Iliana e l’uccello Rualdo

Iliana e l’uccello Rualdo

Vivevano all’ombra del vulcano Poas, un’alta montagna ricoperta di verde vegetazione, Iliana e la sua tribù: Iliana era la figlia dello sciamano del suo popolo ed era molto amata.
La tribù era felice di vivere lì, in un luogo a cui il grande Dio aveva sorriso.

Erano conosciute tra la gente storie che raccontavano la collera del vulcano Poas, momenti in cui il vulcano, vomitando fuoco e roccia fusa distruggeva ogni cosa si trovasse sul suo cammino verso la valle sottostante.
Lo sciamano era reso inquieto da questi racconti, mentre Iliana non se ne preoccupava molto.

Iliana aveva stretto una forte amicizia con Rualdo, un uccello con piumaggio anonimo ma dotato di una voce incantevole. Lui cantava per lei ogni giorno e lei non si stancava mai di ascoltarlo ed applaudirlo.
Anche quando lei era malata ogni volta che Rualdo cantava per lei , un sorriso le si disegnava sul volto.

La Chlorophonia callophrys o “Rualdo bird”
E Rualdo l’ amava più di sè stesso, da quando lei gli aveva salvato la vita.
La vita nella tribù scorreva tranquilla finchè un giorno il vulcano cominciò a fumare e brontolare.
Lo sciamano, temendo per il suo popolo scalò la montagna e arrivato in cima al cratere fumante guardò giù nell’abisso:

“Perché stai minacciando la mia gente?” Gridò. Ma non ci fu risposta. Mise uno straccio sulla bocca e con attenzione si fece strada giù nel cratere, anche se il fumo pungeva gli occhi ed ondate di calore lo aggredivano.

“Perché stai minacciando il mio popolo?” Gridò. «Che cosa ci vuole per farti smettere?”

In un profondo ringhio la montagna parlò “Portami tua figlia per un  sacrificio, e tutto andrà bene con la vostra gente.”

Le parole del Poas penetrarono come una lama nel cuore dello sciamano.

“Mia figlia? Lei è la mia unica figlia. Per favore. C’è qualcos’altro che possiamo offrire? ”

Ma la montagna tacque.

Lo sciamano tornò alla sua tribù ma i giorni passavano, ed il fumo diventava più spesso.

Alla fine, in preda alla disperazione, lo sciamano si recò nuovamente alla cima della montagna,  questa volta con la figlia legata mani e piedi.  Rualdo seguiva da lontano. Guardò con orrore mentre  con un gemito di dolore, lo sciamano gettò la figlia nella bocca del Poas.

Rualdo aveva il cuore spezzato. La vita senza la sua amica sarebbe  stata insopportabile. Senza preoccuparsi per se stesso, egli volò nel nucleo del vulcano, in mezzo al fumo ed offrì la sua canzone per la vita della ragazza.

“Ti offro la mia voce” disse Rualdo “chiunque l’ascolta dice che è dorata”

Nonostante il fumo sulfureo che gli bruciava la gola Rualdo continuò a cantare. Cantò della bellezza della sua terra natale, dell’amicizia e della fedeltà e mentre cantava, il rombo cessò  e Poas, commosso dalla voce del piccolo uccello, cominciò a piangere. La montagna pianse così tanto che le sue lacrime divennero la grande  Laguna Botos.

La Laguna Botos secondo la leggenda si è formata dalle lacrime del vulcano Poas, commosso dalla bellezza della voce di Rualdo
Rualdo perse la sua bellissima voce nel fuoco della montagna e non potè più cantare, ma il grande Dio, come regalo per il suo coraggio, gli diede in dono il piumaggio più brillante che si fosse mai visto in tutto il Costa Rica.

Da quel giorno, Rualdo ed Iliana rimasero più inseparabili che mai e c’è chi ancora giura, molto tempo dopo, di sentire ancora cantare anche se questa volta non si tratta di Rualdo, ma di Iliana che canta al suo piccolo, silenzioso amico.

Fonte del testo: Pimp my Trip

Kathy & sam from Beaverton OR, USA, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Ascolta il testo di questa fiaba del Costa Rica

Ascolta “Speciale Elikya: Favola dal Costa Rica: Iliana e l’uccello Rualdo” su Spreaker.

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