Un ragno era entrato in una casa pulita, e si era messo a fabbricare la sua tela. Ma andò la scopa e gli disse: “Questo non è luogo per te”.
Egli si nascose, e la notte lavorò alacremente, facendo trovare al mattino una tela in un angolo del muro. La scopa se ne accorse, e tutt’arrabbiata menò un mondo di colpi sul ragno e sulla tela.
Il poveraccio tutto scontento e stordito si provò a fare un’altra volta il suo lavoro per prendere le mosche e i moschini, che volavano per la stanza; egli aveva fame e senza tela non sapeva acchiappare gli insetti; ma la scopa che stava attenta, non lo lasciò un momento: “Vattene, vattene di qua” – si mise a gridare – “in questa casa non voglio ragni, mi capisci, signore bello?”
Il ragno se ne dovette fuggire, e andò in un’altra casa, si guardò attorno e non vide nessuno; la scopa dormiva in un angolo. Esso si avvicinò piano piano e disse: “Io sono un povero ragno affamato, e ho bisogno di fabbricare la mia tela; lo permetti tu?”
La scopa tutta stonata dal sonno rispose: “Fa il comodo tuo, purché mi lasci dormire”.
E così il povero ragno poté fabbricare la sua tela, perché quella casa era di una donna poltrona e sudicia.
Fonte della fiaba: Puglia in Favola