliente, in preghiera!
Altri obiettarono:
E quelli del paese che non si sentono inseriti in questa nostra comunità e ancor meno nel Consiglio Pastorale, eppure sono persone buone, oneste, sincere, seguono la propria famiglia, danno una mano nel quartiere, a scuola, nel vicinato?
Quelli li ignoriamo?… O vogliamo renderli partecipi?
Come li contattiamo?
Ci teniamo per noi la notizia… e a loro non diciamo nulla? Un domani ci diranno certamente:
“E noi non siamo degni di vedere e ascoltare Gesù Cristo?
Per chi è venuto il Figlio di Dio? Solo per voi fedeli praticanti?
E’ venuto per i vicini o non anche per i lontani?
E voi non ci avete neppure fatto un cenno?”
Allora il C.P. decise che era necessario far circolare la notizia per tutto il paese; ciascuno dei presenti bisognava che si prendesse una via, o una parte del quartiere e si facesse portavoce casa per casa.
Che cosa dire alla gente?
“Che a Natale viene a trovarci Gesù Cristo.”
Presa questa decisione, di informare tutto il paese, ora bisognava ritornare a chiedersi:
“Che cosa avrebbe fatto piacere a Gesù e che avrebbero dovuto fare?”
Organizzare turni di preghiera e di adorazione?
Mettere in ordine e pulire il quartiere e i locali della parrocchia… e magari anche le scuole, il Comune, le trattorie, i bar, i negozi… perché nessuno poteva prevedere dove Gesù avrebbe avuto piacere andare o essere ospitato.
Uno del C.P. propose un grande pranzo comunitario… come ne aveva parlato Lui nel Vangelo, invitando tutti, un pranzo aperto anche ai poveri.
Certamente avrebbero voluto prendervi parte in tanti, grandi e piccoli e stare a tavola con Gesù, sentirlo parlare, come parlava, che cosa poteva dire di nuovo, sentire la sua voce, che cosa mangiava e come mangiava…
Un altro sempre del C.P. suggerì di informare e invitare i preti dei dintorni e il Vescovo con i Monsignori della Curia… per dare notorietà all’accaduto… ma la proposta venne scartata praticamente all’unanimità… tutti sti preti e monsignori avrebbero occupato la scena, la comunità e la gente avrebbero avuto un ruolo di contorno… i poveri poi on li avrebbe visti nessuno…
Meglio lasciar stare i preti dei dintorni… oltretutto Gesù non aveva vissuto una bella esperienza con i sacerdoti del suo tempo…
L’incontro del C.P. non accennava a finire ed erano ben lontani da tirare alcune conclusioni e proposte sul da farsi concretamente.
Ma oltre l’una e mezza di notte non era più opportuno protrarre il Consiglio… già molti stavano crollando dal sonno, altri parlavano senza sapere che cosa dicevano e c’era anche chi si sforzava di rispondere a domande di cui non si capiva proprio il senso… la stanchezza non permetteva di dire cose sagge e tanto meno di concludere qualcosa di buono.
Il don era sempre stato del parere che dopo le 23 è preferibile tacere per non dire fesserie… ora si stava onestamente esagerando…
Così poco prima delle 2 di notte l’assemblea si sciolse con l’impegno di pensarci… si sarebbero dati appuntamento la sera successiva per decidere qualcosa di concreto.
La notte, si dice, porti consiglio… ma non a tutti e ancor meno al don… che ebbe piuttosto un sonno interrotto da continui risvegli, come se qualcuno o qualcosa lo disturbasse: lui era il responsabile e doveva organizzare l’incontro della sua comunità con Gesù Cristo e ora non sapeva cosa fare.
Non era importante per la sua carriera, non gli importava, ma fare una figura meschina davanti a Gesù Cristo, anche se “fare bella figura” non era mai stato l’obiettivo della sua vita né delle sue scelte, pur tuttavia non voleva presentarsi e apparire sciatto, superficiale, incapace proprio davanti all’unica Persona che l’avesse mai interessato… e per la quale aveva dato la vita senza mai pentirsene…
Se dopo aver parlato di Gesù Cristo per 50 anni, non sapeva come accoglierlo e ospitarlo per almeno un giorno… poteva legarsi una macina da mulino e buttarsi a mare o sparire in qualche remota boscaglia della Papuasia… che poi non sapeva neppure bene dove fosse la Papuasia!
La sera seguente, all’incontro sembrava non mancasse nessuno del paese, nonostante l’ora serale, anche i vecchi e i bambini erano venuti in massa.
