Una grande passione

Mio figlio Olli non si fa vivo. Sono ormai ore che pesca.

Mio figlio, quando siamo al mare, pesca. Quando proprio non pesca, è perché non lo può fare: o c’è troppo mare e l’amo gli batte sugli scogli, o ha finito le esche e il negozio è chiuso, o c’è il sole a picco e allora glielo vieto io per paura che si ustioni.

Quando non pesca, generalmente mio figlio fa due cose: o legge o disegna. Gli piace anche molto giocare a pallone, se non fosse per quel- l’unico inconveniente: non si può giocare da soli.

E raccogliere quella decina di compagni che serve  è un’impresa: uno non può, uno abita lontano, uno deve andare a tedesco, a judo, a chitarra, un altro ha già i suoi amici…

Olli non ce la fa. Al ventesimo tentativo mi dice:

– Non pensi che non gliene importi niente a nessuno di giocare con me?

Cerco inutilmente di dargli torto, ma il problema è che la penso come lui. Però, adesso che arriva, lo strozzo. Non può stare sul molo tutto il giorno! Ma Olli non arriva. Mi guardo intorno: tutti che giocano. Tutti felici. Tutti che fanno il bagno, corrono, scherzano. Olli no. Olli deve pescare, lui! Ma tutti chi? Saranno quattro, forse cinque ragazzi che giocano, e mi sembrano anche piuttosto annoiati.

Olli torna che sono quasi le due del pomeriggio, un sole a picco e niente vento.

Lo vedo comparire all’orizzonte, una figurina magra in controluce con la sacca sulla spalla e il secchio che gli sballonzola al ginocchio. Cotto di sole, raggiante: con sé porta otto pesci, tra cui una sogliola, due triglie e uno strano pesce a righe non meglio identificato.

Adatt. da “Palline di pane” di Paola Mastrocola – Ugo Guanda Editore

Agosto. Emilia, fotografa quarantenne, parte per le vacanze in Sardegna. Un marito in India per lavoro, una bambina di sei mesi che patisce il mare, un figlio undicenne che, fortemente determinato a isolarsi dall'”umanità coetanea” per rivendicare il diritto a una felicità tutta sua, passa il tempo a pescare e fabbricarsi le esche impastando palline di pane. L’unico aiuto potrebbe essere la nuova baby-sitter: ma è un’enigmatica ragazza portoghese che non sa una parola di italiano e si porta dietro un’inverosimile macchina da cucire a pedali. La vacanza inizia e dà vita a una serie di situazioni buffe e di reazioni imprevedibili, che s’insinuano tra le chiacchiere in spiaggia e scardinano certezze e opinioni comuni e conformiste.

Check Also

Natale: La felicità è in un semplice gesto!

Natale: La felicità è in un semplice gesto!

Il brano è un racconto di Natale, scritto dalla maestra Anna Grazia, che celebra la …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.