Il fornaio Fiorello è esausto. Deve sempre alzarsi nel mezzo della notte per andare a lavorare, perché la mattina presto la gente possa comprare i suoi panini ancora caldi.
Il fornaio Fiorello sbadiglia. Fuori è ancora buio e nel suo laboratoìo c’è un bel calduccio. Lavora con le mani la pasta morbida. Ha già aggiunto il lievito? Non se lo ricorda.
Ne aggiunge ancora un po’, per sicurezza. Continua a impastare e impasta e sbadiglia per tutto il tempo. All’improvviso la pasta tra le sue mani comincia a crescere.
Diventa una montagna! Sembra un gigantesco cuscino. Un morbido cuscino di piume, perfetto per un fornaio stanco. E prima di capire cosa stia accadendo, si è già addormentato.
Sogna che intorno a lui stiano lavorando cento piccoli nani per infornare tutti i panini al posto suo. Quando si sveglia, un buonissimo profumo gli sale su per le narici.
Sorpreso, Fiorello si guarda intorno.
Ma non ci sono nani. Soltanto la faccia sorridente dell’apprendista Carlo che, per non svegliarlo, ha infornato da solo tutti i panini.
Uno di essi assomiglia a un cuscino e Carlo lo dedica al suo padrone, il fornaio Fiorello.