Madre Natura, ormai stanca di controllare le stagioni, decise di assegnare questo compito a quattro animali diversi che potessero aiutarla in questo duro lavoro: l’aquila, regina dei cieli, avvolgeva il mondo con venticelli estivi e lunghe e calde giornate; il riccio, padrone della terra, lento, pitturava le foglie degli alberi con colori vivaci; il lupo, re dei ghiacci, con uno sguardo congelava ciò che incontrava e avvolgeva tutto in un velo candido come la sua pelliccia; infine al cervo più maesto- so, re di tutti i boschi, era stato assegnato il compito di portare con le sue lunghe corna la primavera.
Il cervo, dopo molti giorni di cammino, decise di fermarsi nei pressi del fiume Biru-Biru. Qui l’animale vide un ranocchio seduto su un sasso che lo fissava e che gli disse: “Le tue corna sono belle come il tuo aspetto fiero ed orgoglioso: mi piace- rebbe essere grande e maestoso come te”.”Anche a me piacerebbe nuotare bene come te e avere una lingua lunga come la tua per procurarmi il cibo facilmente” disse il nobile animale al piccolo ranocchio. I due giocarono per tutto il giorno e diventa- rono subito grandi amici. “Ora è tardi, devo portare a termine il mio compito” disse il cervo “Ma possiamo rivederci qui l’anno prossimo”. Il ranocchio accettò e si salutarono. Le stagioni si susseguirono rapide, ma quando venne l’inverno il lupo, geloso della nuova amicizia del cervo, congelò il povero ranocchio per fare dispetto al re dei boschi.
Quando il cervo tornò al fiume come aveva promesso, e vide il suo amico congelato, comincio a piangere. Le lacrime cadde- ro nel corso d’acqua e così Madre Natura riuscì a sentire il suo pianto. Vedendo ciò che era successo si commosse molto, scongelò il ranocchio e decise di punire il lupo per la sua cattiveria accorciando le giornate della sua stagione. L’amicizia tra il cervo e il ranocchio non finì mai e continuarono a vedersi e a giocare presso il fiume ogni primavera.