Guardando la sala gremita all’inverosimile e l’assemblea il parroco si chiedeva:
“Ma dove vive tutta questa gente che non vedo mai?”
Era veramente un mistero… altro che il mistero della Trinità di Dio… che quasi quasi il don riusciva a comprenderlo… tutti questi cristiani a pochi passi dalla chiesa, probabilmente vivono ancora nelle catacombe…
All’incontro don Chino esordì raccontando ancora una vota quanto gli aveva scritto il Papa e aggiunse che stava verificando la veridicità della cosa direttamente da persone fidate di sua conoscenza in Vaticano.
“Intanto – proseguì il don – è necessario chiederci che significato può avere per la nostra comunità e per il quartiere questa strana e straordinaria visita di Gesù. Perchè ha scelto di venire a passare il Natale con noi ?”
Le domande che il don… poneva a tutti i convenuti erano ovvie: “Che cosa si aspetta da noi Gesù Cristo? Quale parte del suo massaggio Gli avrebbe fatto piacere vedere che stavamo mettendo in pratica ?
In sintesi l’assemblea doveva rispondere, per non disperdersi troppo, a questi tre interrogativi:
1° Che cosa ci ha insegnato Gesù?
2° Come l’abbiamo messo in pratica?
3° Che cosa fare ora?
Molti dei presenti con libertà presero la parola per esprimere il loro pensiero, su quello che, secondo loro, era il contenuto essenziale dell’insegnamento di Gesù.
In maniera confusa e libera alcuni intervennero per dire la loro idea a proposito della 1° domanda: Che cosa ci ha insegnato Gesù?
Il don e la segretaria prendevano nota, dando un senso agli interventi e per redigere alla fine una specie di verbale.
Questi, in sintesi, alcuni dei pensieri espressi sul tema, “Che cosa ci ha insegnato Gesù?”:
– Dio non è un Padrone e un Giudice che castiga, ma è un Padre che ama e salva sempre;
– perdonare, fare pace, dare la mano e darsi una mano;
– i poveri sono la “preoccupazione” di Dio; la Chiesa è in servizio e funzionale ai poveri, non è per se stessa, ma deve stare a fianco degli emarginati.
– Qualcuno del C.P. era del parere che Gesù avesse insistito sulla carità e il perdono al fine di formare una comunità... perché la Chiesa deve essere comunità di fede in cammino e testimone dell’amore di Dio…
– Altri invece erano del parere che tutto il messaggio di Gesù si concretizzasse nella “fede”… erano tuttavia incerti su cosa significasse “avere fede”: è un dono di Dio? E’ il risultato di un nostro impegno e cammino alla ricerca di Dio?
Insomma anche questo secondo incontro del Consiglio Pastorale era diventato il momento di incontro di tutta la comunità, perfino dei bambini; aveva creato un interesse e un entusiasmo che il don non aveva mai visto né vissuto in tanti anni di attività pastorale in diverse comunità.
Molti si chiedevano pure: ma questo Cristo come si presenterà il giorno di Natale ?
Verrà da noi a piedi, in groppa a un asinello, con un taxi, in pullman, da solo, in compagnia con altri, passa per le case o si farà vedere solo in chiesa e magari celebrerà la Messa al posto del solito don…?
Domande pressochè inutili, ma che diventavano importanti per soddisfare la curiosità della gente.
Per quanto riguardava poi il secondo interrogativo, su come avevano messo in pratica il messaggio di Gesù: tutti erano del parere, prete compreso, che il messaggio di Gesù è un “ideale” e come tale è praticamente irraggiungibile … stavano impegnandosi però…
Sempre durante quell’incontro, qualcuno fu molto critico per la chiusura mentale propria dei cristiani praticanti, una chiusura quasi clericale.
Altri osservarono che molti vanno in chiesa, ma poi sono peggio di altri che in chiesa non vanno…
Altri ancora dissero che sentivano la parrocchia come una struttura, uno spazio aperto solo agli “addetti ai lavori”… difficilmente aperta agli “estranei”, a quelli cioè che non la pensano come i “praticanti abituali”.
Altri affermarono che nonostante tanta buona volontà, le parrocchie, la Chiesa, la fede… non riescono incidere profondamente nella società, nella politica, sul mercato, nella finanza, nella scuola, nella vita quotidiana…. come se l’insegnamento di Gesù fosse una questione privata, personale, senza alcuna incidenza nella vita concreta e sociale.
