In un piccolo villaggio, alle porte dell’autunno, c’era un campo di zucche che brulicava di vita. Grandi e piccole, le zucche crescevano rigogliose, ognuna con forme e colori diversi. Tra tutte, però, ce n’era una che spiccava per la sua bizzarra forma e il suo colore sbiadito: era Zucca Felicia, una zucca un po’ storta, con una gobbetta e una tonalità di arancione pallido che la rendeva unica.
Purtroppo, Felicia non si sentiva speciale. Anzi, spesso si vedeva messa in disparte dalle altre zucche, che ridevano del suo aspetto. La chiamavano “Felicia la Storta” e dicevano che non sarebbe mai stata scelta da nessuno per Halloween. Ma Felicia, nonostante tutto, nutriva un sogno segreto: desiderava tanto essere decorata per la festa e brillare con una candela accesa dentro di sé.
Un giorno, la maestra della scuola vicina portò in gita i suoi alunni al campo di zucche per insegnare loro qualcosa sulla natura e sulle tradizioni di Halloween. I bambini, pieni di entusiasmo, correvano tra le zucche osservandole con curiosità.
«Guardate quella zucca laggiù!» esclamò una bambina di nome Giulia, con due codini spettinati e un gran sorriso.
«È così simpatica!»
Il gruppo di bambini si avvicinò a Felicia, osservandola con occhi curiosi. Uno dopo l’altro, cominciarono a darle soprannomi affettuosi: “Zuccafurbetta”, “Zucca Sorpresa” e “Zucca Birichina”. Felicia si sentì per la prima volta felice di essere notata, e le sue piccole foglie vibrarono di gioia.
«Maestra, possiamo portarla a scuola e decorarla per Halloween?» chiese Giulia.
«Ha una faccia troppo buffa per lasciarla qui!» aggiunse Luca, un bambino vivace con una giacca verde e un cappellino storto.
La maestra sorrise, contenta dell’entusiasmo dei suoi alunni, e insieme decisero che Felicia sarebbe diventata la zucca ufficiale della festa di Halloween della scuola.
Filastrocca della Zucca Felicia
“Zuccafurbetta, Zucca sorpresina,
con un naso a punta e la gobbetta piccina,
non fare il broncio, non fare il musone,
oggi diventerai la star di Halloween, che emozione!”
Una volta arrivati a scuola, i bambini si organizzarono in gruppi: alcuni presero spazzole e stracci per pulire Felicia da ogni traccia di terra, mentre altri si armarono di pennelli, colori e adesivi scintillanti. Con cura e allegria, dipinsero un grande sorriso sul viso della zucca e le disegnarono occhi vispi e simpatici.
«Adesso sembra proprio una zucca felice!» esclamò Marta, soddisfatta del lavoro.
Quando tutto fu pronto, la maestra sistemò una candela all’interno di Felicia e la posizionò al centro della sala. Non appena la candela fu accesa, Felicia brillò come una stella, e tutti i bambini rimasero incantati.
La sera della festa, Felicia era irriconoscibile: era la zucca più luminosa e sorridente di tutta la scuola! I bambini intonarono di nuovo la filastrocca, e ogni volta Felicia si sentiva sempre più importante.
Anche le altre zucche del campo, che ridevano di lei, erano rimaste a bocca aperta quando avevano visto Felicia decorata, con una luce speciale e circondata dall’affetto dei bambini. La notizia si sparse presto: la zucca storta era diventata la protagonista della festa! Nessuno avrebbe più riso di Felicia.
Da quel giorno, ogni anno la storia della “Zucca Felicia, la Zucca Storta con il cuore d’oro” veniva raccontata a tutti i nuovi alunni, e la tradizione di decorarla e celebrarla continuò, rendendo Felicia la zucca più amata della scuola. Non c’era bambino che non volesse contribuire ad abbellirla con nuovi colori e disegni, rendendola sempre più speciale.
Felicia, che un tempo si sentiva poco amata e nascosta nell’ombra delle altre zucche, ora era la star della festa, e sapeva che non era importante avere una forma perfetta, ma essere circondata da amici che ti accettano e ti vogliono bene per come sei.tante essere perfetta, ma avere amici che ti vogliono bene per come sei.