Tanto tempo fa, a Carpi, nel grande castello dei Pio, viveva un valoroso cavaliere, con un’armatura d’oro e una spada di diamanti.
Un giorno decise di scappare dal castello per rubare un tesoro nascosto in una grotta posta nel centro del Monte Cimone, dove però viveva anche un gigantesco drago che sputava fulmini.
Per arrivare fino alla grotta, il cavaliere doveva superare quattro porte, ma questa prova era molto dura: avevano trovato la morte tanti altri cavalieri andati lì per lo stesso motivo.
Il cavaliere andò nei boschi dove, tra le radici degli alberi, era nascosta la chiave che serviva per aprire le quattro porte. Quando trovò la chiave, corse verso la prima porta, la aprì e vide tanti occhi rossi che lo guardavano: erano dei pipistrelli.
Il cavaliere passò in mezzo a loro correndo e arrivò davanti alla seconda porta, la aprì e vide che per arrivare alla terza porta, doveva attraversare un corridoio pieno di lame.
Il cavaliere riuscì ad attraversare il corridoio senza ferirsi, arrivò davanti alla terza porta e la aprì.
A questo punto vide quattro corridoi: in uno di questi brillavano dei grandi occhi gialli.
Il cavaliere li seguì e capì di avere scelto il corridoio giusto, che lo avrebbe portato nella grotta del drago.
Alla fine del corridoio trovò l’ultima porta, la aprì e vide migliaia e migliaia di monete d’oro, ma due di esse avevano un punto nero al centro.
Il cavaliere capì che erano gli occhi del drago, il quale spuntò all’improvviso dalle monete, emerse in tutta la sua imponenza, ma il cavaliere non esitò ad attaccarlo e gli tagliò di netto la testa con la sua spada.
Poi rubò tutte le monete, ritornò nel suo castello e fece felici tutti gli abitanti della città di Carpi distribuendo loro il tesoro.
Da quel giorno i carpigiani vissero felici e contenti.
Illustrazioni di: Carlotta Gallo