Compleanno all’ospedale

Era il lontano 1975, Anno Santo, e tanta gente aspettava con ansia l’estate, periodo di ferie e vacanze, per fare una gita-pellegrinaggio a Roma.

Ma, in un piccolo paese di campagna, Bea,Fiore, Ale, Dana e Roby, un gruppetto di amiche, avevano ben altro in programma quell’estate. Sì, perché finalmente libere dall’impegno dello studio e del lavoro per Ferragosto dovevano organizzare la festa per i loro 18 anni.

A quella data Bea, Fiore e Roby avevano già festeggiato il compleanno, invece Ale e Dana avrebbero compiuto gli anni dopo ma l’importante era fare festa assieme.

Quanti progetti, quanti programmi, non c’erano i cellulari e nel paesino poche case avevano il telefono fisso e solo la famiglia di Ale, tra le amiche, se lo poteva permettere. Ma quanta gioia, quanta allegria quando a una veniva un’idea e bicicletta alla mano via a casa dell’amica più vicina per esporla e poi via assieme a casa di un’altra e poi un’altra e poi un’altra finché si trovavano a discutere tutte cinque assieme.

Che bello arrivare e suonare il campanello della bici per chiamare e poi le porte aperte quasi non ci fossero le chiavi.

A casa di Dana c’era sempre il nonno con la pipa che salutava sorridente, Roby era spesso in collina dai nonni e che fatica per arrivare, ma loro accoglievano con un sorriso che appagava tutti. Fiore abitava vicino a un canale e le zanzare non mancavano mai, ma di sera c’erano anche le lucciole, che spettacolo!

Ale e Bea erano quasi vicine di casa grazie ai “trodi” di campagna che le cinque amiche ben conoscevano e percorrevano perché così accorciavano di molto la strada. Era un’avventura unica attraversare la campagna in bici: i solchi lasciati dai trattori sembravano binari dai quali non uscire perché una caduta era assicurata e mai andarci dopo la pioggia perché sembravano una pista da sci.

Insomma erano un gruppo di ragazze sane e vispe, con tanta voglia di stare assieme.

Dopo tante idee e tante scorribande per incontrarsi, un programma c’era, niente mare, niente montagna, Roma. Sì, Roma, lì avevano i ganci giusti per contenere le spese perché le amiche suore passate in paese qualche anno prima offrivano loro vitto e alloggio gratis in cambio di piccoli aiuti.

Ora non restava che convincere i genitori e mettere mano ai risparmi. Il gruppo di amiche, complici le suore che davano sicurezza, ebbero il consenso e aspettavano sognando questo viaggio.

Ma Dana prese un raffreddore, un banale raffreddore in piena estate, che sconvolse tutto e tutte.

Dana superò il raffreddore ma era debole, sempre stanca e fu necessario un ricovero per accertamenti. Nulla di grave, medicine a parte, necessitava di riposo, molto riposo, perché con l’infiammazione dei reni non si scherza.

Il sogno delle cinque amiche di festeggiare i 18 anni insieme, lontane da casa, svanì ma l’importante era restare unite e dare aiuto a chi era in difficoltà.

La bicicletta cambiò percorso e la meta divenne prima l’ospedale e poi la casa di Dana.

Avevano sempre tante cose da raccontarsi e senza rimpianti rinunciarono al viaggio e festeggiarono il loro diciottesimo compleanno attorno al letto di Dana ascoltando la musica dalla radiolina portatile.

Di Arianna Ongaro per “Racconti d’Estate”, il primo concorso letterario della Rete delle Biblioteche Vicentine, in collaborazione con Provincia e Il Giornale di Vicenza.

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