In un grande condominio di periferia, a qualche piano di distanza abitavano due giovani famiglie. In entrambe le famiglie c’era una bambina.
Le due bambine, Noemi e Rosa, erano coetanee e frequentavano la stessa scuola.
Un giorno, per una brutta disgrazia, la piccola Rosa mori. Il dolore e l’impressione furono fortissimi, anche nell’altra famiglia.
Quella sera, Noemi non tornò a casa all’ora solita. La mamma e il papà erano molto preoccupati e stavano per uscire a cercarla, quando sentirono i suoi passettini giù per le scale. Il padre, che aveva già la mano sulla maniglia
della porta, le chiese burbero:
«Dove sei stata?».
«Dalla mamma di Rosa» rispose tranquilla Noemi.
«A far che?».
«A consolarla perché è morta la sua bambina».
«E che potevi fare, tu cosi piccola, per consolarla?» chiese un po’ ironicamente il padre.
La bambina lo guardò con i grandi occhi luminosi e disse: «Sono salita sulle sue ginocchia e ho pianto con lei».
Pensano i grandi
- Piangere insieme, condividere il dolore può aiutarci a sopportare le perdite più strazianti.
- Quelli che restano possono compensare la scomparsa di quelli che se ne sono andati.
- L’amore non muore mai. In qualche modo, la solidarietà e la vicinanza riempiono il vuoto lasciato da chi è morto.
- Gli esseri umani conoscono un sentimento unico chiamato «consolazione». Quasi sempre riesce a eliminare il dolore spirituale.
Penso io
- Quando mi capita qualcosa di brutto, piangere in braccio alla mamma o al papà mi fa stare meglio.