Le avventure di Huckleberry Finn – Mark Twain

Le avventure di Huckleberry Finn letto da Pierfrancesco Poggi. Ediz. a caratteri grandi. Con CD-Audio

Non potete sapere nulla di me se non avete letto il libro Le avventure di Tom Sawyer.

L’ha scritto un certo signor Mark Twain, che ogni tanto ha esagerato ma più o meno ha detto la verità. Il libro finiva così: io e Tom avevamo trovato il tesoro che i ladri avevano nascosto nella caverna; ci toccarono 6.000 dollari a testa. In monete d’oro. Il giudice Thatcher però li aveva presi e messi in banca per conto nostro e ci fruttavano un dollaro al giorno di interessi.

Nel frattempo ero andato a vivere dalla vedova Douglas che aveva deciso di civilizzarmi e mi aveva adottato.

Ma vivere con quella donna così perbene era una tortura.

Per questo a un certo punto mi ero rimesso addosso i miei stracci ed ero tornato a vivere da solo nel barile dove avevo sempre vissuto.

Ero di nuovo libero e felice, quando un giorno Tom Sawyer venne a cercarmi e mi disse che stava organizzando una banda di briganti.

E potevo farne parte anche io, ma solo se tornavo a vivere dalla vedova Douglas, perché dovevo sembrare una persona rispettabile. Così tornai là. Non vi dico come pianse la vedova nel rivedermi, mi chiamò la sua pecorella tornata all’ovile e in tanti altri modi: troppi.

Poi mi costrinse a rimettermi gli abiti eleganti con cui potevo solo sudare e ancora sudare.

Insomma ricominciò tutto come prima, anzi peggio. Infatti era appena venuta a vivere dalla vedova sua sorella, Miss Watson, una vecchia zitella che prese a tormentarmi con il sillabario, e non faceva che dirmi: «Stai seduto come si deve, Huckleberry. Non mettere i piedi in quel modo. Perché non provi a comportarti educatamente, Huckleberry?».

Mi raccontò di un Brutto Posto dove sarei finito se non mi fossi comportato bene e io le dissi che non vedevo l’ora di andarci.

Lo dissi così tanto per dire, perché non ne potevo più di stare lì. Ma lei si arrabbiò moltissimo e mi spiegò che c’era anche un Posto Bello dove andava chi, come lei, si comportava bene ed era lì che dovevo cercare di andare.

Ma quando mi raccontò che nel Posto Bello si andava in giro con un’arpa a cantare tutto il giorno, pensai che non era un granché e che non era proprio il caso di seguirla fin là. Ma questa volta mi stetti zitto.

Quella sera andai in camera mia, portandomi dietro un mozzicone di candela.

Mi misi seduto accanto alla finestra cercando di pensare a qualcosa di allegro, ma non c’era verso. Quasi desideravo di essere morto per quanto mi sentivo depresso.

All’improvviso mi accorsi che un ragno si stava arrampicando sulla mia spalla, lo scossi via e quello andò a finire proprio sulla candela! In un attimo era bruciato. Tremai dal terrore, sapevo bene che era un brutto segno, che mi avrebbe portato iella. Ero terrorizzato. Feci tre volte il giro su me stesso facendo il segno della croce e legai una ciocca di capelli con un filo, per tenere lontane le streghe.

Ma non ero tranquillo. Perché quelle sono cose che si fanno per evitare la sfortuna quando si perde un ferro di cavallo e non quando si uccide un ragno.

Mi rimisi a sedere tremante e impaurito e tirai fuori la pipa per farmi una fumatina.

Le campane della chiesa suonarono la mezzanotte e dopo poco sentii uno scricchiolio e poi un miao-miao. Meno male!

Feci anche io miao-miao e spensi la luce.

C’era Tom Sawyer da qualche parte lì fuori ad aspettarmi. Uscii dalla finestra sulla tettoia e poi da lì mi lasciai scivolare a terra.

Fine del primo capitolo, puoi continuare acquistando il libro, a caratteri grandi, qui e ascoltare la demo dell’audiolibro.

 

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