Altri osservarono il poco coraggio profetico di preti, vescovi, Associazioni cattoliche, ecc… nel prendere posizione nei confronti di una politica corrotta, inconcludente, che disattende costantemente e delude le giuste attese della maggior parte della gente:
– “Non prendere mai posizione nella vita sociale e politica, stare neutrali in sacrestia – osservò uno dei presenti – senza mai diventare portavoce e testimoni del Vangelo che si predica e senza mai denunciare le ingiustizie che vengono perpetrate a danno dei poveri e tacere sempre… significa essere conniventi con una mala-casta politica”.
Qualcuno suggerì che dovremmo chiedere scusa, oltre che a Dio, anche ai poveri perché la Chiesa parla di poveri e ai poveri, ma va a braccetto con il potere.
Un’altra osservazione interessante uscita dal quell’incontro del C.P. è stata l’attenzione e il rispetto che dovremmo dare a tutte le persone che non frequentano la Chiesa: loro si definiscono atei o indifferenti… eppure la maggior parte di questi si comporta in maniera onesta, buona, degna, rispettosa, seria e non raramente si interessano per una adozione a distanza o si dedicano all’assistenza di anziani e malati; sono cristiani, senza saperlo, sono dei “cristiani anonimi”… e Gesù li avrebbe visti e accolti ben volentieri.
Alla fine di questo secondo incontro del C.P. allargato, don Chino, chiese con semplicità che tutti i presenti in sala potessero fare un brevissimo esame di coscienza, in silenzio;
suggerì sottovoce una breve formula di pentimento rivolta a Dio, per infedeltà, miserie, poca fede, per la distanza tra il comportamento personale e quanto prospetta il Vangelo, per l’egoismo che ci condiziona tutti.
Al termine, prima di uscire, propose all’assemblea uno scambio e un segno di pace…
Ne uscì una confusione boia, che mise in difficoltà molti, i bambini comunque si divertirono un mondo a girare per tutta la sala; fu un momento di grande umanità e commozione.
La notte di Natale, non occorre dirlo, tutto il paese era elettrizzato, e nonostante i paesani avessero fatto l’impossibile per tenersi la notizia per loro e non fosse uscita su alcun giornale, neppure locale, il passa parola, tra amici, tra parenti e conoscenti dei paesi vicini… fatto sta che quella notte la chiesa, pur grande e mai piena, era stracolma di gente, come non mai… scoppiava… anzi sembrava che le pareti della chiesa fossero di gomma… si allargavano per contenere tutti.
Ma nessuno aveva detto che Gesù sarebbe venuto in chiesa e nessuno aveva parlato della Messa della Notte… poteva venire anche alla Messa delle 8 del mattino o delle 10… come invece di presentarsi in chiesa, poteva andare in giro per le strade e salutare la gente o addirittura in piazza come faceva una volta a Gerusalemme… anzi se andava al super-market vicino… poteva incontrare anche più gente…
Un altro problema che tutti più volte si erano posti fin da subito: come sarà vestito Gesù? Come possiamo riconoscerlo?
Può sembrare una semplice curiosità…”ma l’abito fa il monaco”… appunto, come possiamo distinguere Gesù se è vestito come tutti noi?
O poteva andare in giro vestito con le vesti degli ebrei di 2000 anni fa e che vediamo al cinema?
E che faccia aveva Gesù? Come riconoscerlo se si fosse presentato come una persona abbastanza anonima e vestito come tutti? Forse aveva la barba! Ma ci sono tanti con la barba e con i baffi… e che certamente non sono Gesù Cristo!
Perché uno di quelli che incontriamo non avrebbe potuto essere Gesù?
Mica Cristo andava in giro con scritto sul petto:
“Io sono Gesù Cristo!”
Quello che sembrava assodato era che Gesù non poteva essere una donna ! Almeno questo è sicuro! Quindi le donne vanno escluse e possiamo concentrarci su personaggi maschili.
Pochi arrivarono a pensare e a dire che Gesù, dopo la Risurrezione, non aveva più le sembianze di prima e quindi come poteva essere scambiato per un “ortolano”, un “pellegrino”, un “affamato”, un “altro”… avrebbe potuto sembrare e apparire anche nelle sembianze di una donna… perché Dio è Padre e anche Madre!
Allora bisognava guardarsi bene attorno… Gesù probabilmente non avrebbe richiamato l’attenzione pubblicamente, perché poteva anche solo venire per vedere, prendere atto di che cosa avevano combinato della sua Chiesa, come vivevano i cristiani, in che cosa credevano, se c’era ancora fede in Lui nelle comunità che si dicono “cristiane”…
Chi poteva sapere che cosa veniva a fare Gesù?!
