Tra mito e realtà

Lord Seymour, primo ministro del duca d’Este di Modena nella metà del 1500, era un buongustaio e un ottimo bevitore.

Seymour: “Buonissimo questo pollo, caro Duca.” Duca: “Sono contento che le piaccia, Lord Seymour.

E del mio vino, cosa ne pensa?”

Seymour: “Ottimo! Ottimo anche quello.

Si sta così bene, qui da Lei.”

Duca: “Certo, carissimo Lord Seymour, certo. Sicuramente non rimpiange la sua Inghilterra, vero?” Seymour: “Può dirlo forte, Duca!”

Alla sua scomparsa, il Lord fu pianto da tutti, ma non si trattò di morte definitiva…

Seymour, infatti, prima di morire, bevve un nocino molto speciale, preparato per lui da una sua carissima amica, una dama estense esperta di magia nera.

E grazie a questo liquore, egli divenne un vampiro: il famoso Ruthwen!

La donna lo aiutò a entrare in gran segreto nella duecentesca, splendida Torre Ghirlandina, lì da dove Ruthwen usciva solo di notte, quando era impossibile sconfiggerlo, per assalire le sfortunate persone che divenivano il suo pasto!

Ruthwen: “Signorina, venga qui, per favore, si avvicini.”

Cittadina: “Chi mi chiama? Non vedo nulla… È così buio…”

Ruthwen: “Non abbia paura! Sono solo un povero vecchio.

Sono caduto. Mi aiuti, sia gentile.”

Cittadina: “Va bene, ma niente scherzi, altrimenti urlo.”

Ruthwen: “Grazie, signorina, grazie.”

Cittadina: “Eccomi, signore. Prenda la mia mano. Così, bene…

Ma come è fredda! Si sente be… Ma lei é un vampiro!

Aiutoooo! Aiut.”

Ruthwen: “Ahahahahah! Molto gustosa, signorina, molto gustosa! Ahahahahah.”

Le tantissime sparizioni gettarono nello sconforto l’intera città di Modena.

Prima cittadina: “È sparita un’altra ragazza, questa notte.”

Secondo cittadino: “Davvero?”

Prima cittadina: “Sì! Non é rientrata a casa e i suoi conoscenti non riescono a trovarla da nessuna parte.”

Terza cittadina: “Mio Dio! Sono terrorizzata! È la quinta persona che sparisce in questo mese. Cosa sarà successo? Ho paura!”

Secondo cittadino: “Non lo so, ma non si preoccupi, sicuramente ci sarà una spiegazione razionale.”

Terza cittadina: “Lei crede? Io, invece, ho l’impressione che stia accadendo qualcosa di molto brutto.”

Quarta cittadina: “Tutto è iniziato subito dopo la morte di Lord Seymour.”

Quinto cittadino: “Ma è solo una coincidenza.

Era una così brava persona, cosa dovrebbe c’entrare la sua morte con queste sparizioni?”

Quarta cittadina: “Non lo so. Non so più che pensare.”

Dopo quasi settant’anni di sofferenze, nell’anno 1620, un grande uomo modenese, il poeta Alessandro Tassoni, decise che bisognava risolvere il problema.

Interrogò una signora molto vecchia, di quasi novant’anni, che gli disse che tutto era cominciato subito dopo la morte di Lord Seymour.

Tassoni, incuriosito, si recò al Palazzo Ducale nel tentativo di scoprire qualcosa, quando, all’improvviso, si ritrovò tra le mani un diario chiuso a chiave!

Forzò la serratura, aprì e lesse: era la confessione di una donna che diceva di aver preparato un nocino per tenere in vita il suo amore… Tassoni comprese subito tutto e, la mattina dopo, informò la città.

Tassoni: “Cari concittadini! Da tanti anni, ormai, nella nostra città ci sono misteriose sparizioni.”

Folla di cittadini: “È vero! Non se ne può più.”

Prima cittadina: “Ma da cosa dipende tutto questo?”

Tassoni: “Credo di aver scoperto tutto!”

Folla di cittadini: “Davvero?”

Tassoni: “Sì, amici. E le notizie non sono buone…

Il punto è che la nostra Torre è abitata da… Da… Un vampiro!”

Folla di cittadini: “Un vampiro?!”

Secondo cittadino: “Ma i vampiri non esistono, signor Tassoni!”

Tassoni: “Invece sì, cari concittadini. E uno di loro è proprio in quella torre, davanti a noi.”

Terza cittadina: “Mio Dio! Svengo.”

Quarto cittadino: “Ma è terribile! Scappiamo via, allora!”

Tassoni: “Calmatevi! Il vampiro di giorno non si fa vedere…” Quinto cittadino: “Ma chi sarebbe questo vampiro?”

Tassoni: “Si fa chiamare Ruthwen.

In vita era Lord Seymour, ministro del Duca D’Este.”

Folla di cittadini: “Oooohhh…”

Secondo cittadino: “E che faremo, adesso?”

Tassoni: “So che amava molto la nostra cucina.

Se le cose non sono cambiate, avrei un’idea…”

Folla di cittadini: “Ci dica tutto, signor Tassoni!”

Tassoni: “Domenica organizzeremo un gustosissimo banchetto, proprio qui in piazza, di mattina, quando i vampiri sono vulnerabili. Dobbiamo sperare che l’odore del cibo costringa Ruthwen a scendere tra noi e…”

Folla di cittadini: “Ma noi abbiamo paura! E se ci assale?! Ma non è rischioso?!”

Tassoni: “Calmatevi, amici… Dicevo, dobbiamo sperare che scenda tra noi per mangiare e bere… L’ora, il cibo e il vino dovrebbero renderlo debole, così noi potremo sconfiggerlo.”

Sesto cittadino: “Funzionerà, signor Tassoni?”

Tassoni: “Io credo valga la pena provarci. Che ne dite?”

Folla di cittadini: “Va bene! Non possiamo continuare a vivere nell’incubo!”

Così, fu organizzato un meraviglioso pranzo in Piazza Grande, proprio ai piedi della Ghirlandina: gnocco fritto della trattoria Madonnina di Modena, tigelle di Pavullo, Salumi di Casamodena, Bensone di Nonantola e Lambrusco Rossofosco, di Formigine. Ruthwen non resistette a quei deliziosi profumini e, a mezzogiorno in punto, uscì dalla sua bara, lasciò la torre e si fiondò sui piatti tra lo stupore e il terrore dei Modenesi.

Primo cittadino: “Eccolo!”

Secondo cittadino: “È bruttissimo!”

Terza cittadina: “È mostruoso!”

Quarta cittadina: “Ho paura!”

Quinta cittadina: “Io vado via…”

I cittadini, però, si fecero forza, attesero che Ruthwen si fosse riempito di cibo e di tanto, tanto vino e, sorprendendolo sazio e quasi ubriaco, lo decapitarono, liberando quindi la Ghirlandina e l’intera città di Modena.

Tutti, felicissimi, discussero di cosa fare della testa del vampiro: le idee furono tantissime, ma Tassoni, ricordando la meravigliosa opera che aveva scritto solo pochi anni prima, propose di sistemarla in una secchia molto speciale… la secchia rapita!

Il suggerimento del poeta fu accolto all’unanimità, Tassoni fu portato in trionfo e la secchia, contenente ancora il capo di Ruthwen, è visitabile oggi al Palazzo dei Musei di Modena.

Scritta da: classe 4a C (A/S 2013/14) – Scuola Primaria “Sant’Agostino” – Sassuolo (MO)
Illustrazioni di: Sara Gombia

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