Si chiamava Assuntina e viveva sola. Suo marito era morto già da tempo e l’unico suo figlio l’aveva dimenticata. Assuntina era una donna silenziosa, rassegnata e semplice. Viveva in un piccolo appartamento di un condominio della zona povera della città. Con la sua pensione riusciva a chiudere il mese, amministrando tutto con attenzione, parsimonia e sacrifici.
Il mese stava per finire e nel borsellino rimanevano ancora 100 euro; con quelli doveva riuscire a fare tutto. Una mattina decise di andare a fare spesa ma, aprendo il borsellino, lo trovò vuoto. I soldi erano spariti! Assuntina cominciò a preoccuparsi perché mancavano ancora 10 giorni al ritiro della pensione. E doveva pagare acqua e luce.
Ricordò che forse aveva aperto il borsellino in fondo alle scale la sera prima. Scese pian piano le scale, ma i 100 euro non c’erano. Risalì e bussò alla porta della signora Martina: «Cara amica, non avreste trovato per caso una banconota da 100 euro sulle scale? Credo di averli persi ieri sera». «No – ripose Martina –, non ho visto nulla. Poi sa che sono mezza cieca e la scala è buia. Andiamo a vedere insieme».
Andarono e risalirono preoccupate.
«Certo che se li ha trovati lei… col corno che me li restituisce», cominciò a pensare Assuntina. In quel momento passarono alcuni giovani chiassosi e ridanciani che vivevano all’ultimo piano. Erano di quei giovani punk, con orecchini, catene al collo, giubbotto nero di pelle, capelli a spazzola tinti a tre colori…
Anita prese coraggio e chiese: «Ragazzi, per caso avete trovato 100 euro? Li ho persi e non ho più niente». «Nooo, ci dispiace un sacco!», risposero a una voce i ragazzi. A dir vero, né Assuntina né Martina ci credettero. Assuntina ebbe un altro brutto pensiero: «Figurati se con quella faccia da drogati, ti restituiscono i soldi!».
Mentre entrava in casa, ricordò di essere passata in chiesa. Senza perder tempo, andò e trovò Simone, il sacrestano, che gli rispose che aveva appena pulito e raccolto solamente polvere. Ma neanche
la risposta di Simone convinse Assuntina: «Oggi sono tutti avidi di soldi – pensò tra sé e sé –. Chi si preoccupa di una poveraccia come me?».
Assuntina rientrò a casa tutta triste, sconsolata e preoccupata. Passò ore frugando e cercando. Verso le 5 del pomeriggio sentì bussare alla porta. Era Martina: «Sai, in fondo alle scale, guardando con attenzione – le disse – ho ritrovato i 100 euro. Sono contenta per te! Prendi, Dio è grande!».
«Brutta bugiardona – pensò tra sé sospettosa Assuntina –, ti sei pentita, eh! Ti mordeva la coscienza!». Sorrise, comunque, e ringraziò con calore la sua amica. E la serenità tornò a riempire il suo cuore.
Mezz’ora dopo qualcuno bussò nuovamente alla porta. Era Simone: «Assuntina, il parroco questa mattina ha trovato questa banconota da 100 euro e mi ha detto di portartela subito». «Ma no – rispose la donna –, li hanno già trovati e me li hanno riportati». «No, no, prendili, sono tuoi. Il don li ha trovati in chiesa».
Assuntina si ritrova ora con 200 euro.
Emozionata, riprende la preghiera del rosario. Non sa più che cosa pensare. E comincia a pentirsi di aver pensato male di tutti.
Mezz’ora dopo ancora, riascolta le solite urla sgangherate. Bussano alla porta.
Sono quei giovani dai capelli a spazzola a tre colori… «Signora, in fondo alle scale, nell’angolino più oscuro, abbiamo trovato i suoi 100 euro… Ciao, peace, good luck, so long!» e se ne vanno con quei
saluti dei giovani per lei misteriosi. Assuntina è ora paralizzata. Comincia a credere nel miracolo dell’amore e a piangere di gioia, ma anche di tristezza.
Aveva dubitato e pensato male di tutti, e ora si ritrova con i soldi moltiplicati.
Ringrazia Dio e prende in mano il libro di preghiere. Lo apre, ed ecco i soldi che lei stessa aveva nascosto tra le pagine. Aveva perso 100 euro e ora si ritrova con ben 400! È il miracolo della moltiplicazione dei
cuori. Assuntina comincia a comprendere il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Se tutti condividono, nessuno vive più nel bisogno. Se ognuno invece pensa solo a sé stesso, ci sarà sempre
chi soffre e vive nell’insicurezza, nella solitudine e nella disperazione.
Racconto scritto da padre TERESINO SERRA; tratto da Piccolo Missionario.