Geronimo il geco, Basilio il pipistrello e Romeo il topo vivevano da sempre in una piccola fessura del muro della biblioteca di tre vecchi saggi: Basilio stava appeso a testa in giù ad una scheggia di legno lunga e sottile, Geronimo il geco stava attaccato al soffitto della biblioteca e catturava moscerini e piccole mosche, invece Romeo il topo si sistemava sotto le grandi sedie decorate dei saggi e ascoltava i loro ragionamenti, mentre nel palazzo magnifico gli studiosi, avvolti in mantelli di seta colorata e con grossi turbanti colorati in testa, leggevano e rileggevano grandi libroni pieni di numeri, cifre e mappe geografiche, con disegni di stelle, di città lontane e montagne sconosciute.
E, sentendo quello che mormoravano i vecchi studiosi mentre sottolineavano con le loro penne d’oca le pagine, i tre amici capirono che di lì a poco, in una notte molto vicina, sarebbe accaduto qualcosa di straordinario, di insolito e unico. -In cielo comparirà una fila di stelle, una dietro l’altra, e diventeranno così lunghe che sembreranno avere la coda-, diceva Romeo il topo, guardandosi la sua, di coda, di cui andava orgoglioso.
-E io ho sentito che di notte ci sarà luce come in pieno giorno!-, diceva Geronimo il geco, felice perché con la luce avrebbe potuto catturare piccoli moscerini. -Loro tre partono domani con tre casse piene di doni da portare a questo Bambino che ancora deve nascere!-, aggiungeva Basilio il pipistrello, felice di poter finalmente utilizzare le lunghe ali palmate. -Andiamo anche noi, portiamo qualcosa anche noi!-, decisero, e rimasero ad osservare per tutto il giorno il frettoloso via vai dei servi che caricavano su cammelli e dromedari i bagagli dei tre saggi.
Poi, quando il corteo si mosse piano piano fuori dal cortile del grande palazzo, Romeo il topo, che reggeva sulle spalle Geronimo il geco, attaccato a lui con le zampe a lamelle, e Basilio il pipistrello, che li precedeva volando a testa in giù, salirono su uno dei baldacchini ornati di frange di seta dove era seduto uno dei tre vecchi saggi. Camminarono a lungo, attraversando deserti e oasi rigogliose, fiumi grandissimi pieni di fango, città di pietra colorata e miseri villaggi di capanne, fino a quando, in piena notte, arrivarono nei pressi di una grotta dove si era accesa una luce fortissima.
Il corteo si fermò e i tre saggi fecero scaricare dai loro servi le grandi casse piene di doni: rotoli di papiro, scettri di avorio, mantelli di porpora, monete d’argento, legni intarsiati e calici d’oro. Anche i tre piccoli amici scesero di nascosto giù dal baldacchino colorato, si avvicinarono alla grotta dove dormiva il Bambino e, prostrati faccia a terra, gli offrirono i loro regali: tre piccolissime scatole di legno che contenevano mezzo grano d’incenso, meno di un grammo di oro, e un pizzico di mirra.