L’avvocato e lo spettro

Nei racconti di paura compare spesso il fantasma, detto anche spettro. L’apparizione di uno spettro avviene in un ambiente cupo e tetro, di solito un castello o un antico edificio in rovina e abbandonato. In questo brano, lo
scrittore inglese Dickens fa apparire il fantasma nel povero studio di un avvocato a Londra.

Quarant’anni fa io conoscevo un uomo. Quest’uomo era un avvocato e aveva affittato uno studio a Londra. La gente raccontava tante storie su quello studio.
Lo studio aveva stanze vecchie, umide e mezze marce. Quell’uomo era povero e lo studio costava poco, così lui lo affittò. Quando l’uomo entrò nello studio per la prima volta, trovò un grande mobile d’archivio1 vecchio.
Questo mobile aveva grandi sportelli a vetri e una tendina verde dentro. Il mobile non serviva all’uomo. L’uomo portò i suoi mobili e le sue quattro sedie nello studio.
Quando fu sera, l’uomo si andò a sedere davanti al fuoco per bere un bicchiere di whisky. L’uomo guardò gli sportelli a vetri dell’armadio ed esclamò: – Ah! Sono stato costretto dal padrone a tenere questo vecchio mobile. Potevo comprare un mobile nuovo con gli stessi soldi. Posso bruciare questo vecchio mobile nel camino.
Subito l’uomo sentì un lamento2 uscire dal mobile. Prima l’uomo ebbe paura, ma dopo pensò che era il vicino di casa. Di nuovo l’uomo sentì il lamento e uno degli sportelli a vetri del mobile si aprì. Dallo sportello aperto uscì una figura molto magra, lunga, pallida e con un viso impaurito3.
– Chi è lei? – chiese l’uomo pieno di paura con in mano un pezzo di legna.
– Non mi tiri la legna! – disse la figura. – La legna non mi colpirà. Il pezzo di legna andrà contro il muro. Io sono un fantasma.
– Cosa cerca qui? – chiese l’uomo tremante.
– In questa stanza – disse il fantasma – io e i miei figli siamo diventati poveri. Per anni, in questo sportello a vetri ci sono stati i documenti della mia rovina. Sono morto di crepacuore4 in questa stanza e due persone cattive hanno preso le mie ricchezze. Ai miei figli non hanno dato neanche un soldo. Io sono diventato fantasma e ho cacciato le due persone cattive da questo studio. Da quel giorno, tutte le notti esco dal mobile per riprendere lo studio. Questo studio è mio! Vada via!

– Io andrò via dallo studio ma prima le faccio una domanda: perché un fantasma torna sempre nei luoghi dove ha sofferto? I fantasmi possono vivere nei luoghi più belli della Terra.
– È vero! Non ci avevo mai pensato – disse il fantasma. Rispose l’uomo: – Questo studio non è bello: i mobili sono vecchi, le stanze sono umide e mezze marce. Voi dovete andare in una casa più bella. Il clima di Londra è umido e non fa bene alla salute di un fantasma.
– Ha ragione lei, Signore – disse il fantasma. – Non ci avevo mai pensato. Andrò via subito.
Mentre il fantasma parlava, le sue gambe erano quasi sparite! Il fantasma disse: – Dirò agli altri fantasmi di fare lo stesso perché noi fantasmi siamo stupidi. Viviamo sempre in luoghi umidi e marci e non in case comode e belle.
Con queste parole il fantasma andò via e l’uomo abitò tranquillo nello studio.

rid. e adatt. da C. Dickens, L’avvocato e lo spettro, in Da leggersi all’imbrunire. Racconti di fantasmi, Einaudi
Il romanziere più popolare dell’età vittoriana si è cimentato con successo nei racconti di fantasmi. In quest’ampia scelta della sua miglior produzione, il soprannaturale assume i tratti dimessi del quotidiano: perché anche quando parla di fantasmi Dickens rimane un osservatore straordinariamente acuto dei rapporti umani.

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