Giacomo è altissimo, ma non mi fa paura perché siamo amici. È comodo avere un amico così grosso, perché mi difende da quelli che mi danno fastidio. Porto l’apparecchio ai denti e molti mi prendono in giro perché quando parlo non si capisce niente. Se c’è Giacomo, nessuno però dice una parola, né in faccia né dietro le spalle.
Qualche volta però a Giacomo darei un pugno, anche se è amico mio. Per esempio ieri l’ho invitato a casa mia, ma ho invitato anche Juri. Giacomo mi ha detto che lui non viene da me, se c’è anche Juri. Juri è un ragazzo ucraino e mi fa ridere. Oggi Juri ha fatto gol mentre giocavamo a pallone, anche se non è per niente bravo a giocare. Era così contento che gridava in modo strano. Io ridevo, ma Giacomo no, perché diceva che non c’era niente da ridere.
Qualche volta chiedo a Juri come si dice nella sua lingua: «La torta di pere e cioccolato è molto buona. È più buona della minestra di zucchine. L’insegnante quando ride diventa tutta rossa. Il pallone è un gioco bellissimo».
Così noi ci divertiamo.
Tratto da: Tre paia di occhi, Nuove Edizioni Romane, Roma 2006 di Anna Vivarelli