La gita in montagna

Pepe, il maggiore di tre porcellini fratelli, aveva una grandissima passione: le passeggiate in montagna tra i boschi.

Di solito puntava la sveglia quando era ancora notte fonda, e andava a buttare giù dal letto i fratelli, che puntualmente si lamentavano.

«Ma perché dobbiamo alzarci così presto?!»

Per Pepe la risposta era una: perché altrimenti sarebbero giunti alla vetta troppo tardi per tornare a casa in tempo, prima del tramonto. Ma per convincere i fratelli diceva: «Perché non c’è niente di più bello che ammirare l’alba, il sole che si solleva lento tra i rami degli alberi, e il cielo che si fa rosa, arancione e infine azzurro…».

Anche quella mattina le cose andarono più o meno così.

E i tre, capitanati da Pepe, che teneva la mappa fra le zampe e se la studiava attentamente, uscirono di casa.

«Oggi in che direzione andiamo?» chiese Zac, il porcellino più piccolo.

«Monte Felicità» annunciò Pepe con enfasi.

«Monte Felicità?!» sbottò Timo, il secondo. «Ma non ci siamo mai stati: è un percorso difficilissimo!»

«Ormai abbiamo fatto abbastanza pratica: dobbiamo tentare!» disse Pepe con lo sguardo fiero e determinato.

Ma, verso metà del percorso, successe qualcosa che scombinò i suoi piani. Il vento si alzò improvviso e una folata gli strappò via di mano la mappa, che volò in cielo, e poi tra le chiome degli alberi, lontano.

Pepe era incredulo. «E adesso come facciamo?»

Timo, che aveva le zampe stanche, avrebbe voluto dire: «Be’, torniamo indietro», ma quando vide la faccia delusa di Pepe, propose: «Ce la possiamo fare lo stesso!»

«E se perdiamo la strada?» chiese il Pepe.

«Semplice!» intervenne Zac, che quando voleva sapeva sempre come arrangiarsi. «A ogni bivio incidiamo un piccolo segno sui tronchi degli alberi, così almeno sappiamo sempre come tornare indietro!»

Pepe si illuminò, commosso da come i due fratelli lo stessero aiutando nella grande impresa: la conquista della vetta di Monte Felicità. Che si rivelò, alla fine, un grandissimo successo.

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