Una volta non c’erano né cielo né Terra.
L’universo era abitato da draghi mostruosi e dèi capricciosi.
Il Più forte e generoso fra tanti dèi era Marduk.
Una lunga spada pendeva dal suo fianco e le sue mani stringevano fasci di fulmini che squarciavano di bagliori le tenebre.
Un gorno Marduk incontrò sulla sua strada un drago dall’aspetto terribile.
fino a quel momento aveva vagato senza meta, tranquillo nello spazio infinto; ora, vedendo quel mostro, non si sentiva più tranquillo. Pensava tra sé e sé come avrebbe potuto affrontarlo. Il sllenzio regnava intorno a lui e Marduk aveva sempre pensato che Ibscurità lo avvolgeva e poteva proteggerlo da ogni pericolo.
Il mostro sconosciuto che si trovò all’improvviso davanti agli occhi aveva grandi ali piumate e scintillanti di metalli preziosi; dalle sue fauci spalancate e irte di denti usciva un ruggto sordo e minaccioso.
Marduk non si fece intimorire e chiese:
— Ch sei? Qual è il tuo nome? Che cosa vuoi?
— Il mio nome è Tiamat — disse l’Orribile bestiaccia — e voglio te, Marduk.
Così detto, il mostro spiccò un gran balzo verso Marduk.
Rapido, il guerriero gli lanciò contro una rete di luce che fermò il mostro a mezz’aria.
Rimase sospeso, le grandi ali non si muovevano più e anche la sua orribile bocca aveva smesso di ruggire.
Marduk sguainò la lunga spada e tagliò il mostro in due.
Appese la schiena del mostro, che era maculata, in alto, perché diventasse il cielo con le stelle.
Poi poggiò un piede sul ventre del mostro, che divenne la Terra con fiumi e gli oceani.
Emanuela Collini, Mondo magico, Emme