Era domenica: Filippo si trovava in viaggio con i suoi genitori poiché avevano deciso di fare una gita in montagna fra boschi e prati stupendi.
Il tempo era splendido e tutto andava a meraviglia. Durante il viaggio il bimbo osservava incuriosito il paesaggio che scorreva sotto i suoi occhi.
Papà guidava con molta prudenza, parlando serenamente; di tanto in tanto, fischiettava un allegro motivetto.
Madre e figlio sorridevano felici. Dopo aver attraversato alcuni paesi in pianura la strada iniziò a salire e divenne piuttosto ripida e piena di curve. Ma il paesaggio che la circondava ripagava lo sforzo di quel viaggio: pini, abeti, faggi, larici, pioppi coloravano di varie tinte la montagna.
Filippo vide persino un capriolo che, uscito dalla macchia, si era fermato un istante sul ciglio della strada per poi sparire di nuovo nel fitto del bosco.
Fu un’emozione unica per il piccolo! Dopo tante curve, finalmente giunsero ad una baita circondata da maestosi abeti. Era una bella casetta tutta di legno rallegrata da coloratissimi fiori posti sui davanzali.
Parcheggiata l’auto la famigliola s’incamminò dietro la baita dove il bosco di abeti faceva da corona: un sano profumo di resina li avvolse.
Il papà, per rilassarsi e scaricare la stanchezza del viaggio, accese una sigaretta ignorando i cartelli di divieto posti in tutta la zona.
Filippo, non sapendo leggere, non poteva sapere che il suo papà stava sbagliando nel fumare.
Una boccata dopo l’altra la sigaretta si esaurì in fretta. Ne restò un mozzicone che l’uomo, senza riflettere, gettò lontano fra gli abeti. Ed i tre tornarono alla baita per pranzare.
Sotto gli abeti, su un bel tappeto di aghi secchi giaceva il mozzicone che, a prima vista, sembrava spento, ma era solo apparenza!
Piano piano, sotto di esso, gli aghi secchi degli abeti si annerirono sprigionando un piccolo soffio di fumo.
Filippo e la sua famiglia, al termine del pranzo, fecero una breve passeggiata nei dintorni e rientrarono poi ignari di ciò che stava per accadere. Il piccolo soffio di fumo si ingrandì sempre di più, gli aghi cominciarono a scoppiettare.
Da questo crepitio, tutto d’un tratto, scaturirono le prime lingue di fuoco che presero a bruciare tutto quello che c’era vicino e ad alimentarsi sempre più. Il fuoco si allargò in poco tempo divorando tutto ciò che incontrava nel suo cammino. Il padrone della baita si accorse solo in quel momento del pericolo e chiamò i vigili del fuoco: ormai l’incendio era divampato in modo spaventoso. Le lingue di fuoco erano enormi. Il padrone della baita mise in salvo se stesso e i suoi clienti. Tutt’intorno era un’immagine paurosa.
Il fuoco stava distruggendo una larga fetta di bosco. I vigili del fuoco lavorarono alacremente per spegnere l’incendio usando anche gli elicotteri e i Canadair.
Ci vollero due giorni e due notti per tornare alla normalità e, alla fine, non rimase che una enorme chiazza nera che si vedeva da lontano.
La notizia di quel disastro comparve su tutti I giornali: fu così che il padre di Filippo apprese la notizia.
Leggendo l’articolo con molta attenzione si ricordò del mozzicone di sigaretta, che, proprio lui, aveva gettato a terra. E si rese conto di essere il responsabile di quel disastro.
Quel medesimo giorno riunì attorno a sé la famiglia ed esordì dicendo: “Vi ricordate quel giorno in montagna? Ho letto ora il giornale e ho saputo che c’è stato un incendio. Quel giorno, ho fatto una cosa stupida, la più stupida che potevo fare e, ora, mi sento in colpa. ”
Filippo lo interruppe: “Cos’hai fatto papà?”
“Ho fumato senza rispettare i cartelli che lo proibivano e, come se non bastasse, ho gettato a terra il mozzicone di sigaretta. È un gesto che non avrei mai dovuto fare, perché a causa di questa mia imprudenza è scoppiato un incendio che ha distrutto quel posto meraviglioso. Mi sono comportato da incivile! La natura va rispettata! Ora non mi resta che pagare il conto dei danni che ho provocato. Sono stato imprudente ed un incosciente, Filippo! Non prendere esempio da me e non fare mai quello che ho fatto io!”
Il papà di Filippo aveva capito il suo errore e, nello stesso tempo, aveva dato una lezione importante al figlio assumendosi la propria responsabilità.
Da quell’errore nacque anche un proposito: non avrebbe mai più fumato in vita sua.