Il riso e le bacchette

Un Mandarino cinese aveva vissuto tutta la vita secondo principi di onestà, lealtà e giustizia. Nonostante le lusinghe del potere, le tentazioni della ricchezza e degli sfarzi della vita di corte, il Mandarino era stato sempre corretto e incorruttibile e aveva sempre messo in pratica gli insegnamenti del maestro Confucio.

Giunto in età avanzata, il saggio Mandarino morì e fu subito destinato ad andare in Paradiso. Mentre s’incamminava verso il Paradiso, fu preso dalla curiosità di visitare l’Inferno.

S’inoltrò nei meandri oscuri degli inferi quando, ad un certo punto, vide una porta enorme tutta intarsiata da mani esperte. L’ aprì e, davanti ai suoi occhi, si svelò una scena inaspettata: c’era una enorme sala dove troneggiava una grande e ricca tavola imbandita di tutte le prelibatezze che un palato possa gustare… e, soprattutto, vi erano enormi vassoi colmi del cibo Benedetto e prediletto dal popolo cinese: il riso.

Intorno alla lunghissima tavola, erano seduti coloro che erano stati destinati all’ inferno. Essi avevano i volti deformati dalle smorfie di rabbia e rancore, mentre continuavano a digrignare i denti tentando, invano, di prendere il cibo con le bacchette che ognuno aveva ricevuto e portarlo alla bocca. Nessuno, però, riusciva a sfamarsi perché le bacchette erano lunghe ben due metri e, con bacchette di tale lunghezza, nessuno sarebbe mai riuscito a portarsi il cibo alla bocca.

Mentre il Mandarino era intento a guardare la scena, un dannato, con la voce rauca e iraconda, gli disse:

– Ehi, tu? Cosa ci fai qui? Cos’hai da guardare?

Il Mandarino, con la calma che proveniva dalla saggezza, rispose:

– Mi sorprende vedere come gli uomini riescano ad essere affamati pur vivendo nell’abbondanza.

E proseguì il suo cammino verso il Paradiso. Quale sorpresa ebbe il saggio mandarino quando, giunto alla porta del Paradiso, c’era la stessa porta intarsiata che si apriva sulla stessa sala immensa, con la stessa tavola imbandita di ogni bene e, soprattutto, di riso fumante.

Anche qui i commensali avevano bacchette lunghe ben più di due metri con le quali nessuno mai sarebbe riuscito a portarsi il cibo alla bocca. Ma, meraviglia delle meraviglie, a differenza dei commensali seduti al banchetto dell’Inferno, i loro volti erano sereni e le loro espressioni pacifiche; sulle loro labbra splendeva il sorriso e i loro occhi brillavano di gioia e generosità. Nessuno di loro soffriva la fame perché ognuno imboccava l’altro con le sue lunghe bacchette e la loro lunghezza rendeva facile porgere il cibo al proprio vicino.

Il Mandarino, allora, sedette al tavolo dei beati e disse:

– Avrò cura di scegliere per il mio vicino i bocconi più prelibati e lui farà altrettanto per me; così tutti vivremo in abbondanza e serenità. Questo è il Paradiso.

La storia di presentata, contiene tutti gli elementi che caratterizzano la cultura tradizionale cinese. Il racconto ha per protagonista il cibo che, come ben noto, rappresenta, in un sistema culturale, un fatto sociale totale nonché un elemento dal forte valore simbolico. L’ atto del nutrire qualcuno è gesto di profonda intimità e rievoca legami forti, oltre ad essere un vero e proprio inno alla vita. Questa storia è semplice e trova, proprio nella semplicità, l’universalità di un messaggio umano che trascende la specificità e la particolarità di un’appartenenza identitaria.

(Introduzione e attività didattiche a cura di Daniela Shawki; versione in lingua originale a cura di Mei Kin Yee Associazione A.M.I.C.I. onlus – Fiaba cinese)

Favola tratta da Fiabe per integrarsi 2 – Consiglio regionale della Puglia

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