Prima Pippi chiude la porta di Villa Villacolle e appende la chiave a un chiodo lì vicino. Poi Pippi solleva il cavallo1 mentre il signor Nilsson2 si è seduto sulla spalla della bambina.
– Be’, non c’è altro da fare – dice Pippi. Tommy e Annika dicono di sì con la testa.
– Abbiamo ancora un po’ di tempo – dice Pippi – andiamo a piedi.
Ora Tommy e Annika non rispondono e iniziano a camminare.
Pippi si gira e guarda Villa Villacolle. – Quella è una casa comoda, senza pulci – dice Pippi – quando sarò nella capanna di fango dei negri non avrò queste comodità.
Tommy e Annika non rispondono.
– Quando sarò presa dalle pulci nella mia capanna di fango – dice Pippi, – potrò domare le pulci. Potrò tenere le pulci in una scatola da sigari e potrò giocare con loro di sera. Chiamerò le due pulci più fedeli Tommy e Annika. Farò dormire queste due pulci con me, nel mio letto.
Tommy e Annika non dicono ancora nulla.
– Che cosa avete? – urlò Pippi – la lingua si secca se non si usa. Tanto tempo fa, ho conosciuto un fabbricante di stufe a Calcutta. Il fabbricante stava sempre zitto. Un giorno lui doveva dire: “Addio, cara Pippi, buon viaggio!” Prima fece un po’ di smorfie poi disse: “U buiuie mui”.
Io guardai nella bocca del fabbricante: la sua lingua era come una piccola foglia secca. Sentiamo se mi dite: “Buon viaggio cara Pippi!”
– Buon viaggio cara Pippi! – dicono Tommy e Annika. Pippi risponde ad alta voce: – Mi avete fatto paura. Se aveste detto: “U bui uie mui”, non avrei saputo che cosa fare.
Pippi, Tommy e Annika sono arrivati al porto. La Saltamatta3 è nel porto. Tutti gli abitanti del paese sono sul molo per salutare Pippi. – Pippi, finalmente sei arrivata – urla il capitano Calzelunghe. Padre e figlia si abbracciano molto forte. Annika vede Pippi sollevare il cavallo.
Annika piange. – Non piangere! – grida Tommy – sei ridicola!
Annika piange ancora più forte mentre Tommy dà un calcio a un sasso. Tommy vuole colpire la Saltamatta. La Saltamatta porta via Pippi.
Pippi scende dalla nave e va da Tommy e Annika per salutare.
– Mancano ancora dieci minuti alla partenza – dice Pippi. Annika si stende a pancia in giù e piange forte. Tommy non ha più sassi da colpire. I bambini del paese suonano a Pippi una canzone d’addio.
Tommy si ricorda, allora, di avere scritto una poesia di addio per Pippi. Tommy recita la poesia a Pippi.
“Addio, cara Pippi, tu parti da noi, ma non ti scordare gli amici tuoi; amici fedeli avrai sempre in noi sino alla fine dei giorni tuoi!”
– È tutto in rima! – dice felice Pippi. – Imparerò la poesia a memoria.
Reciterò la poesia ai Cip-cipoidi4.
– Pippi devi salire sulla nave! – grida il capitano Calzelunghe.
– Addio, Annika! Addio! – dice piano Pippi. – Non piangere!
Poi Pippi prende e stringe la mano di Tommy.
Pippi sale sulla nave. Tommy allora prende Annika per mano e i due fratelli guardano Pippi sulla nave. La Saltamatta è pronta per partire, quando…
– No, papà Efraim! – urla Pippi. – Non sopporto chi piange per me!
Non sopporto il pianto di Tommy e Annika. Io resto a Villa Villacolle!
Il capitano Calzelunghe dice: – Pippi, fai quello che vuoi. La tua vita a Villa Villacolle è più organizzata.
Pippi risponde: – È meglio per una bambina abitare in una casa vera e non viaggiare per i mari o vivere in una capanna di fango.
Pippi e il suo papà si abbracciano di nuovo. Pippi saluta tutti i marinai della Saltamatta e scende dalla nave. Poi il capitano lancia a Pippi una valigia piena di monete d’oro.
– Non sei… non sei partita? – chiede Tommy.
Pippi alza Tommy, Annika, la valigia e il signor Nilsson sul cavallo, poi sale anche lei.
– Torniamo a Villacolle! – urla felice Pippi
Rid. e adatt. da A. Lindgren, Pippi Calzelunghe
2signor Nilsson: è il nome della scimmietta di Pippi.
3Saltamatta: è la nave del padre di Pippi.
4Cip-cipoidi: popolo immaginario. Pippi pensa di andare dai Cip-cipoidi. Questo èun modo per far sorridere gli
amici.