E venne il momento della mietitura. Le spighe nel campo erano di un bel colore oro e ondeggiavano tutte insieme seguendo un refolo di vento.
L’umore dei chicchi era alle stelle! Finalmente sarebbero stati raccolti, sarebbero stati protagonisti della loro storia! Su una spiga, particolarmente fruttuosa, due chicchi parlavano del loro avvenire. “Non sto più nella pelle… pensa saremo raccolti e andremo tutti insieme a fare un bel viaggio” disse il primo. “Un viaggio? E chi te lo ha fatto sapere?” chiese l’altro. “Me lo ha confidato Lalla, la farfalla, che è venuta a posarsi su di noi ieri! Mi ha detto che andremo tutti in un posto favoloso: si chiama Mulino!” chiarì il primo. “Mulino? E cosa vuol dire, di che si tratta?” insistette l’altro.
“Lalla mi ha detto che al Mulino subiremo tutti una trasformazione, proprio come è successo a lei, quando, da bruco, è diventata una bellissima e coloratissima farfalla”, rispose il primo.
“Vuol dire che anche noi diventeremo più belli di quello che già siamo? Mi pare impossibile, e ti ha detto come diventeremo? chiese l’altro.
“Sì, verremo tutti macinati, diventeremo una farina bianca, che aiuterà a sfamare tanta gente!” chiarì entusiasta il primo.
“Vuoi dire che io perderò la mia identità per mescolarmi con tutti voi e che nessuno più mi vedrà così bello come sono?” insistette ancora l’altro.
“Ma se restiamo come siamo non potremmo aiutare nessuno, a che servirebbe la nostra bellezza?” chiese stupito il primo.
In quel momento il contadino falciò quella spiga, i suoi chicchi furono prima risucchiati e poi raccolti tutti insieme in un sacco, e inviati al mulino per la macina.
Il chicco che si ribellava a quella sorte, appena poté si buttò fuori dal sacco e cadde sulla strada. Tutti i suoi fratelli furono macinati, divennero farina, che a sua volta divenne pane per tante mense, per grandi e piccini.
Il povero chicco, caduto sull’asfalto, fu calpestato e marcì, tutto solo, senza la gioia di poter essere stato d’aiuto a qualcuno.