C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Giallo.
No, Rosso!
Ah, sì, Cappuccetto Rosso. La sua mamma la chiamò e le disse: Senti, Cappuccetto Verde…
Ma no, Rosso!
Ah, sì , Rosso. Vai dalla Zia Diomira a portarle questa buccia di patata.
No: vai dalla nonna a portarle questa focaccia.
Va bene. La bambina andò nel bosco e incontrò una giraffa.
Che confusione! Incontrò un lupo, non una giraffa.
E il lupo le domandò: Quanto fa sei per otto?
Nente affatto. Il lupo le chiese: Dove vai?
Hai ragione. E Cappuccetto Nero rispose…
Era Cappuccetto Rosso, Rosso, Rosso!
Sì, e rispose: Vado al mercato a comperare la salsa di pomodoro.
Neanche per sogno: Vado dalla nonna che è malata, ma non so più la strada.
Giusto. E il cavallo disse…
Quale cavallo? Era un lupo.
Sicuro. E disse così: Prendi il tram numero settantacinque, scendi in Piazza del Duomo, gira a destra, troverai tre scalini e un soldo per terra, lascia stare i tre scalini, raccatta il soldo e comprati una gomma da masticare.
Nonno, tu non sai proprio raccontare le storie, le sbagli tutte. Però la gomma da masticare me la comperi lo stesso.
Va bene: eccoti il soldo.
E il nonno tornò a leggere il suo giornale.
Fiaba tratta da “Favole al telefono”, Einaudi, Torino 1962