Tanto e tanto tempo fa, quando il tempo era ancora giovane, in un villaggio del regno del Sudan, scorreva un grandioso e bel fiume, ma tanto bello quanto pericoloso. Le donne del villaggio temevano nell’andarvi a lavare pentole, mestoli, vestiti e lenzuola. In quelle acque pulite e fresche, infatti, si nascondevano coccodrilli, ippopotami e altri bestie pericolose e spaventose.
Ed ecco che un giorno, a una donna incinta che si recava al fiume per attingervi l’acqua, si fece avanti un ippopotamo. L’animale era unico nel suo genere. Era infatti di due tonalità: il suo corpo era tinto di grigio, mentre i suoi piedi erano bianchi. Sul viso gli passava una striscia bianca e gli occhi erano dorati come il sole.
La donna, nel vederlo. si spaventò molto, ma l’ippopotamo la tranquillizzò. Le parlò con voce calda, pacata e suadente, offrendosi di dare protezione, a lei e al suo villaggio. Qualche tempo dopo, la donna diede alla luce una bellissima bambina che chiamò, come l’ippopotamo le aveva suggerito, Sadio, che significa pura. L’amicizia tra la giovane e l’ippopotamo, che nel villaggio tutti ormai chiamavano Mali, si trasformò presto in amore. Ma un giorno venne in cui arrivò un cacciatore che si innamorò della ragazza.
Nel villaggio tutti sapevano che non poteva nutrire alcuna speranza, perché il cuore di lei era solo per Mali. Il giovane cacciatore, però, non accettando di farsi da parte, si mise a complottare contro l’ippopotamo, tanto da arrivare a ucciderlo. Senza Mali a proteggere il villaggio e i suoi abitanti, il fiume ridivenne molto pericoloso e Sadio, più triste che mai, decise in cuor suo che non si sarebbe mai più risposata. La morale della fiaba è che le azioni egoistiche, anche di una sola persona, possono arrecare dolore e difficoltà a tanti altri.
Scritto da MAMADOU MBENGAS per la rivista piccolomissionario.it
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