Alla Messa della Notte, don Chino emozionato come tutti, anche lui in attesa del Messia, durante l’omelia ebbe a dire:
“Il Papa mi ha assicurato che oggi deve venire Gesù in mezzo a noi; ma non mi ha dato altre indicazioni. Quindi, se il Papa dice il vero e la sua fonte è autentica e sicura e noi non abbiamo motivo per dubitarne, dobbiamo credere che ora Gesù sia in mezzo a noi… e con tanta gente che vedo oggi qui in chiesa è difficile dire se Gesù è già presente.
Potrebbe essere che Lui abbia deciso di passare in mezzo a noi nel silenzio, senza sconvolgere la nostra vita, in forma anonima, come uno sconosciuto…
Vorrei chiedergli di farsi avanti, di venire su questo altare, prendere la parola…
Qui don Chino fece una breve paura, in attesa di qualcosa… forse che qualcuno si facesse avanti… di una voce tra la folla… di un grido rivelatore…
Il silenzio era totale e palpabile… tutti si guardavano attorno, ognuno sbirciò il vicino di fianco…
– Probabilmente – riprese il don dopo la breve pausa – non è quello che Gesù vuole fare, forse la sua intenzione è solo quella di osservare, stare in mezzo a noi e provare il calore umano come una volta. Quindi noi rimaniamo con gli occhi aperti, le orecchie attente, guardiamoci gli uni gli altri, guardiamo bene le persone che abbiamo vicine e che oggi incontreremo… non si sa mai che una di loro sia Gesù… e poi se vi sembra di averlo intravvisto… venite a dirmelo, fatemi una telefonata, mandatimi un messaggio…”
La Messa quella notte non solo ebbe una partecipazione straordinaria, ma pure il clima che si era creato, la gioia, la festa, l’entusiasmo che si percepivano da tanta gente attenta e sul chi va là… alla scoperta dell’ospite annunciato… avevano favorito il clima famigliare e il calore di una comunità in attesa e protesa verso un unico obiettivo.
La celebrazione della notte era stata molto più lunga del solito, ma nessuno se ne era accorto… tutti avevano vissuto un momento magico e tutti erano pieni di gioia per essersi sentiti un poco protagonisti e forse compagni di banco di Gesù.
Altrettanto successe con la Messa delle ore 8 e ancor più a quella delle 10… sembrava che le pareti della chiesa fossero elastiche e si dilatassero per contenere tutti… continuava ad accorrere gente, già molto prima delle 10, occupando i primi banchi… che se Gesù avesse detto Messa, lo potevano vedere meglio da vicino.
Nel pomeriggio si vedevano persone gironzolare per la piazza, nei pressi della chiesa… il quartiere sembrava animato da una quantità di gente e di abitanti che non si erano mai visti prima.
Anche il don…. di tanto in tanto dava qualche sbirciatina dalle finestre per rendersi conto di come andavano le cose e ancor più nella speranza di scorgere qualche visitatore o forestiero insolito o con qualche segno caratteristico.
I poveri che erano soliti suonare il campanello della canonica, quel giorno si stupivano dell’offerta generosa del don…
Erano anche stupiti, perché quel giorno il prete sembrava li guadasse con occhio indagatore, più insistente… Che cosa ci fosse da guardare tanto poi?! Molti si chiedevano in cuor loro:
“Siamo i soliti poveracci dei giorni e degli anni precedenti… è strano che oggi ci guardi in questo modo !”
Verso sera e ancor più il giorno successivo, molte persone del paese suonarono alla canonica portando la loro esperienza:
– qualcun diceva di aver visto un uomo strano girare per le strade… ma non poteva dire se era o no Gesù… comunque lui l’aveva salutato e questi aveva risposto al saluto.
– Un altro assicurava di aver visto uno vestito in maniera diversa e con aria riservata e sottomessa… ma era “un nero”…
– un parrocchiano, che conosceva bene la gente che bazzicava intorno alla chiesa, era sicuro che quello che aveva incontrato in chiesa la mattina, vestito modestamente, ma che gli aveva stretto la mano con calore… poteva essere Lui.
– Antonio era sicuro che se Gesù fosse ritornato, doveva avere le sembianze di un povero, e lui aveva fatto la carità a tutti i poveri che aveva incontrato…
– Giuseppe, che andava a Messa tutte le domeniche, era del parere che Gesù non aveva bisogno di vedere o verificare nulla… sapeva già tutto, ma la nostra poca fede ci impediva di vederlo anche se lo avessimo incontrato in carne e ossa e soffuso di luce.
– Gabriella, una catechista, disse che lei Gesù lo vedeva nei bambini a cui faceva catechismo.
