In una piccola fattoria di campagna, viveva una famiglia di paperi compostala mamma, papà e otto fratellini di cui il più piccolo era Pierino, detto la peste perché stava sempre in movimento, curiosava dappertutto, non ascoltava la sua mamma papera che lo consigliava sempre di fare attenzione a non allontanarsi troppo, di essere ubbidiente, insomma di fare il bravo paperino.
Pierino era testardo come un mulo e un bel giorno, stanco dei soliti giochi e dei fratellini, s’incamminò verso il ruscello dove di solito la mamma lo portava a sguazzare nell’acqua.
Il paperino appena arrivato a destinazione si tuffò immediatamente e nuotò felice girovagando qua e là. Fece amicizia con una cosa verde con un grosso gozzo che disse di chiamarsi rospo… salutò e giocò con un piccolo uccellino, curiosò in un formicaio posto sotto una grande quercia e non si rese conto che si era allontanato troppo e stava arrivando la sera, anzi, si divertiva come un matto e cantava e rideva. Quel giorno di libertà aveva fatto volare il tempo e quando si rese conto dell’ora tarda ormai la frittata era fatta.
Pensò fra sé: “Ora ritorno a casa e domani verrò ancora a divertirmi, oggi ho giocato abbastanza con tutte le novità che ho visto”. Sembrava facile a Pierino la strada del ritorno. Con mamma la faceva ad occhi chiusi, ma era troppo buio e lui agitato e impaurito sbagliò direzione. Infreddolito, affannato e stanco, il piccolo papero sgranava gli occhi in cerca della sua casa. Ma nulla.
Ad un tratto, due grosse cose gialle dietro una siepe lo fecero svenire dalla paura. Al risveglio si ritrovò sotto l’ala protettrice della sua mamma la quale, anche se arrabbiata, spiegò con dolcezza al suo Pierino:
“Figliolo bisogna ascoltare i genitori, non fare ciò che si vuole e disubbidire. Il pericolo è sempre in agguato e se Flok, il cane della fattoria, non fosse venuto a cercarti a questa ora che avresti fatto da solo? Vedi allora per il futuro di ascoltarmi di più. I genitori c’insegnano cose buone, bisogna assecondarli. Prometti Pierino?”
Il papero, pentito e felice d’essere a casa, promise ubbidienza e da quel giorno la lezione l’imparò… eccome!!