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Patrizia Andrich – La bottiglia di vetro

C’era una volta, una bottiglia di vetro verde. Era una di quelle classiche bottiglie che contenevano vino. Giaceva da ormai parecchio tempo sul ciglio della strada vicino a una siepe. Praticamente era lì dalla fine dell’anno gettata da qualcuno di passaggio, magari anche ubriaco. Ogni volta, che passava qualcuno sul marciapiede vicino alla siepe, la bottiglia iniziava a lamentarsi con la speranza, che ci si accorgesse di lei, ma non c’era nulla da fare. Tutti tiravano dritto fingendo di non sentire i suoi lamenti. Un giorno, stanca di essere ignorata si mise a piangere. Un bimbo che passeggiava solo si guardò attorno cercando di capire da dove provenissero i lamenti. Notata la bottiglia che piangeva esclamò: “Ah!! Ma, allora, sei tu che piangi! Come mai?”

La bottiglia rispose fra i singhiozzi: “Piango, perché sono stufa di rimanere qui per terra. Questo non è il posto adatto a me e nessuno lo capisce!”

Il bimbo chiese: “Ma, come sei arrivata in questo posto?”

“Semplice!” – esclamò la bottiglia – “Sono stata gettata qui da un ubriaco!”

Il piccolo chiese: “Da quanto tempo ti trovi qui?”

“È dall’ultimo dell’anno e sono già sei mesi, che giaccio qui a terra!” rispose la bottiglia.

Il piccolino curioso proseguì: “Perché ti lamenti solo ora?”

“Non mi lamento solo ora! Mi sono lamentata tutti i giorni, ma tutti passano di qui e fanno finta di non vedermi. Così oggi mi sono messa a piangere e tu, mi hai sentito. Meno male, che ti sei accorto di me!”

Il piccolino sorrise e chiese: “Ma, cosa posso fare io, per te?”

“Dovresti raccogliermi e gettarmi nelle campane per il vetro!” rispose in modo schietto la bottiglia.

Il bimbo, però, replicò dicendo: “Ma, perché devo farlo proprio io? Non sono mica stato io a gettarti là!”

“Hai ragione! È vero, che non sei stato tu a gettarmi qui, ma tu puoi dare l’esempio agli altri raccogliendomi e gettandomi nella campana per il vetro. Se non lo fai tu, io continuerò a rimanere qui inquinando il terreno e rischiando di far anche del male a qualcuno se mi frantumo in tanti pezzi. Il vetro è tagliente! Se, tu, invece, mi riponi nell’apposita campana, posso tornare ancora utile, perché i miei pezzi di vetro, nuovamente lavorati possono ancora trasformarsi in bottiglia o altri oggetti di vetro. Capisci, che così, mi sentirei più utile anch’io?”

Il bimbo, allora, disse: “Hai ragione… non ci avevo pensato!” e si chinò e fece quanto gli era stato chiesto. La bottiglia scivolando gridò al piccolo: “Grazie! Ora sono felice!” Il bimbo tornò a casa soddisfatto di aver compiuto una buona azione.

Tratta da: Un mondo da salvare – Favole di Patrizia Andrich
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