Mix, il gatto cieco, stava bene, più che bene, accanto al termosifone e ai suoi ricordi, quando sentì dei passettini lievi, lievissimi, ma svelti, che si avvicinavano, si fermavano e ricominciavano ad avvicinarsi.
All’improvviso, con la rapidità dei suoi anni migliori, Mix allungò una zampa anteriore e palpò un corpicino tremante sotto i suoi cuscinetti.
– Sentiamo un po’, che strano essere sei, tu? – domandò nella lingua dei gatti, dei topi e degli altri abitanti dei tetti.
Sotto la zampa, un topo cercava inutilmente di liberarsi, ma, per quanto piccolo, debole e fragile, era un topo molto astuto e, prima di rispondere, pensò in fretta e furia a tutto quello che sapeva sui gatti.
– Sono una lumaca, signor gatto. In effetti sono una lumaca viscida e schifosa…
– Una lumaca con orecchie, baffi e coda. Non avrei mai pensato che una lumaca potesse assomigliare tanto a un topo e nemmeno che fosse così chiacchierona…
– In effetti, signor gatto, mi ha scoperto: sono un topo e le assicuro che sono anche uno dei più interessanti che ci siano in giro…
Monaco. Max è cresciuto insieme al suo gatto Mix.
È un legame profondo, quasi simbiotico. Max, raggiunta l’indipendenza dalla casa paterna, va a vivere da solo, portandosi dietro l’amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e Mix, che sta invecchiando e sta perdendo la vista, è costretto a passare lunghe giornate in solitudine.
Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa di casa e intuisce che lì si nasconde un topo…
Un’altra grande storia di amicizia nella differenza, questa è la magia di Luis Sepúlveda.