- Babbo Natale siamo proprio nei guai! – esclamò con un’espressione evidentemente preoccupata Rossofuoco.
Babbo Natale osservò divertito le guance del folletto che diventavano paonazze ogni volta che provava una forte emozione.
- Cosa sarà mai successo amico mio- rispose cercando di rassicurarlo con un simpatico buffetto sulla piccola spalla. Rossofuoco gli porse la lettera che aveva in mano restando molto serio.
Era una bella lettera con tanti disegni e cuoricini colorati scritta con una calligrafia molto curata e ordinata:
«Caro Babbo Natale,
mi chiamo Giulio ho 7 anni e mi sono trasferito da pochi giorni in una grande città. I miei genitori lavorano tutto il giorno e io mi sento molto solo. Sono sicuro che vorrai aiutarmi regalandomi un nuovo amico per Natale. Ti ringrazio tantissimo e ti mando un grosso bacione!
Il tuo affezionato Giulio. »
- Pofforbacco! – esclamò Babbo Natale, – Questo è un desiderio proprio difficile da esaudire… Scavadesideri! Vieni subito qui per favore! –
Il folletto Scavadesideri avanzò trotterellando nel grande salotto di Babbo Natale tenendo in mano una specie di buffo mestolo dorato con il manico ricurvo. Babbo Natale batté le sue grandi mani per tre volte sopra alla lettera di Giulio facendo scivolare sul pavimento un mucchietto di polvere azzurrina. Scavadesideri cominciò a scavare al centro del mucchio con il mestolo formando un buco, ci infilò dentro la minuscola testa e ne uscì quasi subito con le orecchie tutte coperte di sottile polvere azzurra.
- Un desiderio che deve senz’altro essere esaudito! – sentenziò sicuro dopo aver accertato che Giulio meritava davvero il suo regalo perché era sempre stato un bravo
- Allora è davvero un grosso problema.- sussurrò Babbo Natale tra sè. Non poteva mica fabbricarglielo un Non era così semplice come fare un pupazzo o costruire un trenino! Non poteva certo prendere un bambino, incartarlo, metterci sopra un bel fiocco rosso e farglielo trovare sotto l’albero… ma non poteva neanche deludere Giulio che si era comportato sempre bene e quindi meritava un bel regalo.
- Forse Memorino potrebbe aiutarmi. – pensò. – Memorino! Vieni ti prego, ho bisogno di te!
Dalla porta entrò molto lentamente un folletto magrissimo con una lunga barba bianca nella quale rischiò più volte di inciampare data l’andatura malferma. Del resto Memorino era molto anziano, aveva più di mille anni.
Non era più agile come un tempo ma la sua memoria era prodigiosa, registrava ogni avvenimento, conosceva alla perfezione tutte le liste dei regali che erano stati consegnati da quando lavorava con Babbo Natale, nulla poteva sfuggirgli.
- Amico mio, ho bisogno del tuo Ricordi altri casi simili in passato? Sapresti dirmi come li abbiamo risolti?-
Memorino chiuse gli occhi assorto in una profonda concentrazione. Nella sua mente passarono in un istante tute le liste dei regali consegnati e tutte le soluzioni adottate nei casi più difficili ma non era mai capitato in mille anni niente del genere.
Babbo Natale cominciò a passeggiare pensieroso nel suo salotto cercando una possibile soluzione.
Intanto a migliaia di chilometri di distanza Giulio stava addobbando l’albero di Natale.
Avrebbe voluto farlo con i suoi genitori ma purtroppo avevano dovuto fermarsi in ufficio fino a tardi e così aveva iniziato da solo sperando che riuscissero ad arrivare in tempo per finirlo assieme. Ormai però mancava solo il puntale.
- Per fortuna che Babbo Natale mi porterà presto un nuovo amico almeno non sarò più tanto solo.- pensò Giulio pieno di speranza.
Aveva provato a fare amicizia con i bambini del condominio ma gli erano sembrati tutti molto diffidenti. L’avevano salutato con un cenno e poi avevano continuato a giocare per conto loro. Giulio era un po’ timido e non aveva voluto insistere però adesso Babbo Natale avrebbe risolto tutti i suoi problemi.
Guardò fuori dalla finestra, era già buio e si vedevano luccicare le prime stelle. Giulio chiuse gli occhi e cercò di immaginare il suo nuovo amico… Nella fabbrica di giocattoli di Babbo Natale c’erano milioni di pacchetti di tute le forme e dimensioni già confezionati e restavano ancora regali di ogni genere da incartare: trenini elettrici, piste per le macchinine, coniglietti ed orsacchiotti di pezza, bambolotti grandi e piccoli, burattini dalle buffe espressioni, costruzioni multicolori, puzzle… Babbo Natale pur continuando a girare in lungo e largo la fabbrica di giocattoli interpellando i folletti responsabili dei vari reparti non trovò nessun amico per Giulio.
