Nel canile Buona Speranza, dove vengono accolti i cagnolini senza padrone, immerso nel verde ai confini della città, vive, da ormai tanto tempo, Diana.
Diana è una canina di medie dimensioni con il pelo bianco a macchie marroncine e con gli occhi azzurri. Nonostante sia molto carina, dolce e festosa non ha ancora trovato il suo padrone perfetto. Nell’attesa ha deciso di metter su famiglia nel canile che la ospita. Così ben presto sono arrivati tre bellissimi cuccioli:
Snoopy, tutto nero con gli occhi azzurri, un gran giocherellone che non sta mai fermo; Trilli, tutta bianca con gli occhi marroni, più tranquilla e posata del fratello e Niki, bianco a macchie marroni come la mamma e gli occhi neri, molto profondi.
Niki ha l’aria un po’ triste ed è sempre sulle sue, un po’ ritirato rispetto ai fratelli. È nato senza coda, ma anche senza udito. Non sente niente: nessun rumore, nessuna voce, nessun abbaio, niente di niente.
Snoopy e Trilli pensano che Niki si senta superiore perché non scodinzola per comunicare se è felice o triste e neppure abbaia per parlare con loro. Per questo si arrabbiano con lui e lo prendono in giro per il suo comportamento un po’ strano.
“Non ci considera proprio” esclama Trilli.
“Ma chi si crede di essere?” incalza Snoopy “non lo consideriamo più così impara!”
Anche mamma Diana nota che c’è qualcosa che non va oltre alla coda. Lei lo chiama e lui non le corre incontro, non si muove; lo brontola e non si scompone.
“Non sarà che il mio piccino non ci sente?” si chiede preoccupata.
Per questo Diana decide di fare una prova. Mentre Niki sta giocando a mordicchiare una pallina che tiene stretta tra le sue zampine, mamma Diana abbaia con tutto il fiato che ha in gola vicino al suo orecchio: “NIKIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
Chiunque sarebbe sobbalzato dallo spavento, ma lui¼niente.
“E’ sordo!” esclama la mamma.
“Ecco perché non parla con i fratelli, non mi risponde e non si incanta ad ascoltare il cinguettio degli uccellini come gli altri” pensa Diana. “Ora dovrò dirlo a Snoopy e Trilli, ma come faccio?” si chiede scodinzolando preoccupata. Diana prende coraggio e chiama vicino a sé i due cuccioli.
“Tesori, vi devo dire una cosa molto importante che riguarda Niki per cui prestate attenzione”.
“Io non voglio saper niente di quell’antipatico che non vuol giocare con noi” risponde Snoopy con il musino imbronciato.
“Lo so che Niki sembra che non voglia giocare con voi e che non vi consideri, ma non è colpa sua” spiega la mamma con tutta la calma possibile e aggiunge “Niki è sordo.” “Che vuol dire?” chiede Trilli.
“Vuol dire che non sente niente, un po’ come quando voi vi tappate le orecchie con le zampine. Solo che, a voi, basta togliere le zampe e potete tornare a sentire, mentre Niki no”, dice Diana.
A Snoopy scende una lacrima sul musino ed esclama: “E noi che siamo stati così cattivi con lui, come possiamo farci perdonare? Come aiutarlo a non sentirsi solo e isolato da tutti?”
“Potremmo parlare con lui in un altro modo, usando un linguaggio speciale” propone con fare innocente Trilli.
“Ottima idea!” esclama la mamma “andremo tutti a scuola a imparare”.
Fu così che tutta la famiglia andò a scuola di lingua dei segni per cani per far sentire Niki finalmente compreso, amato e parte della famiglia.
Ben presto le cose cambiano. Niki è così felice che non riesce a credere che sia possibile sentirsi così bene. Tutto sta davvero andando per il verso giusto.
Un giorno, però, accade qualcosa che cambia di nuovo la sua vita. Al canile arrivano delle persone che vogliono adottare dei cagnolini e appena vedono Diana con i suoi cuccioli decidono di prenderli tutti, eccetto Niki. “Quel canino non è normale: gli manca la coda! Lasciamolo qui”, esclamano.
Mamma Diana e i fratellini vengono accolti nella nuova famiglia, non riescono ad opporsi a quella separazione, ma sono molto preoccupati per Niki che è rimasto solo. Niki adesso non ha di nuovo nessuno con cui poter parlare e giocare: nessuno lo capisce più.
Il piccolo cucciolo senza coda e senza udito si sente mortificato, smarrito, triste, tanto triste. Trascorre le sue giornate accucciato con le orecchie basse e gli occhioni malinconici pensando a Diana, Trilli e Snoopy. Niki non ha più la sua famiglia.
Gli mancano tutti.
