La Cantastorie Martina Folena racconta una fiaba che ha origine in Basilicata: Liombruno, un mostro spaventoso!
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Un giorno, un padre pescatore che non riusciva da tempo a pescare neanche un’acciuga, incontrò il Nemico che gli propose un patto: avrebbe avuto le reti sempre piene di pesce, se gli avesse consegnato il figlio di 13 anni che doveva nascergli.
Compiuti gli anni Liombruno venne lasciato con dolore dal padre sulla spiaggia, dove il Nemico sarebbe passato a prenderselo. Ma il Nemico si spaventò delle croci che il ragazzo aveva fatto con dei pezzetti di legno e proprio da una croce apparve un’aquila.
Questa era la Fata Aquilina che trasportò Liombruno lontano dal Nemico e lo fece suo sposo. Essi vivevano una vita principesca, ma Liombruno volle tornare dai suoi genitori e con un rubino magico trasformò casa loro in un palazzo.
Liombruno, però, usò i poteri del rubino inutilmente, tradendo la Fata Aquilina che lo lasciò. Avrebbe potuto riaverla solo se avesse consumato sette paia di scarpe di ferro. Liombruno si ritrovò in una foresta, dove incontrò dei ladri ai quali rubò il bottino; arrivò a una casetta dove abitava una vecchia: era la madre dei venti, Voria, che lo ospitò.
Appena tornarono i suoi figli che mangiavano gli umani, sfamatili abbondantemente, Voria presentò loro Liombruno che raccontò che voleva ritrovare la sposa sua. Scirocco, il più piccolo, lo aiutò e Liombruno e la fata si ritrovarono e si riamarono.