Erano giorni ormai che un autobus, in città, era sempre più svogliato. Al mattino non aveva alcuna intenzione di mettersi in moto, facendo solo un gran rumore col motore e sbuffando a più non posso. Non aveva proprio voglia di far salire i passeggeri! E tutti si chiedevano perchè…
Un giorno Federico e Alessandro, uscendo da scuola, andarono alla fermata e lo videro sfrecciar via. Poi all’improvviso si fermò, e tornò indietro verso di loro. Aprì la porta anteriore e disse loro: “Su, salite, anche se non ne avrei voglia.. vorrei restar solo, senza nessuno intorno, libero di andare dove mi va!”. Federico replicò: “Ma, signor Autobus, senza lei noi non potremmo tornare a casa…”. Alessandro gli fece eco: “E non arriveremmo in tempo per mangiare, giocare un pochino e poi fare i compiti! Con tutte queste cose da fare, signor Autobus, abbiamo proprio bisogno di lei, per favore…!”.
L’autobus si mise in moto, borbottando qualcosa. Salirono altri passeggeri, e poi altri, e altri ancora. A un certo punto si rivolse ad alta voce ai due bambini, facendo in modo che anche gli altri sentissero: “Io sono stanco! Vorrei correre libero tra parchi e ampie strade, invece guardatemi come sono ridotto! Mi devo sempre fermare, e poi ripartire, e poi rifermare! Insomma, non ce la faccio! Sono stufo!”. I passeggeri iniziarono a mormorare tra di loro, increduli di quanto avevano appena sentito.
I due bambini, però, non si persero d’animo. Arrivati a destinazione, scesero dall’autobus salutandolo garbatamente. Giunsero a casa, e per prima cosa presero dei fogli da disegno, matite colorate e pennarelli vari. In men che non si dica riempirono decine e decine di fogli con simpatiche illustrazioni e scritte colorate. Scesero poi in strada e chiamarono quanti più bambini fu loro possibile. Tutti insieme, iniziarono a tappezzare i muri delle strade e dei palazzi con tutti quei bei disegni colorati.
Tutto intorno il traffico delle automobili si fermò, stupefatto, per ammirare quelle piccole opere d’arte. Di colpo calò un silenzio quasi surreale… non si udivano più i clacson impazziti delle auto, né lo stridio dei freni sull’asfalto. E, come per incanto, le strade sembravano più spaziose, il verde dei giardini ancora più intenso, e persino l’acqua che sgorgava dalle fontanelle pareva scorrere con più brio. Ed era tutto merito di Federico, Alessandro e dei loro piccoli grandi amici! I loro disegni e le loro parole avevano fatto colpo, perchè il messaggio era stato chiarissimo: dare più spazio all’autobus brontolone, permettergli di circolare meglio, trovare meno ostacoli da superare, e meno automobili sul suo percorso! E subito tutti avevano capito, incredibile!
L’autobus brontolone notò immediatamente l’improvviso cambiamento della situazione, e lì per lì non disse nulla, forse non credendo ai suoi occhi. Ma poi, vedendo i disegni dei bambini che lui stesso aveva avuto a bordo poche ore prima, capì che erano stati loro a fare quell’ottimo lavoro, e sorrise sotto i baffi. Federico e Alessandro se ne accorsero subito, e corsero verso di lui assieme a tutti gli altri amici.
L’autobus brontolone, ormai commosso, li accolse tutti a bordo e li accompagnò al parco.
Da quel giorno l’autobus brontolone, libero di viaggiare come aveva sempre desiderato, smise di lamentarsi e diventò l’autobus più simpatico e divertente di tutta la città.