Site icon Sogni d'Oro

Il ragno e la formica

Si chiamava Gaspare e, come tutti i ragni, giorno e notte tesseva la sua tela per catturare gli insetti per mangiarli. I ragni, come si sa, sono ghiotti di insetti, ma non sanno come catturarli. Sono insetti anche loro e non è facile che abbiano sempre partita vinta. E’ per questo che hanno inventato lo stratagemma della tela. La tessono con grande velocità tra i ramoscelli di un cespuglio e i fili sono così sottili che non si vedono neanche.

Così moscerini, mosche e zanzare, svolazzando a qua e là alla ricerca di cibo… splaff! Non vedono la tela e ci cascano dentro. Il ragno in agguato corre veloce e avvolge il povero malcapitato con i fili della sua tela per poi mangiarselo con grande appetito! La natura è fatta così! Un animale per sopravvivere mangia un altro animale, più piccolo e più debole! A meno che non sia un erbivoro, come le pecore, le caprette, le mucche e tanti altri animali che si nutrono solo dell’erba dei prati e non uccidono nessuno!

Gaspare quel giorno era affamato come non mai! Appena sentiva il ronzio di una mosca o di una zanzara, era subito pronto a balzarle addosso quando fosse incappata nella sua tela! Ma quel giorno la fortuna non era dalla sua parte! Solo ronzii che andavano e venivano! Gaspare cominciò preoccuparsi! La fame aumentava e rischiava di restare digiuno!

Ma una formichina faceva ritorno alla sua tana con un seme di fiore in bocca e scendeva tranquilla lungo un ramoscello del cespuglio… e all’improvviso… splaff! Non vide la tela e ci rimase impigliata. Subito Gaspare corse ad afferrare la sua preda e ad impacchettarla con altri sottilissimi fili della sua tela.

La formichina cominciò a urlare e a piangere, ma nulla da fare! Gaspare continuava ad avvoltolarla con i suoi sottilissimi fili.

E i due insetti scesero a terra! La formichina chiamò le sue compagne, disse loro qualcosa e dopo un po’ uscirono tutte dal formicaio, ciascuna con un semino in bocca. La gioia di Gaspare fu grande e aumentò quando tutte le formichine portarono ciascuna il suo semino alla sua tana.

Gaspare era fuori di sé dalla gioia e ringraziò la formica e tutte le sue amiche. Guardò la sua tana piena di semini e già pensava che non avrebbe dovuto più cacciare! Che bella vita tranquilla avrebbe trascorso!

Ma, quando si accinse a mangiare il primo seme, si rese conto che non era il cibo per lui. I ragni non mangiano i semi, ma lui non lo sapeva! Provò più volte a masticare, ma quei semi erano per lui cattivissimi.

Sotto di lui sulla porta del formicaio le formiche lo prendevano in giro. Gaspare corse per afferrarne qualcuna, ma le formiche furono più svelte e scomparvero sottoterra!

E Gaspare capì! Il suo destino era solo quello di cacciare!

Non basta essere bravi cacciatori!

Exit mobile version