Una bella bambina in tuta di jeans, bionda con le codine e dei nastrini azzurri varca l’ingresso del canile in un giorno di sole. Rosy ha 10 anni e non comunica con gli altri, né grandi né piccini. Se ne sta sempre in disparte. I suoi genitori pensano che un cane possa aiutarla, per questo si sono rivolti al Buona Speranza.
Appena i cani si accorgono che sta arrivando una possibile padroncina, fanno bella mostra di sé: abbaiano, scodinzolano, saltano, si strofinano, fanno gli occhi dolci.
Tutti tranne uno, Niki, che continua a starsene accucciato nel suo angolino. In fondo lui non sente niente di tutto quello che accade intorno.
Rosy si ferma davanti alla gabbia di Niki: vede un cucciolo diverso dagli altri, senza coda, con l’aria triste, in disparte. Sente dentro come una molla che scatta. Quello è il suo cucciolo ideale! Niki ci mette un po’ a capire. É proprio spaventato: “Cosa mi sta succedendo? Dove mi portano?
Mamma dove sei?”
Quando arriva a casa di Rosy e nota che c’è una bella cuccia ad aspettarlo, con una ciotolina colma di pappa buonissima e un’altra piena di acqua fresca, oltre a un morbido cuscino su cui dormire, si rasserena.
Rosy non è una gran chiacchierona e Niki non sente, eppure non importa. Loro si parlano attraverso le carezze di lei e la vicinanza di lui. Tra loro si forma un legame che va oltre le parole, fatto di coccole reciproche, di sguardi e di sorrisi da parte di Rosy e di bacini sulle mani da parte di Niki.
Niki, grazie a Rosy, è nuovamente felice perché compreso e amato. Rosy, grazie a Niki, inizia ad aprirsi alla sua famiglia e agli altri. Non si è mai sentita così bene, ha il cuore pieno di gioia e finalmente inizia a vedere il mondo con occhi nuovi: niente le fa più paura con la sua famiglia e Niki al suo fianco.
Come è grata a quel cagnolino! Vorrebbe tanto poter ricambiare e far provare anche a lui la gioia e la serenità che solo avere una famiglia vicino può darti. Le torna in mente che al canile le hanno detto che la mamma e i fratellini di Niki erano stati adottati.
“Ti aiuterò a ritrovarli”, dice mentre lo accarezza sulla testolina.
La mattina dopo, di buon ora, Rosy prepara dei cartelli con la foto di Niki dove ha scritto in grande:
“CERCASI MAMMA E FRATELLINI DI QUESTO CANINO. CHI LI HA PRESI È PREGATO DI CHIAMARMI”
La bambina tappezza la città con questi cartelli. Aspetta, ma niente, nessuno la chiama. Passano le ore, i giorni, ma il telefono non squilla. Rosy guarda Niki e scuote il capo.
Cosa possiamo fare?
La mamma di Rosy suggerisce: “Che ne dici se torniamo al canile a chiedere l’indirizzo della famiglia che li ha adottati?”
“Bella idea mamma!” esclama Rosy. Così, quando al Buona speranza Rosy riesce ad ottenere l’indirizzo, immaginate come rimane sorpresa: scopre che Diana, Trilli e Snoopy sono stati adottati proprio dai suoi vicini!
Rosy si precipita alla loro porta con in braccio il suo caro amico. Suona il campanello. Il cuore le batte a mille dall’agitazione, dalla paura, dalle emozioni che si accavallano. Niki invece sta calmo, non sa niente. Sta accucciato fra le sue braccia e sente solo il cuore dell’amica che batte forte. Finalmente la signora apre la porta e Niki, dietro di lei, intravede mamma Diana! Mamma Diana si accorge di essere osservata, e finalmente si gira e lo vede: “Piccolo mio!” abbaia la mamma.
Niki vorrebbe scodinzolare, talmente tanta è la gioia! Tira fuori un abbaio, il primo della sua vita, e si lancia incontro alla mamma. Attirati da questo rumore, i fratelli si precipitano a vedere che succede. Immaginate la loro sorpresa e la loro felicità quando lo vedono! Partono salti, zampettate di affetto, leccate sui musi.
Rosy assiste a questa scena con gli occhi pieni di lacrime di gioia e spiega alla sua vicina, sbigottita da tutto questo trambusto, la loro storia.
La famiglia di Rosy e i vicini decidono di aprire un varco nel recinto in modo che i cagnolini possano scorrazzare liberi da un giardino all’altro, per stare insieme quando lo desiderano.
Ora sì che Niki è felice: ha ritrovato la sua famiglia, con cui parla la lingua speciale dei cani e vive con Rosy, la sua padroncina, con cui parla la lingua speciale del cuore.
Residenza Anni Azzurri Beato Angelico
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