Attenzione SPOILER!
Quanto vorrei tornare indietro di tanti anni, quando il giorno di oggi era di attesa e di preparazione, per la la necessità di dover confezionare il covone di fieno per il “ciuchino della Befana“.
lo cercavo di preparare quello che ritenevo migliore con la speranza che la mia generosità fosse ripagata. Mio nonno era mio complice; accudiva i buoi nella stalla vicino al fienile, lui era l’esperto e sapeva scegliere quello più pregiato da mettere appeso alla porta dove la Befana avrebbe legato il compagno di viaggio.
Avevo sentito dire da qualcuno che più rimaneva il somarello a togliersi la fame, più la “Vecchietta” sarebbe stata come si suol dire: “di manica larga“. Tutti gli anni dicevo al nonno di aumentare la dose, di fare un bel fascio e sperare nella provvidenza.
Avrei svuotato il fienile se il nonno non mi avesse avvisato che troppo fieno avrebbe fatto prendere una indigestione al povero animale; cosa da evitare.
II tempo passa velocemente ed arrivò quello che non era più consentito di credere alla Vecchietta portatrice di doni, con questo ebbe fine anche la bellezza di credere, attendere, e di gioire di quelle cose che poi da grande hai capito che sei stato preso in giro.
Non me la sono mai presa, anzi vorrei ancora credere alla Befana, perché mi ha fatto vivere momenti di gioia indimenticabili.
W LA BEFANA.
Poche righe dal libro UN PIENO Dl NOSTALGIA di Rolando Fabbrucci.
Nella foto scorcio del Brogo di Pagiano (Toscana).