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Inseguimento all’orto botanico

Beatrice aprì una mano e un animaletto verde volò via.

Le chiese Shahzaib.

Chissà in che lingua – aggiunse sorridendo – sono così diversi.

Ma senti, la maestra ci aveva sfidato solo a scoprire le cose più interessanti dell’orto botanico, mica ad acchiappare al volo insetti!

Non hai avuto schifo a tenerlo in mano?

Beatrice, sistemandosi all’ombra dei gladioli e raccogliendo le ginocchia al petto, iniziò a raccontare.

Shahzaib le sorrise, spalancando una finestra di denti candidi e facendo brillare grandi occhi verdi nel colore olivastro della sua carnagione.

Non era frequente che Shahzaib parlasse della propria famiglia e Beatrice ne approfittò al volo.

lo dice sempre che le manca il tasto per spegnere l’audio! Shahzaib stropicciò pensieroso una foglia del gladiolo.

Beatrice era incuriosita e mosse un po’ le gambe per sgranchirsi, ma non distolse lo sguardo dal viso di Shahzaib.

Shahzaib le scoccò un’occhiata e Beatrice temette di essere stata un po’ troppo curiosa.

Era sul punto di scusarsi quando il bambino cominciò a parlare.

La curiosità di Beatrice cresceva sempre di più.

Proprio in quel momento un sibilo lacerò l’aria e un sasso impattò bruscamente tra i piedi di Shahzaib e Beatrice, sollevando un bel po’ di terra.

I due bambini scattarono in piedi.

Era Martino che stava urlando, un bambino paffuto e lentigginoso con l’aria da innocentino che strideva con il bastone che aveva in mano.

Dietro di lui Giulio, un ragazzino ossuto, si muoveva nervoso da un piede all’altro, calpestando le primule con le sue scarpe pesanti e all’ultima moda.

Di corsa arrivava anche Tiziana, una bimbetta dall’aria pestifera vestita tutta di rosa.

Giulio raccolse un altro sasso da terra e ridendo lo lanciò, tra le incitazioni degli altri due.

Gridò Beatrice e scattò, seguita da Shahzaib, attraverso il campo fiorito, piegando con un’ampia curva in direzione del viale di ghiaietta bianca che attraversava il Piccolo Giardino dell’Incanto.

Alle loro spalle gli inseguitori guadagnavano terreno e continuavano a gran voce con le loro urla.

Ma ecco che il loro amico Alberto stava arrivando nella loro direzione.

Alberto era famoso in tutta la scuola per essere un genio dell’informatica. Ma aveva anche un fisico massiccio e imponente che bastava da solo a mettere fine a tante i discussioni troppo animate. Non per nulla il suo sogno era diventare da grande il pilone di mischia della squadra di rugby cittadina di cui era un grande tifoso.

La sua apparizione fermò i tre bulletti all’inseguimento, ma non li fece desistere. Anzi, Tiziana iniziò a provocarlo.

E tutti e tre cominciarono a emettere suoni che volevano fare il verso alla difficoltà di articolare le parole del compagno sordo che era arrivato in classe solo quell’anno e che sedeva nel banco vicino ad Alberto.

A quelle parole, Alberto cominciò a sentire il prurito nelle mani. Se la prendevano con i suoi migliori amici solo perché uno era straniero, l’altra una ragazzina che non amava né le gonne né il rosa, l’altro ancora perché non riusciva a parlare come loro. I due gruppi si stavano misurando con sguardi taglienti e minacciosi, quando la maestra Giuliana arrivò dal vialetto delle piante aromatiche.

E qui si rivolse a Beatrice che si stava asciugando le lacrime con la manica della felpa.

Beatrice aveva parlato tutto d’un fiato.

Alla maestra Giuliana quelle cose non suonavano nuove.

Già da tempo sospettava che qualcosa non andasse, ma Martino e i suoi erano sempre troppo furbi per farsi cogliere sul fatto.

Alberto ascoltò per un po’ prima di decidersi a intervenire.

La maestra annuì. Era difficile non sentirli. Stavano urlando! Si fermò un attimo e aprì la bocca per parlare, poi la richiuse e passò in rassegna i visetti dei bambini, che avevano tutti gli occhi puntati su di lei. Parlò con pacatezza, mettendo una mano sulla spalla di Martino.

Fiaba tratta da “Tre storie per bambini svegli” a cura di Annalisa Strada e con le illustrazioni di Agostino Cera.
Questo libro, in distribuzione gratuita nelle scuole primarie della Regione Piemonte, fa parte dei materiali del progetto Move Up Destinazioni alternative, l’iniziativa educativa della Regione Piemonte che ha come obiettivi sia prevenire comportamenti discriminatori e forme di violenza domestica o tra pari, sia favorire l’uso consapevole di Internet.
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