Noi risorgeremo
C’era una volta un gelso centenario, pieno di rughe e di saggezza, che ospitava una colonia di piccoli bruchi. Erano tutti onesti e laboriosi, di poche pretese. Il buon vecchio gelso li nutriva tutti e passava il tempo sonnecchiando, cullato dal rumore delle mandibole dei suoi ospiti. Il bruco Giovanni era l’unico che passava volentieri il suo tempo a chiacchierare col gelso: «Sei fortunato, vecchio mio — diceva Giovanni al gelso — te ne stai tranquillo, in ogni caso. Sai che dopo l’estate verrà l’autunno, poi l’inverno, poi tutto ricomincerà. Per noi, invece, la vita è cosi breve…».
Il gelso rideva e rideva, tossicchiando un po’: «Giovanni, mio caro Giovanni, ti ho spiegato mille volte che non finirà così! Non morirai. Diventerai una stupenda creatura, invidiata e ammirata da tutti..
Giovanni brontolava: «Non prendermi in giro! Mai nessun poeta ha dedicato una poesia ai bruchi: siamo detestati da tutti. Tutto quel che dobbiamo fare è mangiare e ingrassare. E basta!».
Qualche volta bruco Giovanni confidava agli amici le parole del gelso; ci trasformeremo in creature bellissime, in esseri alati… «Stupidaggini! Povero incredulo Giovanni! Inventano di tutto per farci stare buoni…».
Ben presto i tiepidi raggi del sole cominciarono a illuminare tanti piccoli bozzoli bianchi, sparsi qua e là sulle foglie del vecchio gelso.
Un mattino anche Giovanni si svegliò in preda ad un invincibile torpore. Si rivolse al gelso: «Ti devo salutare; è la fine.
Devo costruirmi anch’io la mia tomba; sono rimasto l’ultimo..
«Ho già cominciato a godermi il silenzio. Avete spogliato tutti i miei rami; sentirò un po’ di freddo. Arrivederci Giovanni!», sorrise il gelso.
«È un addio, amico mio. Addio». Lentamente, Giovanni cominciò a farsi il bozzolo.
«Oh», ribatté il gelso, «vedrai, vedrai.
In primavera una farfalla stupenda, dalle ali rosse e nere, volava leggera intorno al gelso.
«Hai visto, Giovanni, che avevo ragione io? Hai già dimenticato come eri poco tempo fa!».
Pensano i grandi
- Come i bruchi, gli esseri umani credono soprattutto in ciò che vedono e toccano. Per molte persone l’esistenza di un’altra vita è solo illusione.
- È proprio questo il messaggio di Gesù: «Dio non distrugge la vita che ha creato! La trasforma con il suo amore per l’eternità».
- In fondo, il problema è semplice: fidarsi o non fidarsi di Gesù di Nazaret. I cristiani sono coloro che hanno deciso
di fidarsi totalmente di Lui. - Se la vita termina con la risurrezione per l’eternità, questa nostra esistenza è solo l’inizio di qualcosa di molto importante.
Penso io
- Credere in un’altra vita si può! Io mi fido di Gesù!