Emily Dickinson
Non gesti eclatanti né una vita straordinaria: la vita di una ragazza della colta borghesia americana: buone letture, buona educazione, ottimo profitto a scuola.
Siamo nel 1830, New England, Stati Uniti d’America.
Emily, fin da bambina, impara l’arte di ribellarsi, di non fare ciò che fan tutti.
Suo padre, padre padrone, tenero ma spesso assente, comprende che lei è diversa dai suoi fratelli: è intuitiva, ironica, perspicace. La toglie dalla scuola, perché troppe letture potrebbero “scuoterle la mente”. Emily è un fascio di nervi, uno scricciolo affettuoso e pieno di vita.
Abbiamo poche immagini di lei e della sua vita domestica. Trascorre la maggior parte della sua vita nella casa in cui è nata. Esce solo in rare occasioni, sempre vestita di bianco. Emily crede che con la fantasia si possa arrivare dappertutto e si possa ottenere qualunque cosa; per questo la solitudine non le pesa.
Le sue poesie sono ritratti di piccoli momenti di vita quotidiana, nelle quali traspare il suo grande amore per la natura.
Scrive le sue poesie su foglietti che ripiega accuratamente, cuce con ago e filo e riunisce in un raccoglitore, che viene ritrovato dalle sorelle solo dopo la sua morte.
UNO SQUARCIO D’AZZURRO
Uno squarcio d’azzurro un tratto di grigio
qualche chiazza di rosso sulla strada così è fatto il cielo della sera.
Un po’ di porpora scivolata via
da pantaloni color rubino in corsa
un’onda d’oro
una sponda di giorno
di questo solo è il cielo del mattino
BUSSO’ IL VENTO
Bussò il vento come un uomo stanco ed io garbata “Entra” gli risposi con ferma voce e allora egli rapido entrò nella mia camera.
Ospite senza piedi invitarlo a sedere era impossibile Indugiò, sempre qua e là movendo poi timidamente bussò di nuovo – fu come una raffica – ed io rimasi sola.
PER FARE UN PRATO
Per fare un prato che ci vuole? Un’ape e un trifoglio, un trifoglio e un’ape.
E un sogno.
Anzi, il sogno soltanto può bastare se son poche le api.