– Molti alla spicciolata, vennero dal don a dirgli che mentre diceva Messa il giorno di Natale, a loro era sembrato di vederlo proprio sull’altare a dire Messa al posto suo: a volte sembrava il solito don e altri momenti sembrava un altro… anche le parole illuminate dell’omelia non erano le solite sue prediche…
Non furono pochi coloro che alla sera di Natale e il giorno seguente riferirono di aver visto Gesù… non ne erano sicuri al 100 per 100, ma avevano avuto la netta impressione di aver scorto il suo volto nell’immigrato congolese che aveva suonato alla loro porta; nella badante romena incrociata mentre spingeva la carrozzina di un’anziana con la quale stava parlando amabilmente; nello sconosciuto scansato sul marciapiede al quale avevano fatto un cenno di saluto con la testa e atteggiato la bocca a un sorriso; poteva essere quella signora anziana e malandata a cui avevano dato la precedenza in filovia e alla cassa del negozio…
Il giorno seguente, S. Stefano, il don dovette impostare l’omelia sulla visita “mancata” di Gesù.
O il Papa si era sbagliato, oppure non erano riusciti a scorgere tra le tante persone sconosciute arrivate per l’occasione in paese, quella che interessava tutti.
Il don, durante la Messa, rivolse a tutta la comunità, quasi altrettanto numerosa del giorno prima, queste parole:
– “Ci eravamo preparati ad accogliere Gesù, ma sembra che non sia venuto.
Tuttavia, molti di voi, ieri e oggi, sono venuti a dirmi che forse avevano incontrato Gesù:
– era la persona che aveva dato loro una mano a portare la spesa su per le scale dell’appartamento; – il vigile in strada che con bontà li aveva aiutati a uscire dall’ingorgo;
– forse era l’impiegata dell’USL che con pazienza aveva compilato il modulo per l’esame del sangue;
– era quel medico che tentava di dialogare con i famigliari perchè accettassero la grave malattia del papà;
– era quell’insegnante che aveva chiamato i genitori di un ragazzo difficile, per studiare insieme il comportamento opportuno da tenere…
– poteva essere il portalettere che consegnava ogni mattino con puntualità e rispetto la posta per le case?
– E perché non quel nuovo allenatore che, oltre a insegnare sport e calcio, aveva a cuore la formazione dei suoi ragazzi e insegnava a tutti a chiedersi scusa e a darsi la mano ?
Il don alla fine concluse con una riflessione che a tanti apparve intelligente e azzeccata:
“ Sono sicuro che tutti, in questi pochi giorni di preparazione al Natale e il giorno di Natale, in particolare, abbiamo incontrato o visto o parlato, o dato una mano a qualche persona che ci ha fatto pensare si trattasse di Gesù, per il suo modo di fare buono, umile, servizievole, educato, disponibile.
Se questo atteggiamento l’abbiamo tenuto anche noi nei confronti di chi abbiamo incontrato… noi stessi siamo apparsi “Cristo” agli occhi degli altri.
Gesù non doveva farsi vedere di persona, perché avrebbe creato la convinzione che solo Lui è Gesù, mentre ci ha detto che ogni uomo e donna è suo fratello e sorella, ogni bisognoso (anche se non è buono ed educato, ma fuma e beve…) va aiutato come fosse Gesù stesso.
Non so se Gesù sia veramente venuto – concluse il don – con il suo corpo fisico in mezzo a noi ieri giorno di Natale… ma se è veramente venuto, credo sia stato contento di vedervi presenti, attenti, disponibili, più aperti verso gli altri, meno egoisti, più caritatevoli, più umani, pronti a salutare per primi e a darvi una mano.
Mi auguro che questo effetto possa durare a lungo nella nostra comunità.
Mi auguro ancora che questa esperienza possa aver inciso nella nostra vita tanto da segnare un cambiamento profondo.
Io ho vissuto con gioia questi alcuni giorni meravigliosi.
Se sia venuto Gesù in persona in mezzo a noi, non lo so e non sono riuscito a capirlo… ma ho vissuto e ho sentito la sua presenza in mezzo a noi.
So che comunque Gesù lo si può vedere solo se si ha fede; se uno non ha fede e non crede in Gesù, anche se lo incontrasse lo scambierebbe per il vicino di casa, per un passante, per un operaio, per un impiegato… Vedere Gesù non è una questione di vista, ma di fede.
In questi giorni noi siamo in festa, io sono sicuro che Gesù a Natale è veramente venuto a far festa con noi… (fine)
Don Franco Scarmoncin