Il gatto e l’orologio

Un gattaccio rissoso e prepotente, girando per la casa inosservato, sentì ad un tratto un canto intermittente, come d’un uccelletto un po’ stonato. Frenata brusca, poi ripensamento: “Chissà dove si trova sta gabbietta!?…”.

Gira e rigira tutto il casamento, e scopre ch’è ’na spece de cassetta !…Er micio osserva e studia con pazienza: “Cuccù, cuccù, me fa quella bestiaccia, e appena pijo un po’ de confidenza me sbatte lo sportello su la faccia!…Quest’uccelletto qui, me prende ’n giro– decise er gatto – ma la fo finita la prima volta che mi viene a tiro…

Ecco… Fra poco avviene la sortita…”. Come scatta la molla, scatta er gatto! “Questa volta lo giuro che t’acchiappo! Daje!… Cuccù, miao miao… Bello che fatto! E adesso che t’ho preso me te pappo!”.

Una zampata, un mozzico, ed il micio se trova in bocca giusto qualche molla…(mannaggia, dopo tanto sacrificio) dù pezzetti de legno e ’n po’ de colla.

Allora sbotta: “Ammazze che imbroglione, quest’uccelletto!… È come certa gente che sbraita, sparla, fa ’na confusione, però, drento, de bono nun ci ha gnente!”.

Paolo Menduni

 

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