Nicodemo il lupo e il bastone fiorito

Nella fitta boscaglia ai piedi della montagna viveva in completa solitudine Nicodemo il lupo. Nessuno voleva avvicinarlo, tutti avevano paura di lui che guardava le prede con i suoi cattivi occhi gialli quasi felice della paura che provavano quando lo sentivano avvicinare. Tutti temevano i suoi denti aguzzi e spietati, tutti sapevano che era sempre alla ricerca di una preda per placare la sua fame insaziabile.

Nessuno voleva stare vicino a lui, che spaventava con il suo pelo irto e scuro e con la sua lunga lingua rossa sempre penzoloni. I suoi giorni passavano tra una tana e l’altra, oppure nei grossi buchi scavati accanto a tronchi d’albero caduti, o nel sottobosco alla ricerca di qualcosa da mangiare. Era arrivato pure l’inverno e la situazione era peggiorata di molto: il gelo aveva avvolto il bosco, quasi nessuno si avventurava per i sentieri impervi e lui, sempre più affamato e intirizzito, si acquattava tra l’erba fradicia sperando in qualcosa che non arrivava mai. In un pomeriggio della fine di dicembre, sempre più freddo e gelato, sentì un rumore di passi lungo uno dei sentieri e si avvicinò quasi strisciando al ciglio della strada per guardare più da vicino.

Sorrise di gioia feroce: un asinello era inciampato in un grosso tronco caduto lungo il sentiero e, accanto a lui, un giovane uomo stava cercando di spostarlo, utilizzando come leva il suo bastone nodoso. Accanto a lui, seduta su un masso, in silenzio, c’era una Donna avvolta in un mantello azzurro con un Bambino in braccio. Nicodemo il lupo si avvicinò, soddisfatto, perché c’era da mangiare, finalmente: l’asinello era veramente messo male e l’uomo, anche se sembrava forte, era in seria difficoltà. E allora lui, silenzioso e deciso a placare finalmente i morsi della fame che lo tormentavano da giorni, scivolò lungo la sterpaglia fradicia e fangosa e si fermò davanti alla radice, osservando i vani tentativi dell’uomo con il bastone.

Si avvicinò ancora, con la lingua penzoloni e gli occhi cattivi, ma quando incrociò lo sguardo del Bambino in braccio alla Sua Mamma, sentì le zampe tremargli e la lingua diventare secca. Lui, Lui aveva uno sguardo, uno sguardo così…così… dolce, così sereno e tranquillo, come se sapesse di poter risolvere, pur così piccolo e indifeso, tutti i problemi del mondo e tutte le difficoltà. Guardava lontano, lontano, come se riuscisse a vedere oltre il bosco, il sentiero e la montagna. Era calmo tra le braccia della Donna che lo stringeva accarezzandolo e che adesso guardava Nicodemo il lupo come nessun altro aveva mai fatto con lui: senza paura, né timore, diritto negli occhi, con fermezza accompagnata da grande dolcezza, con una gentilezza che lui non sapeva che potesse esistere. Nicodemo il lupo non aveva mai provato tanta emozione, tanta commozione e anche tanta gioia.

L’asinello faceva fatica a rialzarsi, aveva cominciato a nevicare a grosse falde compatte, e allora lui, ancora sorpreso e meravigliato, si avvicinò all’uomo con il bastone e gli disse:

-Più avanti c’è una stalla e un ricovero per le pecore. Dovete arrivare là il più presto possibile, perché qua si gela e il Bambino non può restare al freddo. Eccomi, ti dò una zampa d’aiuto-, e l’uomo dalla barba folta e scura gli sorrise, poggiando a terra il suo bastone dal quale, all’improvviso, erano spuntate grosse campanule simili a gigli bianchi screziati di bianco.

Check Also

Natale: La felicità è in un semplice gesto!

Natale: La felicità è in un semplice gesto!

Il brano è un racconto di Natale, scritto dalla maestra Anna Grazia, che celebra la …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.