Momo

Nella (la zona lontana dal centro di una città) della città inizia la campagna e, dentro a un piccolo bosco di pini, ci sono le (i resti del crollo, della distruzione di un edificio) di un antico teatro all’aperto. Tutti conoscono quel luogo: i bambini ci vanno a giocare a palla, i pastori ci pascolano le capre, gli innamorati si incontrano lì la sera.

Dopo un po’ di tempo qualcuno va ad abitare nelle rovine. È una bambina di otto o dieci anni. Si chiama Momo. È piccola e magra. Ha tanti capelli neri, ricci e spettinati. I suoi occhi sono neri e sono neri anche i suoi piedi perché non porta sempre le scarpe. In inverno mette un paio di scarpe larghe e diverse una dall’altra. Si veste in modo strano.

Indossa una gonna lunga fino ai piedi, fatta con tanti pezzi di stoffa cuciti insieme. Sopra la gonna, porta una giacca maschile con le maniche molto lunghe ripiegate sui polsi. Momo non possiede nulla, solo le cose che riceve dagli altri.

Sotto le rovine del teatro, Momo ha la sua casa.

Un pomeriggio alcuni abitanti delle case lì vicino vanno da Momo e Momo ha paura di loro, ma poi si accorge che sono persone gentili e povere come lei.

Le fanno tante domande.

«Da dove vieni, bambina?» le chiede un uomo. E Momo risponde con un gesto vago della mano. «Qualcuno ti aspetta a casa?» E Momo risponde che è la sua casa quella.
«Ti piace stare qui?» E Momo risponde sì.
«Chi sono i tuoi genitori?» E Momo non sa rispondere.
«Ti chiami Momo. Chi ti ha dato questo nome?» E Momo risponde che ha scelto lei il suo nome.
«Quando sei nata?» E Momo risponde che c’è sempre stata.
«Hai una zia, uno zio, una nonna o una famiglia?» Momo rimane zitta un po’ e poi dice che la sua casa è lì.
L’uomo parla con le altre persone e poi dice a Momo: «Diciamo alla polizia che tu sei qui, così gli agenti ti trovano una vera casa dove puoi stare. Così puoi andare a scuola e imparare a leggere, a scrivere, a contare e molte altre cose ancora».

Momo si spaventa e dice che non vuole andare con la polizia perché è già stata in un posto con altri bambini e non vuole ritornare là dove la picchiano. Momo dice che lei vuole stare da sola, che sa pensare a sé e non vuole
andare a vivere con nessuno di loro.

Allora quelle persone gentili decidono di prendersi cura di lei e incominciano a mettere a posto la casa di Momo.

I figli di quelle persone gentili vengono da Momo e le portano il cibo che hanno messo da parte per lei: un pezzetto di formaggio, un filon­cino di pane, qualche frutto.

Quella sera la gente si riunisce nel teatro e tutti insieme fanno una gioiosa festa per Momo. Così Momo diventa amica di quella gente.

Da quel momento la vita di Momo diventa piacevole: ha cibo per mangiare, una casa dove abitare e soprattutto ha tanti amici.

Momo è stata fortunata a incontrare quelle persone, ma anche le persone di lì sono state fortunate a incontrare Momo, perché la loro vi­ta è migliorata da quando c’è lei: le mamme dicono che i loro bambini sono meno capricciosi quando stanno con Momo. I mariti e le mogli vanno più d’accordo grazie a lei.

Insomma per qualsiasi problema la soluzione è: «Va’ da Momo che ti passa!».

Quali consigli sa dare Momo? Quali giuste parole sa usare con chi ne ha bisogno? In che modo Momo sa mettere la gente di buon umo­re? Forse sa cantare, sa suonare, sa danzare? Conosce filastrocche (poe­sie per bambini) e magie (trucchi) che tolgono le preoccupazioni? Sa leg­gere il futuro?

Nulla di tutto questo!

Momo sa fare una cosa meglio di tutti: sa ascoltare quando gli altri parlano.

Ascolta quello che gli altri dicono con attenzione e con interesse e, mentre la persona parla, trova da sola la soluzione ai suoi problemi.

I tonti (poco intelligenti) trovano idee intelligenti.

Gli indecisi scoprono quello che vogliono.

I pavidi (persone con poco coraggio) trovano il coraggio.

Gli infelici e i depressi (tristi) diventano allegri.

E chi pensa di non valere nulla, scopre all’improvviso di essere una persona di grande valore.

Momo sa ascoltare così!

Tratto da: Momo, trad. di D. Angeleri, Longanesi, Milano 1981

Tra le rovine di un anfiteatro, ai margini di una grande città, trova rifugio una strana bambina, che, fuggita dall’orfanotrofio non conosce nemmeno la propria età. Agli abitanti dei dintorni, che la guardano incuriositi, dice di chiamarsi Momo.
Non passa molto tempo che la bambina si conquista la fiducia e la simpatia di tutti, chiunque abbia un problema va da Momo che non dà consigli e non esprime opinioni, si limita ad ascoltare con un’intensità tale che l’interlocutore trova da solo la risposta ai suoi quesiti.
Un giorno gli agenti di una sedicente Cassa di Risparmio del Tempo si presentano anche nel microcosmo costituito da Momo e dai suoi amici. Tutti cadono nella trappola dei “Signori Grigi”, e Momo deve affrontare da sola la situazione …

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