– Annie? – chiamò Jack, e per tutta risposta gli giunse il suono di un profondo muggito. Sembrava il suono di un trombone.
Jack afferrò il suo zaino e corse verso la cima della collina. Quando giunse lassù, restò senza fiato. Dall’altra parte, la valle era piena di nidi: grossi nidi di fango. E nei nidi c’erano tanti piccoli dinosauri!
Annie si era accucciata vicino a un nido. E sopra di lei si ergeva un gigantesco dinosauro con il becco simile a quello di un’oca…
– Non avere paura. Non muoverti! – disse Jack, scendendo cautamente la collina in direzione di Annie.
Il dinosauro si agitava preoccupato.
Jack si accucciò e disse ad Annie: – Non alzarti… Striscia.
Tenendo stretto tra le mani il fiore di magnolia che aveva appena colto, Annie strisciò verso Jack.
Il dinosauro col becco d’oca si mise a seguirla muggendo.
Annie rabbrividì di paura.
– Continua a strisciare… – sussurrò, scendendo ancora più giù, finché la raggiunse e poté afferrarla tirandola a sé.
– Stai giù… – disse – Piega la testa e fai finta di masticare. Ho letto che bisogna fare così quando sei assalito da un cane arrabbiato.
– Masticare? Ma quello non è mica un cane, Jack! – disse Annie.
– Mastica e taci.
Jack e Annie piegarono tutti e due la testa e finsero di masticare.
Il dinosauro si tranquillizzò quasi subito. – Grazie, grazie per avermi salvato!
– Impara a usare il cervello, Annie! Non puoi avvicinarti così a un nido di cuccioli di dinosauro. Dove c’è un cucciolo c’è sempre una mamma nelle vicinanze. All’improvviso Annie balzò in piedi.
– Annie!
Troppo tardi. Annie stava già offrendo al dinosauro il suo fiore di ma- gnolia: – Mi dispiace di averti spaventato, non volevo far del male ai tuoi piccoli.
Il dinosauro si avvicinò con passi pesanti ad Annie, con il becco le strappò il fiore di mano e… se lo mangiò tutto contento.
Adatt. da “©” di Mary Pope Osborne – Il battello a vapore