C’era una volta una mamma con una figlia sola e bella, ma pigra e golosa: nessuno la voleva in moglie.
Una domenica la madre mise a cuocere per il pranzo la testa e i piedi di un capretto. Poi andò in chiesa, raccomandando alla figlia di stare attenta alla cottura.
La ragazza, appena vide che testa e zampetti erano cotti al punto giusto, se li mangiò, lasciando solo le ossa.
Quando la madre tornò, strillò: «Tutti e cinque, uno dopo l’altro! Disgraziata!».
In quel momento passava di là un giovane che, incuriosito dal trambusto, chiese: «Ma che cosa ha fatto questa bella ragazza?».
La donna si vergognò di raccontare che la figlia s’era mangiata tutto il pranzo, e rispose: «Sapessi! Ha filato cinque fusi pieni di lana!».
«E tu la rimproveri dopo che ha lavorato tanto?»
«Ma non lo sai che è domenica? Oggi lavorare è peccato», disse la donna, e il giovane: «Sarà anche peccato, ma una ragazza così laboriosa non l’avevo mai incontrata. Quasi quasi me la sposo».
La madre, tutta contenta, acconsentì, e anche la ragazza fu d’accordo perché il giovane le era piaciuto subito. Così si sposarono, e la mattina dopo il marito mise davanti alla sposina un bel mucchio di lana, chiedendole di filarla mentre lui andava al mercato.
La ragazza pianse amare lacrime: come avrebbe fatto? Non era capace di filare!
Per fortuna passarono di lì delle fate: ebbero compassione della sposa e filarono la lana al posto suo.
Poi le dissero, prendendola in disparte: «Ecco come devi fare, per convincere tuo marito a lasciarti in pace. Nascondi un bel po’ di noci sotto il materasso, dalla tua parte e, quando vi coricherete, comincerai a rigirarti per farle scricchiolare. Lui vorrà sapere cosa succede e tu gli risponderai che ti dolgono le ossa dal troppo filare».
Così accadde e il marito la pregò di lavorare meno.
La sposa, però, sperava di smettere per sempre…
E le fate subito ci misero rimedio.
Quel giorno stesso, mentre gli sposi pranzavano, entrò in casa loro una vecchia con il naso così lungo che la precedeva di tre passi; lo sposo le chiese la ragione di tanta lunghezza e la vecchina disse che era colpa del troppo filare: più filava, più il naso le cresceva.
Così il giovane, che ci teneva alla bellezza della sposa, si impressionò e ordinò alla moglie di non azzardarsi di toccare più il fuso. E così il fuso fu gettato nel camino per sempre.