La filastrocca della Gibiana

Racconta una storia di tanto tempo fa
che c’era un re cattivo che voleva una città.
L’aveva circondata con i suoi uomini migliori
ma non riusciva a entrare e perciò restava fuori.

In quella città viveva la Giubiana,
una donna vecchia e brutta che sembrava una befana;
aveva un naso grosso ed un bitorzolo sul mento,
nel cuore il desiderio di fare un tradimento.

Una notte di nascosto andò dal re cattivo
e gli diede le chiavi per l’attacco decisivo.
così il re entrò a mezzanotte su per giù
e conquistò il paese, il paese di Cantù.

Quando se ne fu andato il feroce tiranno,
presero Giubiana, autrice dell’inganno;
la bruciarono in piazza perché aveva tradito,
la bruciarono sul rogo dove il fuoco è garantito.

A noi questa storia piace solamente
se pensiamo che Giubiana non era una donna veramente
ma era l’inganno, la menzogna e il doppio gioco
ed è per questo che ogni anno ci divertiamo a darle fuoco.

LA LEGGENDA DELLA GIBIANA

La Gibiana è una strega magra, con le gambe lunghe e le calze rosse che vive nei boschi e, grazie alle sue gambe lunghe, riesce a non mettere mai piede a terra e si sposta di albero in albero. Per questo osserva tutti coloro che entrano nel bosco e li fa spaventare; l’ultimo giovedì di gennaio va alla ricerca di qualche bambino da portar via. Un giorno una mamma che voleva tanto bene a suo figlio, preparò una grande pentola di risotto giallo con la salsiccia e, la sera, lo mise sulla finestra. Il profumo era talmente delizioso che alla Gibiana venne l’acquolina in bocca e cominciò a mangiare il risotto. Il risotto era davvero tanto, ma talmente buono che la Gibiana lo mangiò tutto in pochissimo tempo, senza accorgersi che stava per sorgere il sole. Quando se ne accorse corse via e non tornò più: che mal di pancia le era venuto!

LA GAMBA DELLA GIBIANA

Al tempo dei nostri nonni gli uomini rimanevano in stalla fino a tarda sera e poi andavano a letto; una volta le donne si accordarono per fare una bella merenda: “Domani sera facciamo una bella merenda quando dormono gli uomini? – E cosa facciamo? – La cutiscia!”.

Uno degli uomini era rimasto nella cascina sopra la stalla e, dopo aver sentito cosa avevano intenzione di fare le donne, corse a dirlo agli altri: “Sapete che le donne vogliono fare una merenda quando noi siamo a letto questa sera? Facciamogliela vedere noi!”.

La sera stessa, dopo aver preparato la merenda, le donne lasciarono andare a letto gli uomini e andarono in stalla per la merenda. Quando la donna che aveva cucinato portò il cibo in stalla tutte quante esclamarono: “Oh che bello, finalmente riusciamo a mangiare in pace!”.

Le donne erano in stalla a festeggiare, ma gli uomini non erano andati a dormire: erano nella cascina a imbottire tante calze lunghe di diversi colori, come le gambe della Gibiana. Tra la cascina e la stalla c’era una botola per buttare giù il fieno; gli uomini l’aprirono e, mentre le donne stavano mangiando, calarono le calze che avevano preparato, urlando:
“Donne, donne
andate a letto che è mezzanotte!
San Pietro comanda,
San Paolo dice così
e se non volete crederci
guardate questa gamba qui!”

Tutte le donne fuggirono impaurite e gli uomini scesero per mangiare tutto al loro posto!

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