Passarono velocemente i giorni e Babbo Natale non sapeva proprio cosa fare, se avesse deluso anche un solo bambino avrebbe perso i suoi poteri e la magia del Natale sarebbe finita per sempre. Solo a pensarci si sentiva male. Cosa avrebbero fatto milioni di bambini senza di lui? Avrebbero perso la voglia di immaginare e di sognare… non poteva permetterlo!
Ormai era arrivata la vigilia di Natale.
La slitta era piena di pacchetti variopinti da consegnare. Lunghissime file di gnomi e folletti lavoravano incessantemente controllando che non mancasse nulla…
- Martino Lunghetti – leggeva dal suo enorme libro Babbo Natale
- Pacco 615 – rispondeva prontamente il folletto Numerotto spuntando dalla sua lista il numero del regalo mentre Ricerchino trascinava con un evidente fatica il pacco molto più grande di lui.
- Si tratta di un trenino elettrico – faceva eco il folletto Indirizzino controllando con la massima attenzione che l’indirizzo di destinazione fosse corretto.
Caricare la slitta di Babbo Natale non era certo un’impresa facile ma l’organizzazione ormai era consolidata ed estremamente efficiente tanto che non si erano mai verificati errori in precedenza.
Solo una volta in verità, una decina di anni prima, ad una bambina era stata consegnata una macchina telecomandata anziché un orsetto di pezza ma si era subito scoperto che la sua letterina era stata modificata dal fratello e Babbo Natale aveva immediatamente provveduto a rimediare allo scherzo.
La richiesta di Giulio, però, stava mettendo in crisi l’intero sistema.
- E’ la prima volta che non riesco ad accontentare un bravo bambino -pensò tristemente Babbo Natale caricando l’ultimo regalo.
Stava per salire sulla slitta quando improvvisamente il sorriso tornò ad illuminargli il viso.
- Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?- esclamò chiamando il folletto Gli bisbigliò qualcosa all’orecchio e qualche istante dopo il folletto, che era il più veloce di tutti, tornò con un grosso involucro coperto da un panno rosso e da un grande fiocco dorato.
- Amiche mie si parte! – gridò felice Babbo Natale invitando le renne a mettersi in in volo.
Quella notte Giulio non riuscì a prendere sonno. Era molto emozionato all’idea di conoscere finalmente il suo nuovo amico. Dopo la mezzanotte aveva sentito dei rumori ovattati in salotto ma non aveva osato andare a vedere perché sapeva che Babbo Natale non doveva essere disturbato durante le sue consegne.
Al suono delle campane del mattino era già in piedi vestito di tutto punto e pronto per presentarsi al suo nuovo amico.
Sbirciò timoroso dalla porta del salotto e sotto all’albero vide un cesto coperto da un panno rosso con un grande fiocco dorato. Pensò un po’ deluso che il suo nuovo amico forse era troppo piccolo per lui ma poi concluse che era meglio avere la compagnia di un bambino piccolo che non avere nessuno e quindi si avvicinò incuriosito al cesto.
Sollevò con trepidazione il panno e… meraviglia!
Dalla cesta sbucò fuori un tenero cucciolo tutto bianco con due occhioni grandi e dolcissimi che cominciò subito a scodinzolare leccandolo dappertutto.
- Allora sei tu il mio nuovo amico! – esclamò Giulio contento anche se non aveva trovato esattamente quello che aveva chiesto.
Vicino alla cesta c’era un biglietto blu con scritto a grandi lettere dorate
«DOVRAI AVERE SEMPRE CURA DI ZUCCHERINO. PORTALO SUBITO A FARE UNA PASSEGGIATA.
UN GROSSO BACIONE DA BABBO NATALE »
-Vieni Zuccherino! Andiamo a divertirci con la neve!- disse prontamente Giulio al cagnolino che stava già trotterellando vicino alla porta per invitarlo ad uscire.
Nel cortile del palazzo si era formato un soffice strato di neve e c’erano tanti bambini che stavano già giocando.
Quando videro arrivare Giulio con il suo simpatico cagnolino gli andarono subito incontro presentandosi.
- Sai che è proprio forte il tuo cucciolo, mi piacerebbe giocare ancora con lui e con te. Diventiamo amici vuoi? – gli disse un bambino con una simpatica faccia tutta coperta di lentiggini stringendogli la
Giulio non aspettava altro.
Adesso oltre al cucciolo aveva trovato anche un nuovo vero amico…