Un giorno Gesù e San Pietro giunsero a Caccavone. In un viottolo, trovarono due caciocavalli persi da chissà chi.
San Pietro, che era sempre affamato, li raccolse e, tratto da una tasca un coltellaccio di Frosolone, voleva affettarli per mangiarseli. Il Maestro, però, non glielo permise.
«Pietro, che fai? Ferma. Non sono tuoi quei formaggi. Lasciali qui che li custodisco io. Tu, intanto, va’ in giro per il paese e cerca di rintracciare chi li ha perduti».
A malincuore, Pietro obbedì.
Passando per i vicoli, urlava a squarciagola:
«Chi ha perso due… (quindi, abbassando la voce fino a farla diventare un bisbiglio, aggiungeva) …caciocavalli?»
La gente s’affacciava alle finestre, ma non capiva.
«Cos’è che hanno perduto?» si chiedevano le donne da una casa all’altra.
Dopo aver attraversato tutta Caccavone, San Pietro tornò da Gesù.
«Maestro, non ho trovato nessuno che abbia perso dei caciocavalli. Posso tenermeli ora?»
«No. Proverò io – ribatté Gesù, afferrando i due appetitosi latticini –. Tu resta qui ad aspettarmi».
Trascorsa una mezz’oretta, Gesù fece ritorno. In mano aveva un caciocavallo.
«Ho trovato il padrone – disse a Pietro –. Per ricompensa mi ha regalato uno dei due formaggi. Tienilo e mangia quanto ti pare».
Così San Pietro imparò che a comportarsi onestamente ci si guadagna sempre qualcosa.