Tanto e tanto tempo fa, le comete non avevano la coda, quel pennacchio lungo e colorato che si trascinano dietro per tutta la volta celeste.
Erano stelle, solo stelle luminose che illuminavano la notte.
Ma in una notte di duemila anni fa accadde una cosa straordinaria, unica.
Nell’aria ghiacciata di dicembre si avvertiva come un brusio, un chiacchiericcio che passava di stella in stella, si ampliava lungo la via Lattea, percorreva di volata le distanze tra la galassia, diventava sempre più forte: si raccontava che a mezzanotte in una grotta giù sulla Terra all’improvviso si fosse accesa una luce accecante, talmente intensa da far pensare che fosse diventato giorno in piena notte.
Questo vocìo corse per tutta la galassia, passò di stella in stella e tutte vollero vedere cosa stesse accadendo laggiù, in un posto lontano, in una cittadina piccola e sperduta tra i monti.
E così le stelle si affacciarono sulla via Lattea puntando i loro piedi fatti di ghiaccio e polvere di secoli.
Ma una di loro, più distratta, più sbadata o forse solo più curiosa, si sporse tanto da perdere l’equilibrio e cadde giù, a ruzzoloni.
Le altre stelle, spaventate, provarono ad afferrarla, ma riuscirono a trattenerla per uno solo dei suoi raggi, mentre lei precipitava giù dalla volta celeste e finiva la sua corsa proprio sulla grotta illuminata, adagiandosi con un tonfo sul tetto fatto di rami e foglie intrecciate. Le stelle dall’alto videro che poi, alla fin fine, non si era fatta troppo male e tirarono un respiro di sollievo. Lei, un po’ ammaccata, ma sempre curiosa, si affacciò a guardare all’interno della grotta e vide uno spettacolo straordinario: c’erano un bue, un asinello, pastori che portavano in piccoli cesti di vimini il pane caldo appena sfornato, donne con giare di terracotta piene di vino, bambini con panieri di frutta.
Guardavano tutti verso il centro della grotta, inchinandosi davanti ad un Bambino piccolissimo che dormiva in braccio alla sua Mamma.
Osservò ammirata ancora per un po’, poi decise di arrampicarsi nuovamente su per la volta celeste, per raccontare quanto aveva visto alle sue sorelle che aspettavano distese sulla via Lattea.
Arrivò in cima, le chiamò e, immaginate, cari bambini, la meraviglia e sorpresa quando si accorsero che uno dei raggi della loro compagna, quello che avevano provato a trattenere per non farla cadere a testa in giù sulla Terra, si era allungato così tanto da diventare una coda splendente, una chioma splendida colorata di giallo, una scia luminosa che riempiva la volta celeste, dalla via Lattea giù giù fino alla povera grotta dove il Bambino dormiva.