Togliamo il ciuccio

Togliamo il ciuccio.
La prima guida sui vizi orali dell’infanzia con spunti teorico-pratici per genitori e storie illustrate per bambini

Un libro concreto, per comprendere le conseguenze dei vizi orali dei bambini. L’uso protratto del ciuccio e del biberon, la suzione del dito, del labbro e la respirazione orale sono abitudini da eliminare nei giusti tempi e con i giusti metodi.

Nella prima parte di “Togliamo il ciuccio” una guida teorico-pratica destinata ai genitori, per comprendere a 360° il tema dei vizi orali e delle ripercussioni che possono avere sullo sviluppo muscoloscheletrico del bambino. Include numerosi consigli pratici per orientare e motivare i genitori ad accompagnare i loro bambini verso l’abbandono dei vizi orali dell’infanzia, coniugando l’approccio emozionale con quello cognitivo.

Nella seconda parte quattro storie illustrate prepareranno emotivamente il bambino al distacco sereno e consapevole. Prefazione del prof. Luca Levrini.

A cura di Paola Perrone .

Queste le storie presenti nelle immagini qui sopra

L’orsetto succhiadito

C’era una volta un orsetto di nome Teddy.
Teddy era un gran pescatore, il più bravo del suo villaggio.
Ma aveva anche una cattiva abitudine:
succhiava in continuazione il suo pollice!
Davanti alla TV, mentre era in auto, mentre pescava e perfino mentre dormiva.
Tutti gli dicevano di smettere, ma lui proprio non ascoltava nessuno. Fino a quando, un bel giorno, fece uno strano
incontro.

La coniglietta beverona

C’era una volta una coniglietta felice di nome Ariel.
Ariel aveva tre anni e adorava giocare con la palla in compagnia dei suoi amici.
A sera tornava a casa stanchissima, dava un bacio alla sua mamma e al suo papà, faceva un bel bagnetto caldo e subito filava a letto con il suo biberon di latte.
Sdraiatasi sul lettino, beveva il suo biberon con l’orsetto Fuffy.

La Volpina e il suo ciuccio

C’era una volta una simpatica volpe di nome Nuvola. Nuvola era una grande appassionata dei biscotti fatti dalla nonna. Sua nonna Dolly, infatti, era un prodigio in cucina.
Sapeva fare i biscotti con le pepite di nocciola, con le more della foresta e soprattutto quelli con il cioccolato e la
vaniglia: una squisitezza!

La ranocchia linguagiù

C’era una volta in uno stagno una simpatica famiglia di ranocchie: papà rana, mamma rana e i tre figli di nome Tin, Ton e Tun. Avevano sette, cinque e tre anni.
Tin era il più bravo con i salti, Ton un canterino provetto di “cra cra”, e Tun era un re acchiappamosche!
Acchiappamoooooosche?” chiedevano i suoi amici “Ma è disgustoso! Come si fa ad essere un campione acchiappamosche?”. È molto semplice, basta avere la bocca sempre aperta e la lingua giù. In questo modo le mosche possono entrare liberamente in bocca, soprattutto di notte!

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