La storia di Jack O’ Lantern

C’era una volta una volta un fabbro di nome Jack che abitava in Irlanda. A Jack piaceva tantissimo bere birra e tutte le sere se ne andava al pub dove rimaneva finché l’oste non lo cacciava via ubriaco.

Jack non era molto ricco e spesso non aveva neppure i soldi per pagare. Una sera in cui Jack era rimasto al verde, un signore seduto al bancone del pub si offrì di pagargli l’ultima bevuta. Jack rimase a bocca aperta:

-Oh, grazie, grazie molte!!!! – disse.

Bella fortuna -penserete voi- incontrare un tipo così gentile. Fortuna??? Mica tanta, dato che il signore gentile altro non era che… il diavolo in persona. Povero diavolo, coi tempi che correvano, gli toccava pure andare in giro a cercare qualche anima da portarsi all’inferno. Infatti, in cambio dei soldi chiese a Jack:

– Tu dovrai darmi la tua anima!

Jack accettò subito ed il diavolo si trasformò in una moneta sonante da sei pence con cui Jack avrebbe dovuto pagarsi da bere. Ma Jack, lesto come una lepre, infilò la moneta (che era il diavolo) nel suo borsellino, dove teneva un piccolo crocifisso di argento.

Il diavolo aveva il sacrosanto terrore della croce, così non poté riprendere le sue sembianze e rimase imprigionato nella tasca di Jack.

– Liberami, su…liberami! Se non torno a casa per cena mia moglie diavola farà il diavolo a quattro con un diavolo per capello!!! – pregava da dentro il borsellino.

Jack, che era molto furbo, lasciò andare il diavolo con la promessa che non gli avrebbe più chiesto l’anima per i prossimi dieci anni. Il diavolo promise e Jack lo lasciò andare.

Passarono i dieci anni. Tante cose cambiano in dieci anni, sapete, ma Jack no: Jack era rimasto sempre il solito ubriacone, con qualche capello in meno sulla testa e qualche ruga in più sulla fronte, ma sempre puntuale la sera al pub, davanti la sua birra. E si era anche completamente scordato dell’anima venduta al diavolo! però una sera, mentre camminava sulla via che portava al pub, lo rivide.

– Ti stavo aspettando, Jack – disse il diavolo salutandolo – come passano in fretta dieci anni, vero? Jack pensò, tra sé e sé, che doveva escogitare qualcosa per salvare la propria anima.

Disse allora, fingendo di essere tranquillo (in realtà le gambe gli tremavano eccome, ma ci pensate, dover dare la propria anima al diavolo???)

– Sì, sì, certo. Ricordavo benissimo di doverti l’anima…te la do subito. Prima, però potresti mica andarmi a prendere qualche mela da quell’albero? Sai, ho una certa fame ed una bella mela, prima di andare all’inferno, proprio ci vuole. In fondo tu sei un diavolo, che ti costa volare sull’albero e farmi questa cortesia….

Il diavolo volò sull’albero, ma Jack, che era rimasto il solito furbacchione, con un coltellino incise una croce sulla corteccia del melo e il diavolo rimase bloccato tra le fronde, senza poter più né scendere né scappare.

– Fammi scendere, su, fammi scendere…- implorava il povero diavolo, buggerato per la seconda volta – ti prometto che rinuncerò per sempre alla tua anima!

Jack aveva ottenuto ciò che voleva. Cancellò la croce e se ne andò tranquillo e libero al suo bancone del pub. Passarono gli anni, Jack invecchiò felice. Poi, un giorno, giunse anche per lui il momento di morire.

Appena morto prese la strada per il paradiso e, giunto che fu alla sua porta, bussò con forza dicendo:

– Sono Jack, il fabbro irlandese! – San Pietro, che ben lo conosceva, gli disse: – Via da qui, non è certo il paradiso il posto giusto per un ubriacone e truffatore come te!

Jack, senza scomporsi, si recò allora all’inferno. – In fondo non si deve star poi così male laggiù – pensava – con quel bel calduccio…

Toc, toc, bussò. – Chi è là? – disse il diavolo.

  • Sono Jack, il fabbro irlandese!
  • Jack!!!!??? E cosa vuoi da me? Non ricordi che ti ho promesso di non prendere mai la tua anima?
  • Ma allora dove vado? – chiese Jack, un poco preoccupato – In paradiso non posso andare e qui tu non mi vuoi….
  • Te lo dico io dove andrai – gli rispose il diavolo- Vagherai per sempre da morto tra i vivi, nel mondo e nelle

Detto questo il diavolo gli lanciò un tizzone ardente, raccolto dal suolo dell’Inferno.

Jack prese il tizzone e lo mise dentro una zucca, in modo che il vento non lo spegnesse.

Poi se ne andò, vagando per il mondo fino ai giorni nostri, perché nemmeno il diavolo lo aveva voluto all’inferno.

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