I tre Re Magi provenivano da punti diversi del mondo.
Due erano bianchi, il terzo era nero.
I tre re seguivano la stella che li guidava dall’alto del cielo.
Ma una notte, la persero.
Invano scrutavano il cielo:
quell’astro splendente che li aveva guidati per notti e notti non c’era più.
I due Re Magi bianchi, saggi e matematici insigni della Mesopotamia, subito cominciarono a tracciare linee e cerchi nella sabbia con i loro bastoni.
Poi si immersero in calcoli ed equazioni, sempre più sottili e complicati.
Tenevano lontano il Re nero.
Secondo loro, nulla sapeva della vera scienza.
Il Re nero approfittò della pausa imprevista.
I cammelli erano stanchi e assetati.
«Dovremmo pensare anche ai poveri animali» pensò.
Si procurò un secchio e cercò l’acqua alla fonte di un villaggio.
Poi tornò e porse il secchio al primo cammello.
Mentre teneva il secchio sotto il muso dell’animale, ritrovò la stella.
Si rispecchiava nell’acqua del secchio.
Danzava in silenzio, sull’acqua che il cammello avidamente beveva.
Così i tre Re Magi ritrovarono la strada per Betlemme.
I Padri del deserto raccontano la storia di un anziano che digiunò per settanta settimane mangiando una volta alla settimana.
Voleva una risposta da Dio a proposito di un passo delle Scritture e Dio continuava a non svelargliene il significato.
Allora si disse: «Ecco, ho fatto tanta fatica e non m’è servito a nulla; andrò a chiederlo a un fratello».
Appena chiuse la porta per andarsene, gli fu inviato un angelo del Signore, che gli disse:
«Le tue settanta settimane di digiuno non ti hanno avvicinato a Dio,
ma ora che ti sei umiliato al punto da andare dal tuo fratello
ti sono stato inviato a spiegarti il senso del passo della Scrittura».
Gli svelò il senso di ciò che chiedeva, e poi si allontanò da lui.
365 piccole storie per l’anima